FABBRICANTE DI LACRIME, ERIN DOOM. Recensione


TITOLO: Fabbricante di lacrime
AUTORE: Erin Doom
EDITORE: self publishing
GENERE: contemporary romance
PAGINE: 606
DATA PUBBLICAZIONE: 20 dicembre 2020
PREZZO: € 2,99 ebook

Fin da bambina Nica ha sempre desiderato soltanto una cosa: avere una famiglia.
Quando a diciassette anni qualcuno decide di adottarla, quel desiderio diventa realtà e il suo sogno sembra finalmente realizzarsi.
Nica è docile, buona e colma di una speranza che la porta a vedere il meglio nel mondo, ma il destino vuole che insieme a lei venga portato via anche un altro orfano, Rigel, l'ultima persona che Nica vorrebbe come fratello adottivo.
Rigel è intelligente, scaltro, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare chiunque, ma il suo aspetto angelico cela un'indole spietata, oscura e a tratti folle da cui Nica si è sempre tenuta alla larga. In lui c'è qualcosa di incomprensibile che ha sempre reso il loro rapporto difficile e inconciliabile, e anche se le loro anime sono legate da un passato comune di dolore e mancanze, la convivenza tra loro sembra impossibile.
Eppure, nonostante Rigel rappresenti in tutto e per tutto il lupo della favola, Nica è determinata a non arrendersi e a proteggere il suo sogno da qualsiasi ostacolo.
Persino quando quell'ostacolo ha due occhi neri e uno sguardo bruciante.
Persino quando la guarda in quel modo... come se desiderasse divorarla.

"Non tutti i veleni hanno un antidoto. Alcuni si infilano nella tua anima, ti stordiscono con il loro odore e hanno gli occhi più belli che tu abbia mai visto.
E a loro non esiste cura.
Nessuna."
Quando un bambino viene privato dei sogni, a cosa si può aggrappare, se non alla speranza?
...ogni bambino deve essere buono.
Perché non è nella sua natura, la rabbia, non è nella sua natura la gelosia o il dispetto.
Ogni bambino deve essere bravo, perché i pianti e i capricci e le menzogne non gli appartengono.
E se menti, lui lo sentirà.
Se menti vuol dire che sei suo, e lui vede tutto, ogni emozione che ti muove, ogni brivido della tua anima. Non puoi ingannarlo. Allora sii bravo, bambino. Allora sii ubbidiente.
Allora non essere cattivo, e sopra ogni cosa ricorda: non puoi mentire al fabbricante di lacrime.
Nica ha solo cinque anni quando, a causa di un incidente, viene privata dei suoi affetti più cari: i suoi genitori, una famiglia.
Piccola e fragile, viene abbandonata in un orfanotrofio dimenticato da Dio, e sottomessa a regole e imposizioni che un bambino non dovrebbe mai conoscere. Cresce nella speranza che un giorno dai cancelli di quel lager entri qualcuno tanto disperato da decidere di voler adottare proprio lei, una bambina con le dita ricoperte di cerotti e gli occhi tanto strani da sembrare di vetro.
Quegli stessi occhi da cui sono sgorgate infinite lacrime: lacrime di dolore, di terrore, di stupore e troppo raramente di gioia.
Nica cresce con la speranza di poter meritare una famiglia.
Ci crede davvero, ma la favola con cui è cresciuta le ha insegnato che i sogni non esistono e che provare emozioni è troppo spesso sinonimo di sofferenza e dolore.


Rigel è l'incarnazione del male, o almeno lui crede di esserlo.
Nato sotto una cattiva stella, appena partorito viene lasciato di fronte ai cancelli dell'inferno; per lui inizia una crescita travagliata, protetto da una donna malvagia che crede di vedere in quel bambino la sua possibilità di una maternità mancata e riversa su di esso un amore malato, soffocante e ossessivo.
Rigel conosce solo il dolore. Ciò che sente nella testa si trasforma in azioni folli per chi lo osserva; ogni bambino o ragazzo abbastanza intelligente dell'istituto gli sta a debita distanza, spaventato dalla sua facile irascibilità.
La sua unica debolezza?
Nica.
Dalla prima volta che ha posato lo sguardo su di lei, l'ha odiata.
L'ha odiata così profondamente da sentirsi scorrere il suo stesso sangue nelle vene. Era una droga così insidiosa da non farlo respirare.
Sapeva che lei sarebbe stata il suo fabbricante di lacrime, e la storia glielo dimostrerà.

Chi è il fabbricante di lacrime?
Nasce come la favola dell'uomo nero, una fiaba raccontata ai bambini con il solo fine di spaventarli a morte, di renderli deboli e di anestetizzare i loro sentimenti; per far loro credere che i sogni non esistono, che provare emozioni significa piangere e che per crescere bisogna prima imparare a soffrire e poi, forse, a gioire.


Leggere questo libro è stata pura poesia.
Era tempo che non avevo il piacere di assaporare una narrazione così intrisa di sentimento, di vocaboli semplici ma ricercati. Per alcuni potrebbe risultare prolissa, grazie a una quantità di descrizioni e particolari da lasciare a bocca aperta; ma ogni sillaba di questo racconto dà sfogo all'immensità di un’autrice dotata di profonda intelligenza e saggezza.
La storia inizia lasciando credere che si tratti un noir, cosa che con l'evolversi della narrazione andrà scemando.
La presentazione dei personaggi è da subito profonda e oscura, e le vicissitudini che vivono i ragazzi all'interno dell'istituto, tanto dolorose quanto raccapriccianti e violente.
Nulla è lasciato al caso e l'autrice è maestra di una storia che arriva dritta al cuore.

Rigel viene descritto come il lupo della storia.
Quel ragazzo, che con i suoi occhi neri come l'onice sembra sprigionare solo odio e disprezzo, è la personificazione della furia che nutre verso se stesso e per la sua incapacità nel provare emozioni.
Rigel ustionava gli sguardi, catturava l'attenzione come lo scheletro di una casa in fiamme o la carcassa di un'automobile distrutta sul ciglio della strada. Era crudelmente bello, e più cercavi di non guardarlo più quel fascino tortuoso ti si incastrava dietro agli occhi.
Si infilava sotto la pelle, si allargava come una macchia fin dentro la carne.
Questo lui era: maliardo, solitario, insidioso.
Un incubo vestito dei tuoi sogni più nascosti.
Solo Nica è in grado di perforare quella coltre nebulosa che avvolge il suo cuore nero, ed è l'unica che vorrebbe strapparsi dal petto per smettere di soffrire.
La sua Falena ammaliatrice, che con i suoi occhi glaciali, i suoi modi sempre gentili e il suo istinto di proteggere ogni insetto o verme raccapricciante, vive nel suo mondo sognante fatto di nuvole e illusioni.
Quella bambina prima, e giovane donna poi, vestita di stracci deformi con le dita ricoperte di cerotti colorati a coprire i suoi peccati e le sue debolezze.
Così maledettamente ingenua, così stupida e odiosamente delicata.
La sua sola vicinanza crea dipendenza e l’idea di essere anche solo sfiorato da lei, potrebbe scatenare in lui il mostro che alberga nella sua anima, sempre pronto a esplodere di rabbia e ossessione: alienante, soffocante, indistruttibile.
...eravamo così vicini che il battito dentro la mia gola era suo.
Il mio stupore era il suo.
Il mio respiro era il suo...
Tutto era suo, persino la mia anima.
Mi sto dilungando e, per quanto io dica, non potrei mai descrivere a pieno la moltitudine di sensazioni che ho provato leggendo questa meraviglia.
Ognuno di noi ha il suo fabbricante di lacrime.
Quella persona per cui daremmo la vita, con cui ci sentiamo collegati così profondamente da provare le sue stesse emozioni, che ci fa mancare il respiro e ci fa sentire completi.
Attraverso la storia complicata di questi due giovani, scopriamo la realtà di ognuno di noi, il significato dei sentimenti, il viaggio e la scoperta di essi, e di ciò che ogni essere umano è in grado di provare per se stesso e per le persone che ama.
Non si può mentire al fabbricante di lacrime, perché quest'essenza fatta di ombre non è altro che la nostra anima, che ci chiede di dare sfogo alle nostre sensazioni, che siano rabbia, gioia o dolore: impossibili da reprimere.

Nessun commento