BATTE ANCORA, Jennifer Hartmann. Recensione

 

Titolo: Batte ancora
Autore: Jennifer Hartmann
Editore: Royal Books
Genere: Dark/contemporary romance
Data di uscita: 15 dicembre 2022


Quando Cora partecipa alla festa di compleanno di sua sorella, il massimo che si aspetta è una sbornia o una camminata della vergogna. Non avrebbe mai immaginato che le avrebbero rubato il portafoglio, obbligandola a dover contare su Dean – il suo arcinemico e grandissima spina nel fianco. E non pensava nemmeno che si sarebbe svegliata incatenata nel seminterrato di un pazzo. A peggiorare le cose il fatto che Dean è accanto a lei, incatenato a sua volta.
Dopo quindici anni di battute, insulti e dispetti, adesso lo scherzo supremo sembra porgere loro il conto più salato. Due persone che hanno sempre pensato che avrebbero finito con l’uccidersi a vicenda ora devono collaborare se vogliono sopravvivere. Ma Cora e Dean non hanno idea che il rapitore ha un piano per loro. Un piano che sconvolgerà il loro rapporto e sfumerà la linea tra odio e amore, legandoli insieme con qualcosa di molto più forte delle catene.

ATTENZIONE: questo libro contiene temi forti (stupro, violenze, morte) non adatti ad un pubblico sensibile. Riservato ai maggiori di 18 anni. Leggere con consapevolezza.


Ben ritrovati, readers. Eccomi qui a parlarvi di “Batte ancora”, romanzo autoconclusivo dark romance consigliatomi da un’amica che sa quanto io adori il genere.
Avete voglia di una storia d’amore meravigliosamente tragica ed emotivamente sconvolgente? Non potete perdervi questo libro.
Cora è un personaggio dalla battuta pronta che però nasconde radicate e profonde fragilità.
Fin dai tempi del liceo, nutre una profonda avversione per il fidanzato di sua sorella, Dean, il tipico bad boy scontroso, muscoloso, con la sigaretta tra le dita e la giacca di pelle. Già dal primo capitolo – ancora prima che la trama prenda campo – tra i due si respira un alone di reciproco disprezzo e alta tensione che, mi è stato subito chiaro, non è altro che interesse vicendevole represso. La storia inizia dal momento in cui entrambi vengono rapiti e rinchiusi in un fetido seminterrato da un pazzo criminale che non possiede né coscienza né anima.
Chi è il loro carceriere e che cosa vuole dai due?
La prigionia vedrà Cora e Dean protagonisti di orrori abominevoli che cambieranno per sempre la loro vita.
Il loro rapporto, seppur inizialmente ancora teso e rancoroso, si evolverà in qualcosa di più puro e intimo, porterà a galla una realtà che entrambi avevano celato persino a loro stessi.
Non so se ci sia un senso di drammatica ironia nel fatto di essere stata imprigionata con l’unica persona al mondo che odio, o se dovrebbe sollevarmi realizzare di non essere sola in questa brutta situazione.
Tanti anni di solitudine e incomprensioni. Tanti anni di amarezza.
La verità è che Cora è sempre stata sola e Dean, con i suoi continui scherzi di cattivo gusto, insulti e ingiurie, ha contribuito a farla sentire tale. Come può fidarsi di lui adesso? Come può pensare che voglia darle sostegno e conforto in una situazione orrenda come quella che stanno vivendo? Eppure, dovrà farlo. Dean diventerà l’unica ancora di salvezza su cui Cora potrà fare affidamento per sopportare gli accanimenti del loro carceriere.
Nel seminterrato degli orrori, sarà proprio Dean a calmare le sue paure e placare il suo terrore.
Si sono sempre dati addosso: battute velenose, armature pesanti e parole che pungono e fanno sanguinare. Questi sono sempre stati Cora e Dean.
Non in quel seminterrato, però. In quel luogo di dolore, saranno soltanto due anime affini, perse ed erranti, con tutto e niente in comune. Finalmente confesseranno ciò che non hanno mai avuto il coraggio di rivelare.
Riacquistata la libertà, tuttavia, la prigionia non cesserà, le catene continueranno a esistere, anche se visibili solo ai due protagonisti.
Sarà per loro una costrizione ancora peggiore.
Nulla sarà come prima. Non esisterà vizio, scusa o colpa, bensì sentimenti prepotenti e confusi che scavano i loro cuori.
C’è così tanta incertezza…c’è così tanto che non riesco a vedere. Ho paura di perdermi nelle onde tumultuose e andare alla deriva, a malapena a pelo d’acqua, a malapena in grado di respirare.
È strano scrivere questa recensione, sapete? Ho letto tanti dark romance, alcuni molto più sconvolgenti di questo, eppure mi viene difficile catalogare una per una le emozioni che sento dentro, dar loro un nome e metterle nero su bianco. Ma ci proverò!
Cora e Dean si sono guadagnati un posto speciale nel mio cuore, forse perché è proprio dagli incubi che nascono i sogni migliori. Amore, dolore, rimpianto, rabbia: per tutta la durata della lettura, le mie emozioni si sono trasformate in una spirale di frenesia. In ogni singolo momento, alcuni più di altri forse, il mio cuore ha palpitato fortissimo nella cassa toracica, ha cercato di darsi alla fuga e ho dovuto imporgli di calmarsi.
Il romanzo è diviso in tre parti, la prima è la vera e unica parte di genere dark: un incubo freddo e spaventoso che fa gelare il sangue nelle vene. Avrete capito che le sevizie peggiori sono riservate a Cora, e sebbene non descritte in modo dettagliato, l’idea di cosa abbia dovuto sopportare lascia senza parole.
In quell’inferno, Dean e Cora mi hanno fatto commuovere fino alle lacrime.
E l’amarezza non finisce con la prigionia.
Nella seconda e terza parte, vedrete Cora e Dean affrontare le consapevolezze e le conseguenze emotive del trauma subito e vi assicuro che non saranno pagine leggere e spensierate, ma dolorose, impregnate di sofferenza. Si sentiranno soli e vulnerabili. Sconfitti.
E così mi sono sentita io nel leggerle.
Ero lì e li ho visti: ogni cicatrice, ogni difetto, ogni pezzo rotto e vuoto. Come si può tornare alla vita dopo aver vissuto qualcosa che ti ha cambiato nell’animo?
Semplicemente non si può.
Ne hanno passate troppe.
Cora e Dean meritano e agognano un lieto fine, disperatamente; tuttavia, il prezzo da pagare sarà molto alto. Il destino riserverà loro strade difficili da percorrere, scelte ancora più drammatiche.
È la prima volta che mi imbatto in questa autrice, la sua penna non mi dispiace affatto, il risultato del suo lavoro è un dark molto “leggero” (passatemi il termine), nel senso che la trama non si sofferma nella descrizione dettagliata di ogni atrocità che viene commessa e/o subita, ma lascia (chiaramente) intuire la dinamica (molto tragica e molto drammatica).
L’angst è senza dubbio una sua prepotente caratteristica, ma anche la passione, la
possessività, l’amore, il desiderio la fanno da padroni fra le pagine.
Ho intenzione di leggere il romanzo di prossima uscita con caratteristiche simili a questo (tematica di prigionia) già anticipate nelle note a fine libro e che promette un altro bel carico di emozioni. Sarò masochista? Può darsi, ma preferisco mille volte storie che fanno un male cane a quelle che non mi trasmettono nulla. La pensate come me? Avete voglia di soffrire un po’? Dean e Cora vi insegneranno che serve anche la tristezza affinché la felicità assuma un profondo significato.
Non importa quanto oscura, quanto difficile o quanto dolorosa possa essere la strada della guarigione. 
Non importa quanti colpi o battute d’arresto cerchino di trascinarti di nuovo nel fango. Non possiamo dare il nostro cuore a un altro senza prima amarci.

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