IL SUSSURRO DI UN FIORDALISO, AMÈLIE. Recensione


TITOLO: Il sussurro di un fiordaliso (secondo volume di una dilogia) 
seguito di IL RUMORE DI UNA FOGLIA D'ACERO
AUTORE: Amélie 
AMBIENTAZIONE: Canada 
GENERE: romantic suspense 
PREZZO: 2,99 euro (disponibile anche in Kindle Unlimited) 
DATA DI PUBBLICAZIONE: 22 luglio 2020


«Dovevi essere il mio rifugio, dottor Taylor, e invece hai demolito ogni mio riparo». 

Lucan è impassibile, inflessibile e imperscrutabile. Silenzioso come la tomba nella quale presto mi seppellirà. Distaccato come se non ci fossimo mai conosciuti. La sua bellezza ha perso il proprio calore, diventando algida e ostile. Lucan è un campo di fiordalisi che si è seccato per via della calura estiva. Non è più il mio Lucan. È l’uomo che appartiene a sua moglie. 

«Dovevi essere la mia corazza e invece hai fatto a pezzi la mia armatura. Dovevi essere il mio porto sicuro, ma hai affondato tutte le navi della mia flotta, impedendomi di raggiungerlo. Dovevi essere il ramo a cui aggrapparmi quando mi sentivo mancare la terra sotto i piedi, e invece hai raso al suolo ogni albero sul mio cammino. Dovevi essere la riva verso cui nuotare quando la mia vita si trasformava in un mare in tempesta, e invece mi hai spinto così al largo che la mia unica possibilità è annegare. Mi hai promesso tutto questo, eppure me l’hai portato via ancor prima che diventasse veramente mio. Dimmi, dottore. Sei contento adesso? Sei soddisfatto del tuo risultato?». 
«Certo che sono contento, Jaelle. Non completo mai un lavoro se non mi soddisfa pienamente. Il fatto che oggi abbia deciso di completare questo – mi squadra dalla testa ai piedi, freddo e calcolatore – significa che sono soddisfatto del risultato». 

Il sussurro di un fiordaliso è il secondo volume di una dilogia e conclude la storia di Jaelle e Lucan. L’amore trionferà sull’odio, oppure soccomberà definitivamente a esso?

Cari amici lettori, oggi ho il piacere di parlarvi del seguito di “Il rumore di una foglia d’acero”, intitolato “Il sussurro di un fiordaliso”, capitolo conclusivo della nuova dilogia firmata dalla mia amata Amélie.


Se nel primo volume siete stati travolti da una miriade di emozioni, vi assicuro che nel secondo ne verrete sopraffatti.
La storia riparte dallo stesso punto in cui era terminato il primo libro, che ci aveva lasciati non solo a bocca aperta, ma anche con una carica di adrenalina smisurata: una Jaelle intrappolata non da uno ma da ben tre nemici, pronti a far cadere l’ultima foglia d’acero e a mettere fine alla sua vita. 
La consapevolezza della propria imminente disfatta non abbatte la nostra Jaelle quanto il sapere che a capo del piano malefico c’è proprio lui; l’uomo che l’aveva aiutata a rialzarsi e a prendere una nuova coscienza di se stessa, l’uomo che le ha ridato voglia di vivere e di credere nuovamente nell’amore, l’uomo che aveva, nonostante tutto, guadagnato la sua totale fiducia: Lucan.

Le parole che Jaelle rivolge a Lucan, mentre è intrappolata nella stretta mortale e spregevole di Ian, rappresentano ineccepibilmente lo stato d’animo, la rabbia, la delusione, la tristezza e l’immenso dolore della giovane, che ormai non ha nulla da perdere.
“Sei stato tu ad uccidermi in mezzo a quel campo di fiordalisi.
- Io non ti ho ucciso, Jaelle - .
- E invece sì. Le tue parole mi hanno trafitto come lame, dissanguandomi. La crudeltà nei tuoi occhi mi ha strappato il cuore dal petto e l’ha gettato nel fuoco, riducendolo a un mucchio di cenere. Il tuo sorriso maligno ha derubato la mia anima, lasciandola vuota e fragile. Tu non puoi neanche immaginare quanto ti detesto - .”
Se già la tensione era alle stelle, il salvataggio, rocambolesco e concepito in maniera brillante, renderà impossibile riprendere a respirare fino alla fine del primo capitolo.
Jaelle si troverà nuovamente costretta a nascondersi, protetta da un nuovo e misterioso personaggio di cui non ci verrà concesso apprendere l’identità fino a quando… Stop! Non posso dirlo. (LOL)
Rinchiusa nella sua prigione dorata, Jaelle scoprirà pian piano delle verità e alcuni nodi verranno al pettine: tante domande e congetture poste nel primo volume troveranno risposta, ma altrettante e nuove prenderanno il loro posto, regalandoci colpi di scena geniali e allo stesso tempo scioccanti.
Tuttavia la nostra protagonista non riuscirà a sfuggire a lungo a Lucan, che in una circostanza eccezionale riesce a riappropriarsene e, minacciandola nella maniera più subdola, a farla restare con lui. Ma anche il nostro protagonista ha le mani legate, perché nonostante tutto anche il misterioso angelo custode di Jaelle lo tiene in pugno; quindi il piano ideato per vendicare Monica e Ian raggiunge uno stato di stallo, che porterà questi ultimi a compiere gesti estremi.
Cosa avrà mai escogitato Lucan per costringere Jaelle a concedergli la sua obbedienza e sottomissione? E chi è in realtà Kyan, il misterioso protettore di Jaelle, ma soprattutto cosa vuole da lei?


La convivenza forzata e i POV alterni ci concederanno la possibilità di entrare nei meandri più nascosti delle menti dei nostri protagonisti, regalandoci splendide note introspettive da entrambe le parti, che contemporaneamente ci faranno sperare e scoraggiare. Infatti, mentre Jaelle mostra la sua purezza d’animo, nel bene e nel male, provando e ammettendo a se stessa di sentire sentimenti tanto contrastanti quanto simili, Lucan al contrario resta fedele a se stesso e ci mostra un lato oscuro e privo di luce, che renderà estremamente scoraggiante la ricerca di un barlume anche se minimo.
“Le farò versare lacrime e subito dopo gliele asciugherò. La farò urlare di dolore e poi la zittirò con un bacio, lenendo con la lingua le sue ferite. Le farò maledire il mio nome e poi la obbligherò a invocarlo.
Quando finalmente Jaelle sarà sconfitta, io ritroverò me stesso. E quando conoscerà tutta la verità, io sarò libero. Lei, invece, pur senza catene, né sbarre, non si sentirà mai più libera, perché avrà troppi legami con me. Mi cercherà, disperatamente, ma sarà in grado di trovarmi? Lo vedremo. Intanto, proseguirò con il mio gioco.”
Cosa può spingere un uomo come Lucan a voler distruggere in tal modo la sua vittima? Possibile che il suo lato “dark” sia rinchiuso in una segreta della quale sono state buttate via le chiavi?
Quanti tasselli ha questo straordinario puzzle, che compone una storia altrettanto incredibile?

Vi posso dire che a un certo punto mi sono sentita un po’ come il “Piccolo principe” sulla sua stella cometa, con quella sensazione allo stomaco che solo le montagne russe sanno dare e travolta e immersa in una scia di impulsi emotivi tra i più svariati.
Encomiabile inoltre il ritmo, in cui l’autrice concede al lettore attimi per riprendere “fiato” susseguiti da una tensione sia fisica che psicologica che a tratti va all’estremo.
Trovo incredibile la naturalezza spontanea con cui si è portati a provare empatia per i suoi personaggi, amandoli o odiandoli; nel bene e nel male, anche dopo aver finito il libro, diventano parte di un capitolo della vita del lettore.

Amélie è riuscita, anche in questo conclusivo capitolo, a regalare un connubio perfetto tra psico - thriller e noir/dark, rimanendo sempre coerente con il suo stile, che personalmente adoro.
Le descrizioni dei paesaggi, così come gli interni, sono accurate, ma non maniacali, atte a far sentire e vedere al lettore quello che sentono e vedono i personaggi: a volte sembra di assistere a un film o di trovarsi veramente in una determinata stanza, cogliendone odori, temperatura e immergendosi nella sua tetra oscurità o abbagliante luminosità. Tutti questi fattori, uniti a un racconto trasposto con grande padronanza di stile, rendono questa dilogia, a parer mio, un piccolo capolavoro.
Se siete amanti del genere, che conosciate o meno questa autrice dai mille talenti, vi consiglio di cuore questa lettura: non vi deluderà.


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