TITOLO: Ruthless
AUTORE: Debora C. Tepes
EDITORE: self publishing
DATA DI PUBBLICAZIONE: 16 Aprile 2021
COVER ARTIST: Qamber Designs
GENERE: Contemporary/Sport Romance
Jason
Sono cresciuto nel ghetto, tra le risse e le sparatorie.
Ho visto la morte in faccia, troppe volte.
Sul ring e nel sesso sporco tiro fuori la mia rabbia.
Senza legami, senza sentimenti.
Mi chiamano Ruthless, lo spietato.
Non mi piegherò per nessuno, non farò entrare nessuno nella mia vita.
Non permetterò a nessuno di infilarsi sotto pelle, di confondermi i pensieri.
Soprattutto, non lo permetterò a lei.
Eppure il suo solo pensiero mi infiamma il petto.
Ariana
La mia vita sembra perfetta, ma solo io conosco la verità.
Il mio sogno è stato distrutto per sempre.
Il passato non mi lascia andare.
Nessuno può davvero leggermi dentro, oltre i miei abiti costosi e la mia pelle bianca.
Nessuno tranne lui, Jason.
Lui che mi terrorizza con quello sguardo che è una notte senza stelle.
Lui che mi incendia come nessun altro può fare.
Lui che non potrà mai essere mio.
Dopo il suo ultimo romanzo “Hate that I love you”, la Tepes torna con un nuovo Contemporary Sport Romance pronto a travolgere con la sua essenza feroce e intensa. Siete pronti a farvi irretire i sensi da Jason e Ariana? Lui, un ragazzo nato e cresciuto nel ghetto, spavaldo, brusco e violento. Lei, tirata su nella zona più ricca ed esclusiva di Los Angeles, ragazza ingenua e innocente che non è mai scesa a patti con il marcio della vita. Due mondi estremamente lontani che inaspettatamente collidono. Due anime che, all’apparenza, non hanno nulla da spartire. Che cosa potrebbe mai accomunarli? Una vita buia, priva di luce, che sta stretta. In questo romanzo non leggerete soltanto di una storia d’amore contrastata, ricca di pregiudizi e convinzioni. Sono narrati temi importanti e attuali come il razzismo e ci viene mostrato il lato buono e cattivo di questo mondo ormai corrotto. Il ragazzaccio del ghetto e la ragazza dei quartieri alti ci insegnano quanto sia poco intelligente catalogare la gente in bianco e nero, quando esistono un miliardo di sfumature: insieme saranno tutto ciò che questa società rifiuta.
Quando hai la pelle nera, vivi nel sudiciume della città, tra guerre fra gang, sparatorie e miseria, capisci sin da bambino che nulla ti sarà mai facile: dovrai annaspare per rimanere a galla, rimboccarti le maniche come meglio puoi per cercare di uscire o non farti contagiare dal marcio. Questo, Jason lo ha imparato da quando ha visto il padre morire davanti ai suoi occhi, il fratello maggiore ricorrere a scelte sbagliate per portare avanti la famiglia, e la nonna, la donna che ama di più al mondo, fare i salti mortali per mettere il pane in tavola. A causa di tutto ciò, Jason vive costantemente avvolto dalle fiamme dell’inferno. Cova, ormai da tempo, una rabbia bruciante che prima sedava in risse per strada, ora attraverso la boxe, sport che gli consente di tirare avanti senza dover correre grossi rischi. Ha imparato a proteggersi, a combattere, a schivare colpi e ad assestarne di letali: Ruthless, questo è il suo nome sul ring.
“Quando salgo sul ring, combatto come un animale. Ruthless, è così che mi hanno soprannominato. Spietato. Perché lo sono. Perché la fame e la povertà mi hanno portato a esserlo.”
Combatte con ferocia, massacrando i suoi avversari quando il lato oscuro prende il sopravvento. Il suo unico obiettivo è quello di sfondare nel mondo della boxe professionistica, guadagnare abbastanza da poter levare le tende dal ghetto e regalare, a se stesso e alla nonna, una vita tranquilla e con tutti gli agi possibili. Ma, con il carattere che si ritrova, non sarà cosa facile riuscire a seguire le regole e scalare la vetta del successo.
È un tipo schivo, violento, brusco e glaciale che non si fida di nessuno, nemmeno di se stesso e tende ad allontanare chiunque cerchi di entrare nella sua vita. Conoscerà Ariana quando gli servirà una nuova infermiera a domicilio per sua nonna e si presenterà a lei proprio con quell’atteggiamento scorbutico e irascibile di cui vi ho parlato. Quella ragazza bianca e ricca, completamente fuori posto nel ghetto, non gli andrà per nulla a genio. Non esiterà, infatti, a giudicarla male, trattandola pure peggio. Readers, Jason non spiccherà per simpatia a primo impatto, prendetene atto, poiché si comporterà da grande pezzo di merda, ma il fatto è che non riesce davvero a sedare il brusco carattere di cui è fatto. Il suo caratteraccio metterà a dura prova la pazienza di Ariana. E ci credo! Sarà sempre prevenuto, agguerrito, fraintenderà ogni buona parola e buona azione da parte della “bianca snob” e finirà puntualmente per ferirla. Non sarà facile, per Ariana, relazionarsi con lui. E non sarà facile, per noi, cercare di capirlo, mi è stato chiaro sin dal primo momento. Se ho avuto la tentazione di prenderlo a schiaffi? Hai voglia!
Ma provate a mettervi nei suoi panni: una rabbia come la sua, covata e maturata per anni, è difficile da domare, se non impossibile. Sarà costretto a conviverci, fino a quando non gli si ritorcerà contro.
Mi rendo conto che vi sto parlando solo di un Jason rude, pericoloso, scontroso e possessivo e io vado in visibilio per questo mix di caratteristiche.
E di Ariana che dire?
Lei è tutto ciò che Jason non cercherebbe mai in una donna. Come avrete appreso, il suo cervello la detesta, ma le sue parti basse, invece, prendono fuoco quando lei è nei paraggi. Ariana è in tutto e per tutto il suo opposto e l’opposto delle donne che ha sempre frequentato, anzi scopato, perché Jason non frequenta nessuna.
Vi ho già detto che fa parte dell’élite di Los Angeles, ma non potrebbe essere più lontana dall’essere una snob viziata, come è solito definirla chi vive nel ghetto. Ariana ha sempre immaginato di poter iniziare una brillante carriera come cardiologa, ma spesso capita che i progetti e i sogni di tutta una vita vengano travolti inaspettatamente e si finisca per accontentarsi di una vita che non si sente propria. Seppur in parte, è riuscita a realizzare il suo sogno: si prende cura delle persone anziane con tutta la passione e la vocazione di cui è capace. Perché lei è così: il suo cuore è puro e semplice. È come un libro aperto, concede a tutti di sfogliarne le pagine. Eppure è circondata da persone che non la comprendono e che non si prendono nemmeno la briga di farlo. Era una ragazza molto vitale e solare, ma non è più così. Ogni stimolo, ogni più piccola emozione, sono precipitati nell’oblio a causa di un tragico evento che l’ha profondamente segnata. Ora è quella che si può definire una ragazza solitaria e remissiva, fragile, ferita e smarrita, che non ha mai conosciuto l’amore vero, l’affetto e il calore di una famiglia. Non sente più nulla.
“Sono fortunata a essere ancora qui. Eppure, di tanto in tanto, avverto un senso di inquietudine, un magone alla bocca dello stomaco, un monito che mi ricorda chi avrei voluto essere. E chi sono adesso. Dovrei amare la mia vita, dovrei essere riconoscente, ma non ci riesco. Forse un giorno riuscirò a farlo, sforzandomi di essere felice. Ammesso che la felicità esista, e che non sia solo un’illusione”
Anzi, mi correggo: non sente più nulla fino a quando i suoi occhioni innocenti incrociano quelli neri e tenebrosi di Jason. Quando succede, Ariana si sente sciogliere in modo indecente, avvampare come se stesse andando a fuoco. Ma ogni volta che si incontrano, finisce sempre per fare la figura dell’agnellino patetico, senza spina dorsale, perché la tempra pericolosa di Jason le suscita troppo timore.
“Un uomo che porta solo guai. Eppure c’è qualcosa in lui che catalizza la mia attenzione, rendendomi vulnerabile. Rendendomi come un fiocco di neve al sole di mezzogiorno. Cosa mi sta succedendo? Perché mi sento come se mi fossi persa in una pericolosa e oscura foresta? Perché, quando incrocio i suoi occhi, crolla ogni mia convinzione? Sono domande che mi pongo ogni giorno e ogni notte. Quando lo vedo e anche quando non è con me. Anche se sono sola a casa, il mio pensiero migra verso di lui.”
La Tepes ci regala un approccio iniziale piuttosto divertente: lui che continua a provocarla, divertendosi nel vederla a disagio e in imbarazzo e lei che, in soggezione, potrà soltanto protestare o ignorarlo, senza riuscire a domare la forza del desiderio che prenderà ad assalirla a tutta potenza.
Insomma, non inizieranno nel migliore dei modi, ma poco a poco, chiacchierando e conoscendosi, provocandosi e pungolandosi, daranno vita a un rapporto tenero e feroce allo stesso tempo. La smania di sentirsi, toccarsi e baciarsi, crescerà a ogni pagina sempre più e, per quanto entrambi cercheranno di contrastare il tutto, sarà una guerra persa in partenza. Non si può arrestare la marea, una volta che ha preso ad avanzare. Puoi solo lasciarti travolgere e sperare di non farti male. Non aspettatevi che tutto fili liscio, cari readers. Con i romanzi della Tepes il lieto fine non è mai stato facile e gratuito e “Ruthless” non sarà l'eccezione alla regola.
Anche stavolta Debora Tepes ha saputo dare tanto. Questo stand-alone è l’ennesima conferma di quanto questa autrice sappia destreggiarsi alla perfezione in ogni genere possibile. Il suo stile, da che la conosco, non è calato per nulla di aspettativa: passione e adrenalina, sofferenza e tenerezza, violenza e ferocia sono tratti tipici della sua penna che fino a ora non si è mai smentita. Dialoghi curati alla perfezione e momenti erotici con una carica sessuale ad alte temperature. Come sia possibile contenere un mix tanto in contrasto, con risultati così soddisfacenti e coinvolgenti, davvero non lo so. Ma lei ci riesce alla grande. E fosse solo questo. Le descrizioni degli ambienti e delle circostanze che fanno da sfondo, sono talmente vivide e dettagliate che mi ritrovo sempre a ricreare quei paesaggi nella mente. In questo caso abbiamo lo stesso scenario, ma con due prospettive differenti: il ghetto, quartiere miserabile e malfamato e la Los Angeles che conta, quella “per bene”, che non puzza di marcio e di morte. Debora ha deciso di dar voce ad Ariana e Jason e alla loro storia d’amore, sempre in primo piano nel romanzo, ma proviamo a pensare un attimo a ciò che troviamo nel contorno e sullo sfondo: il riflesso di una realtà che non ha nulla di immaginario. Personaggi come Jason e Ariana sono coloro che annaspano per rimanere a galla, coloro che hanno visto con i propri occhi quanto possa prendere a schiaffi la vita. Coloro che non vivono, ma sopravvivono.
Con i loro pov, in prima persona, conoscerete tutto di entrambi, ogni crepa, ogni punto debole e di forza, ogni pensiero intimo. Entrambi mi hanno regalato emozioni incredibili: ho sofferto, pianto, riso e amato tanto questi due personaggi e ogni loro modo di essere. L’unico appunto che mi sento di fare è che vedevo questa storia nei perfetti panni di una dilogia, in modo che determinate situazioni potessero essere approfondite e, perché no, dilungate, avendole trovate leggermente affrettate, soprattutto nell’epilogo della storia. Ma forse questo mio pensiero è anche dettato dal fatto che detesto non poter leggere più di loro, non poter più teletrasportarmi tra queste pagine e viverle istante dopo istante. Spero di poter tornare a leggere di Jason e Ariana. “Ruthless” è una favola moderna in cui i protagonisti “osano” l’impensabile: una bellissima storia d’amore in cui un uomo e una donna, insieme, trovano una propria identità, sfidando la società e rinascendo dalle proprie ceneri.
“La nostra pelle è di colore diverso, il nostro ceto sociale è agli antipodi, il nostro vissuto è differente, eppure Jason e io siamo anime gemelle. L’amore non si premedita. Non si sceglie chi amare, è il cuore che te lo indica.”
PRODOTTO FORNITO DALL'AUTORE


























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