TU CHE AVANZI NEL BUIO DELLA NOTTE, VIRGINIA DELLAMORE. Recensione


Titolo: Tu che avanzi nel buio della notte
Autore: Virginia Dellamore
Editore: self publilshing
Genere: storic romance
Pagine: 365
Prezzo e-book: € 2,99
Data d’uscita: 8 luglio 2020


Nonostante la sua giovane età e la sua straordinaria bellezza, Elizabeth è una ragazza dai gusti semplici, ben diversi da quelli delle sue coetanee. Mentre le altre fanciulle sognano di lasciare la quiete della campagna e di trascorrere una Stagione indimenticabile, lei non ha alcuna intenzione di abbandonare il paesino del Derbyshire nel quale vive. Preferisce la pace dei boschi e lo splendore dei laghi allo sfarzo di Londra. La città non l’attrae e il matrimonio non le interessa.
Finché, un giorno, incontra il ragazzo più affascinante che abbia mai visto: Lord Cecil Cavendish, l’erede del conte alle cui dipendenze lavora suo padre. Un partito apparentemente irraggiungibile per la figlia di un modesto servitore.
Meno irraggiungibile si dimostra invece un altro ragazzo, Jem Black, un tipo rude da poco giunto al villaggio in cerca di lavoro e subito assunto come stalliere.
Tanto Cecil è timido e gentile, quanto Jem è spavaldo e sgarbato.
Tanto Cecil incarna l’idea del principe delle fiabe, quanto Jem sembra un pericoloso pirata.
Sebbene così diversi fra loro, però, entrambi celano importanti segreti.
Per chi batterà il cuore di Elizabeth? Chi sconvolgerà la sua giovinezza? A chi donerà il suo amore per sempre?
Una storia romantica e avventurosa, fra baci rubati, corse a cavallo, feste danzanti, misteri, rancori, rapimenti e vendette, e un sentimento sincero e profondo che neppure il tempo può cancellare.

Elizabeth Grandison ha sedici anni, vive con il padre nella tenuta del Conte di Rochester e ama la natura e la vita avventurosa: le piace camminare nell’erba all’alba, ama gli animali, è avventurosa e ribelle. I capelli rosso oro e gli occhi azzurri la rendono una bellissima ragazza. 


Un giorno intravede il figlio del conte, Cecil, il primo ragazzo che con la sua bellezza angelica le fa battere il cuore. A distanza di poche ore nelle stalle della tenuta incontra un altro giovane uomo, completamente diverso da Cecil: sembra uno zingaro, alto e imponente, con i capelli neri e la carnagione scura, ha fantastici occhi grigi che la scrutano impudenti e sfacciati. È ferito e ubriaco e la bacia con furia. Da quel momento inizia un rapporto strano, fatto di amore e odio, soprattutto da parte di Liz; perché il giovane invece la trova bellissima ed è intrigato da quella fanciulla che gli tiene testa. Il bacio rubato a Liz lo mette in pace con il mondo e si trova troppo spesso a ripensare a quella fata; la guarda e la desidera, ma è estremamente consapevole di non essere l’uomo adatto a lei: la sua vita è costellata di violenza, il padre fin da quando era piccolo lo ha ferito in ogni modo possibile, allontanandolo dalla famiglia e relegandolo in un triste e infame orfanotrofio. Le cicatrici che segnano il suo corpo raccontano una terribile storia di soprusi e la sua estrema povertà trova una pausa solo grazie al lavoro che gli viene offerto dal padre di Liz. Eppure ha il cuore buono: salva da sicuro annegamento una cagnetta e i suoi cuccioli, divide con lei il cibo giornaliero e per la prima volta nella sua vita si trova ad accudire qualcuno. 
Questa combinazione di attrazione e repulsione da parte della giovane rende la prima parte del romanzo molto interessante: lei sente di odiare quel bruto che però nello stesso tempo le provoca un turbine di emozioni. Lo vuole evitare, ma non può fare a meno di cercarlo con gli occhi e visita spesso il luogo dove l’uomo dorme per poter vedere Charlotte, la cagnolina che James ha salvato. 

La storia che James racconta è davvero terribile; ed è resa ulteriormente appassionante dal fatto che è lo stesso ragazzo a narrare in prima persona le sue disavventure, mentre i capitoli che riguardano Liz sono in terza persona. In questo modo le emozioni sono state molto più impattanti e mi sono trovata spesso con una forte rabbia addosso al pensiero di tutto quello che ha dovuto sopportare il piccolo James, per di più a opera di suo padre. È comprensibile come ora sia pieno di rancore, amareggiato e sarcastico; eppure, da quando ha conosciuto Liz, la sua vita è cambiata e una pace sconosciuta sembra albergare in lui quando si trova in sua presenza. Non può fare a meno di pungolare quella giovane tanto fiera e coraggiosa, che risponde punto per punto alle sue provocazioni.
“In quel momento, James sgranò gli occhi con maggior impeto, fissandole l’abito in un modo strano. “Quel vestito bagnato è diventato trasparente! Desiderate mostrare le vostre grazie al principino sperando che vi sposi?” “Siete impazzito, per caso? Smettetela di gridare!” esclamò ancora lei, gridando a sua volta. James, che prima di entrare in acqua si era tolto la giacca lasciandola asciutta sull’erba, la afferrò bruscamente e gliela porse. Liz non riuscì ad evitare di fissarlo. Anche la camicia di lui era inzuppata e gli fasciava il corpo muscoloso come un guanto di seta.”
La gelosia si risveglia feroce in lui quando a Liz giunge un invito a cena al castello: teme che Cecil si innamori di lei; in realtà il giovane, dopo un’accoglienza fredda, le confessa di essere alla ricerca di un’amica e in Lizzie trova una degna confidente, pronta ad ascoltarlo e a stimolarlo. Cecil è sopraffatto dalla presenza invadente e prepotente del conte, al quale non riesce a opporsi. Nel frattempo il sentimento sconosciuto che si è fatto strada nel cuore di James per Liz cresce; un brutto e tragico episodio li vede assieme, questa volta a combattere per la vita.


Mamma che ansia, ragazze! Quanto ho sofferto durante la lettura di questo brano? Si procede con il timore che possa succedere qualcosa di terribile e ancora una volta è James a farne le spese. Durante quella orrenda notte il mondo tranquillo e sereno di Liz viene messo sottosopra e quando tutto finisce, stremata dalle emozioni provate, confessa a James il suo amore per lui. E lui la allontana crudelmente. 
Il mistero si infittisce: la morte violenta della vecchia che viveva nel bosco sembra non avere alcun legame con il resto, mentre in realtà tutto è collegato e l’autrice è stata brava a narrare una storia in cui si mescola anche un pizzico di suspense. Liz, abbandonata, perde la sua gioia di vivere e la sua impetuosità si placa. 

Sono passati quasi quattro anni: la giovane ha riallacciato i rapporti con il ramo materno della famiglia, e Lady Ashley, la nobile nonna, la vuole a Londra per la Stagione, alla ricerca di un marito altolocato. Liz invece non vuole sposarsi, il suo cuore dopo l’abbandono di James si è indurito e a parte il padre, che ama teneramente, e Cecil, che ricorda con dolcezza, detesta tutto il genere maschile.
“Cosa ci fate a Londra, Elizabeth?” le domandò senza giri di parole. “La città è diventata vostra, per caso?” “No. Continuo a possedere ben poco, e di sicuro non posso permettermi di acquistare una città”, le rispose lui, ironico, senza scusarsi. “Credevo non amaste Londra”. “A volte si crede di odiare qualcosa, senza conoscerla. E a volte si crede di amarla, per la stessa ragione. Dunque ho deciso di concedermi questo viaggio. Sapete, ho quasi ventun’anni, dovrò pur decidermi a trovare marito.”
Proprio a Londra Liz e James si incontrano nuovamente: è un istante, ma che evidenzia come nessuno dei due abbia mai dimenticato quei pochi mesi trascorsi nella campagna del Derbyshire, qualche anno prima. 
Ora le loro vite sono ancora più complicate: Liz ha bisogno di uno chaperon per spostarsi, mentre James lavora in una casa da gioco con annesso bordello. È il braccio destro del proprietario, si accompagna spesso a donne di ogni titolo e grado, ma nel suo cuore è rimasta solo Liz ed è lei che invoca ogni volta che sta con qualcuna; contemporaneamente beve per stordirsi e dimenticare quel viso angelico che lo tormenta da quattro anni a questa parte. Sembra davvero che non ci possa essere nulla tra di loro, ma ancora una volta il destino decide diversamente; si incontrano in alcune occasioni, mentre il desiderio di James per Liz si riacutizza: la brama e la sogna. Gli sembra di impazzire, e ubriacarsi sempre di più e più spesso sembra l’unico modo di trovare un po’ di pace. 

Anche Liz si intristisce sempre più: un episodio in particolare la distrugge, ma non è l’unica a essere spezzata: anche Cecil, arrivato a Londra, è disperato e forse la vicinanza reciproca potrebbe aiutarli… È a questo punto che James capisce di dover intervenire subito: non sopporta di vederli insieme e il pensiero di Liz assieme a qualsiasi uomo lo manda in bestia. Ma se da un lato la felicità sembra finalmente a portata di mano, dall’altra qualcuno trama per separarli e per rendere la vita di James un inferno. Saprà Liz ritrovare la determinazione di un tempo, la forza per aiutare James e salvarlo da un destino che pare scritto indelebilmente? 

Ancora una volta Virginia Dellamore ha dato vita a un romanzo di tutto rispetto. In particolare ho amato molto James, per la sua storia così sofferta e per il coraggio che ha dimostrato; non si è mai arreso ai soprusi, alle violenze; la sua voglia di riscatto lo ha più di una volta tenuto in vita e quando incontra Liz un sentimento così nuovo e prezioso lo scuote dentro. È bellissimo sondare il suo animo tormentato, seguire le sue emozioni così acerbe inizialmente e così potenti con il passare del tempo. Eppure non esita a sacrificarsi per il bene di Liz: sa che non può offrirle quella vita che una creatura così straordinaria merita e quindi la allontana nell’unico modo che conosce, ferendola.
“Non posso”, mormora, e adagia la testa sul mio petto. Trema come una bambina infreddolita. La amo più di un attimo fa, quando gliel’ho detto; più di ieri, quando l’ho pensato; più di quattro anni fa, quando l’ho temuto. Domani potrei amarla più di oggi. Mio Dio, non smetterò mai di amarla. Mio Dio, che mi uccida o meno, senza di lei morirò comunque.
Liz d’altra parte mi piace a prescindere; forse non sapete che adoro le protagoniste con i capelli rossi e la sua chioma è una bandiera: un inno alla ribellione, alla voglia di vivere intensamente, a godere della parte più selvaggia della natura. Non dimentichiamoci il periodo di ambientazione del romanzo: a quel tempo la libertà per una ragazza ben educata non era così scontata, anzi. Liz può ringraziare un padre che la ama profondamente, che ha conosciuto l’amore vero che purtroppo gli è stato strappato troppo presto dalla vita; forse per questo appoggia con affetto misto a preoccupazione il carattere indipendente e sbarazzino di Liz, che assomiglia tanto alla sua adorata e defunta moglie. 

Cecil è un giovane che deve affrontare un ostacolo immenso per l’epoca in cui vive, ma che, grazie alla vicinanza e all’amicizia di Liz, trova il coraggio di prendere in mano la sua vita, in barba al Ton benpensante e soprattutto liberandosi del giogo di un padre prepotente e crudele. 
Ferdinand è il cugino di Liz, è un personaggio simpatico che in breve tempo si affeziona veramente alla giovane donna e la sprona a raggiungere quella felicità che merita. 
Sullo sfondo, una Londra in cui ancora tanto potere hanno le convenzioni sociali, anche se un vento di novità sta scuotendo l’Europa e le gesta di Napoleone sul continente sono destinate a scuotere la società del tempo. 

Lo stile è quello delicato e potente insieme che ho imparato ad apprezzare in quest’autrice, che ha anche il merito di aver indagato l’animo dei suoi protagonisti e di averci regalato un romanzo appassionante.

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