Abilene, Rebecca Quasi. Recensione.


Titolo: Abilene
Autore: Rebecca Quasi
Genere: Storico
Editore: Self-publishing
Pagine: 342
Data di uscita: 13 novembre 2020

Londra 1837 - Abilene Fairfax è abituata a dare scandalo al Ton e non si cura delle chiacchiere e alle maldicenze che la seguono da quando ha sposato il vecchio Conte di Stonefield.
Arthur Lake è un amico d’infanzia della Duchessa di Clarendon, che ha riversato nella professione medica e nell’affetto per il figlio la sua passione e le sue speranze.
Quando le condizioni di salute del Conte si aggravano, Lady Stonefield decide che deve dare a tutti i costi un erede al casato. Contatta così il dottor Lake, affinché attesti il suo stato e la segua nella gravidanza e nel parto.
Basta poco perché il senso etico e morale con cui Arthur Lake conduce se stesso e la professione medica vadano in collisione con la spregiudicatezza della contessa e ancora meno perché i due provino una forte attrazione reciproca.
Il decesso del conte e la nascita di una femmina sconvolgeranno i piani di Abilene, separandola dalla figlia e allontanandola da Londra.
Il destino però ha in serbo altri piani e nell'estate del 1841 le cose cambiano...




“Lei s’infiltrava, anche quando era odiosa, quando provocava, quando non faceva nulla per passare inosservata o si trastullava con i sentimenti altrui.”


Non so dirvi se preferisco Rebecca Quasi quando scrive contemporanei o quando scrive storici: in entrambi i casi rimane una delle autrici che amo di più e che non mi delude mai. 
Anche stavolta è riuscita a tirare fuori dal cappello una storia appassionante e a dare vita a personaggi reali, con i loro difetti e le loro virtù, con mancanze che li rendono umani e tratti che me li hanno fatti amare immensamente. 
Lady Abilene Stonefield è ancora una ragazzina quando è costretta a sposare Conrad Fairfax, conte di Stonefield; la differenza d’età tra loro è tale, che il conte avrebbe potuto essere suo nonno. E non è tutto: l’uomo l’ha umiliata ripetutamente e a difenderla ha sempre e solo avuto Hector, il suo valletto giamaicano che per lei è molto di più. È commovente il rapporto che li lega: sono inseparabili, nonostante la loro diversità così evidente provochi scandalo nel Ton. L’uomo è davvero protettivo nei suoi confronti ed è un personaggio che si ama senza esitazioni; non si può dire la stessa cosa della contessa: Abilene è bellissima, minuta, ricca e sfacciata. Tutto il Ton parla di lei e non certamente in termini lusinghieri, ma lei rimane imperturbabile e sembra che nulla riesca a scalfirla. Non fa una bella impressione nemmeno al dottor Arthur Lake, amico d’infanzia di Emma, Duchessa di Clarendon: Abilene pretende che sia lui a seguire la sua poco ortodossa gravidanza e fin da subito tra i due sono scintille, perché la contessa si presenta a lui come una persona distaccata, fredda e impudente, ma al tempo stessa cinica e disperata. Ben presto si intuisce che tutte queste “doti” sono state affinate in seguito a una vita per niente facile e piacevole e persino il buon dottore comprende che non può farsi coinvolgere dal compatimento e dalla partecipazione verso la bella e giovane donna.
Abilene aprì gli occhi e lo trovò seduto sul letto con una familiarità che ormai era fuori luogo. La lotta senza quartiere del travaglio e del parto era finita, per cui sarebbe stato opportuno ristabilire le distanze … La loro intesa era sorta opponendosi l’una all’altro in una smania di prevaricarsi che aveva come unico scopo quello di provare a non piacersi.”

 

Il loro è un rapporto strano, che sfocia in un’attrazione inspiegabile e alla quale Arthur non vuole cedere, per quanto sia un uomo solo e alla disperata ricerca di un’intimità che gli è sconosciuta tra le mura di casa, dove ogni giorno ad attenderlo trova una moglie depressa e verso la quale non prova nessun sentimento amoroso. I battibecchi con la contessa lo stimolano, e qualcosa di grande sta nascendo tra di loro; eppure sanno che tutto questo è destinato a finire una volta portata a termine la gravidanza. La descrizione del sentimento nato tra loro è degna della migliore Rebecca Quasi: introspettiva, essenziale, decisamente profonda e potente. Un sentimento però interrotto dalla partenza di Abilene. La grandezza dell’autrice si ritrova anche nella narrazione dello strazio di Abilene, costretta a rinunciare a un pezzo della sua vita, e riesce a ingenerare in chi legge un’angoscia profonda. 
Sono passati tre anni e la vita mette nuovamente Abilene e Arthur sulla stessa strada; sono i figli di lui a farli incontrare: Samuel e Rose, in visita alla nonna, Mrs. Lake, trovano in Abilene una compagnia stimolante e affettuosa. Gli anni hanno cambiato Abilene: ora è una gentildonna sola, forse disillusa e reduce da un dolore che l’ha quasi distrutta. La forte attrazione che li aveva uniti alcuni anni prima ritorna prepotente e un segreto ormai svelato e che sconvolge Abilene in realtà li avvicina sempre più. 
Nel corso del romanzo la figura di Arthur cambia: da medico rigorosamente attento all’etichetta, deciso a evitare coinvolgimenti non programmati, distaccato seppur attento, diventa un uomo sicuro di sé e di quello che vuole, pronto a sfidare la sorte e a forzare la mano agli eventi; da spettatore della sua vita solitaria diventa attore, partecipe e presente.
“Quella mattina erano stati entrambi troppo sconcertati per riuscire a mettere a fuoco quel che avevano da dirsi, così a un certo punto, quando si era creata una strana tensione tra loro, una faccenda che un uomo di scienza avrebbe dovuto riconoscere e diagnosticare senza fatica, avevano smesso di parlare e si erano solo guardati. Guardati fino a consumarsi. Lambiti, accarezzati, implorati con gli occhi.”

 

Il grado di intimità raggiunto con Abilene è stupefacente: quando sono soli sembrano una coppia consolidata, si completano in misura perfetta, ritualizzano alcuni atteggiamenti sebbene non facciano altro che parlare, conoscersi, inconsapevolmente innamorarsi. In pubblico invece si comportano come perfetti estranei, semplici conoscenti che però custodiscono uno spazio segreto che abitano solo loro. 
Bellissima e intensa la scena in cui Arthur e Abilene si concedono l’uno all’altra: l’autrice con grande delicatezza e maestria ci guida alla scoperta di un sentimento che i due non sanno di provare, ma che in Abilene comincia ad affermarsi con coraggio e forza. Nonostante questo e la passione scoppiata tenera e violenta dopo anni di attesa, non appena le cose si fanno un po’ più complicate, Abilene fugge; è una decisione che ancora una volta costa a tutti dolore, mentre in Arthur genera rancore, ma la donna è irremovibile: quello che deve fare è più importante di loro due e solo una volta portato a termine il suo compito potranno vedersi di nuovo. A quel punto però la paura del dottore di non essere all’altezza della contessa, il timore di perdere con il tempo la passione e di veder soffocata l’intimità che ora scorre libera tra loro, lo porta ad allontanarsi da Abilene.
“Arthur la baciò tra il collo e l’orecchio in un punto che aveva sempre immaginato fosse particolarmente sensibile. Non si era sbagliato perché la sentì cedere subito. “Che fate?” domandò Abilene. “Cambio di programma.” “Eh?” “Il lento corteggiamento che avevo in mente è andato a farsi benedire.”

 

Quando leggo i libri di Rebecca Quasi, mi chiedo spesso come sia possibile riuscire a creare personaggi che per la loro interezza e forte personalità, escono dalle pagine e si piazzano nel cuore di chi legge. La bravura di quest’autrice nell’indagare a fondo nell’animo delle sue creazioni è impressionante; e non lo fa solo con i protagonisti, nossignori: a ogni personaggio è dedicata una cura profonda, i sentimenti vengono scandagliati, le emozioni raccontate minuziosamente e anche in questo libro sono rimasta a bocca aperta davanti a tale abilità. Abilene, Arthur, Hector, Samuel, Rose sono vivi agli occhi del lettore, così come Mrs Connors e Mrs Lake, rispettivamente la governante e la mamma di Arthur, due figure che hanno animato in positivo la storia. Ci sono passaggi che sono di una dolcezza impensabile e commovente: ad esempio quando Arthur canta la ninna nanna a Rose ammalata mi è venuto il magone, anche per la storia che c’è dietro… Poi ci sono brani molto divertenti, uno su tutti quello di Emma, duchessa di Clarendon, che deve annunciare al marito la sua terza gravidanza: ho riso a pieni polmoni; ma ce ne sono anche altri, che scoprirete leggendo questo libro favoloso. Ironia e battibecchi secchi e sferzanti sono nello stile di quest’autrice, un tratto che adoro e che in questo libro sono solamente un pochino attenuati, per adattarsi al linguaggio dell’epoca. Per quanto riguarda i due protagonisti, li ho adorati: l’apparente freddezza e l’imperturbabilità di Abilene nascondono una fragilità e una dolcezza che mostra solo quando si sente al sicuro e amata. Solo allora smette la maschera che indossa e si mostra nuda, lasciando intravvedere quella vulnerabilità che lascia malinconico il lettore, rendendolo empatico nei confronti di questa piccola grande donna, che ha combattuto tante battaglie, ne ha perse molte, ma non si è mai data per vinta. È schietta, ribelle, indomabile e solo il carattere paziente di Arthur riesce a fare breccia in lei; Arthur che è orgoglioso, ironico e deciso, Arthur che è un uomo fuori dal suo tempo: l’amore profondo per i figli, il grande rispetto per la donna che ama, la sua abnegazione al lavoro che svolge con altruismo, non sono tratti comuni agli uomini di fine Ottocento.

Un libro delicato e potente insieme, raccontato con eleganza e ironia; un’ulteriore conferma della grandezza di quest’autrice. 


**COPIA ARC RICEVUTA A TITOLO GRATUITO DALL'AUTRICE IN CAMBIO DI UNA RECENSIONE ONESTA**

                                                               

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