Titolo: Mercoledì
Autore: Rebecca Quasi
Editore: self publishing
Genere: Contemporary Romance
Pagine:
Prezzo Ebook: €
Data di pubblicazione: 15 maggio 2020
Prendere una sbandata con i fiocchi per la preside del liceo della propria figlia e avviare una comoda, ma segreta non-relazione a sfondo sessuale, potrebbe rivelarsi un tantino impegnativo, soprattutto se, a causa di un divorzio fuoco e fiamme, non si conosce affatto questa figlia dalla vita sociale pari a zero e vive in una città di provincia. Questo è ciò che accade a Michele Bastiamante, editore di successo, e a Nera Valdraghi, preside di un liceo. La disinvoltura di Michele si scontrerà con il perbenismo di Nera in uno scambio tra il serio e il faceto che ridisegnerà la vita di entrambi.
“Se solo ti vedessi con i miei occhi…”
Michele Bastiamante, cinquant’anni molto ben portati, all’improvviso si trova a fare da padre a Eugenia, sedicenne goffa, sovrappeso, sciatta e supponente. Ha delegato (sbagliando) in tutto e per tutto la sua educazione alla ex moglie, nel momento in cui si è trasferito a Milano per lavoro, ormai tanti anni prima. Un po’ per pigrizia e un po’ per quieto vivere, da allora i suoi rapporti con Eugenia si sono diradati e ora sono due estranei; certo nei suoi confronti si sente molto responsabile, soprattutto dopo la recente morte della madre, così si reca puntuale al colloquio con la Preside del liceo che la figlia frequenta.
Nera Valdraghi, la Dirigente scolastica, è una donna molto bella e affascinante; ha una personalità scoppiettante e irriverente. Ed è spietatamente sincera e diretta: durante il colloquio con Michele, più di una volta mi è scappata la risata. Ha convocato Michele perché Eugenia viene bullizzata...
Il romanzo parte subito con toni ironici e frizzanti, con quell’umorismo che talvolta si fa irriverente e che è un tratto distintivo e a mio parere irrinunciabile di quest’autrice. Dovete leggere per capire, ma di sicuro Nera colpisce Michele, oltre che per la sua bellezza, per il suo eloquio sfrontato ed esplicito. Tanto che il padre non può che accettare i consigli della donna e per “svecchiare” un po’ Eugenia, assume la sua vicina di casa; Angelica ha vent’anni, anche lei zero peli sulla lingua e una cotta per Michele, che però rifiuta sempre le sue chiare avance. Nonostante l’aspetto da svampita, Angelica, che è un’aspirante blogger di moda, si dimostra fin da subito sveglia e sagace e il suo aiuto alla lunga è determinante: oserei dire che il loro diventa un affettuosamente contrastato rapporto di amicizia e affetto.
Ogni volta che Nera e Michele si rivedono, scoppiano scintille; arrivano finalmente a un accordo, che sanno essere temporaneo e che pretendono senza alcun coinvolgimento. Nera non vuole lasciarsi scappare l’occasione di concedersi qualche momento di rilassato piacere con quell’affascinante uomo; è in odore di divorzio da Stefano, marito fedifrago, ha un figlio che adora e una famiglia d’origine alquanto singolare e l’avventura che Michele le prospetta è l’occasione giusta per allentare un po’ la tensione dell’ultimo periodo…
“Okay, solo due piccole considerazioni, si concesse. Ricapitolando: lui le aveva chiesto di andare a letto insieme, con regolarità, ma senza complicazioni. Come si facesse ad andare a letto con qualcuno con regolarità, ma senza complicazioni, era una cosa che Nera non riusciva a immaginare, ma forse era lei a essere poco evoluta.”
Uno dei pregi della scrittura di Rebecca Quasi è sicuramente l’incisività: non servono molte parole per dare vita a dialoghi appassionanti e graffianti; non ci sono fronzoli, si va dritti al punto e l’autrice lo fa con una precisione e un’ironia che ogni volta mi lasciano senza parole.
Un secondo indiscutibile pregio è che i personaggi sono veri, reali: sembra di potersi rispecchiare in essi, nei loro problemi quotidiani, nel loro difficile rapporto con i figli, o con il partner, o con la vita in generale. Si ha l’impressione, grazie a questa scrittura immediata, di vivere le loro esperienze o quanto meno di vestire i loro panni anche nella quotidianità.
Terzo motivo per cui amo i libri di quest’autrice, sono le sue protagoniste femminili: donne che vivono ben piantate nella realtà, che si destreggiano tra figli, lavoro, matrimonio, cioè ancora una volta la vita. Ma lo fanno con un coraggio e una leggerezza che fanno sembrare meno brutti anche i problemi; hanno grinta, ma quello che adoro in loro è che non si fanno “seghe mentali”: vogliono qualcosa? Lo prendono, pur attente a non ferire gli altri. Si buttano, vivono il momento con lucidità e un po’ di sfida. Il loro comportamento in camera da letto (ma anche sul divano, in cucina…) è invidiabile: sicuro, dritto al punto (che segnano sempre), pulito e senza paranoie; ma con quel pizzico di pudore che non guasta. Avrei voluto essere come Nera Valdraghi quel primo mercoledì alle 9…
Seguono altri mercoledì, uguali al primo, eppure un po’ diversi: lentamente l’intimità aumenta, parlano perfino; si scambiano anche qualche confidenza, scappata fra i denti.
Ho trovato divertentissimo il capitolo dedicato all’influenza di Michele: solo Rebecca Quasi avrebbe potuto descriverlo mettendoci ilarità, senso pratico e sensualità! E che dire di Angelica? Lo è di nome, ma non di fatto: ha una personalità invadente, la sensibilità di uno schiacciasassi, la diplomazia di un ariete, ma si è presa a cuore la situazione di Eugenia; la aiuta con i vestiti, la segue nella dieta, la consiglia (certo a modo suo) sui primi rapporti sociali. E in mezzo a tutto questo, ci prova ripetutamente con Michele: è interessante scoprire i modi poco ortodossi che mette in campo, ma ormai l’interesse dell’uomo è tutto per la Preside.
“Abbiamo un problemino, dottoressa Valdraghi” esordì Michele. A questo punto o ce ne andiamo in un hotel e salviamo la nostra non-relazione da malsani risvolti emotivi e personali, oppure, in barba alla morbosa curiosità dei piccioni, ci facciamo un giro in centro, ti aiuto a scegliere un abito da sera, finisco per conoscerti meglio e la nostra meravigliosa non-relazione va a puttane.”
È ormai palese a entrambi che il loro rapporto sta evolvendo e virando verso un innamoramento; questo da un lato spaventa Nera, ma dall’altro le è chiaro che con Michele può finalmente essere se stessa, fino in fondo e senza filtri; e questo la gratifica parecchio… Nera vive in una piccola città di provincia, ha una coppia di genitori particolari, per i quali l’apparenza è irrinunciabile; sente lo spauracchio delle maldicenze di chi vive in centri piccoli; insomma, non è facile non soccombere alle pressioni sociali che l’hanno guidata per tanto tempo. Vive quindi una difficile contrapposizione: la voglia di stare con Michele, di scoprirsi innamorata, di godere di questa occasione; ma anche la paura di ferire qualcuno, in primis suo figlio; il timore di passare per la grande meretrice babilonese; l’ansia di contravvenire alle pressioni della madre; lo sgomento di far trapelare che ha una storia con il padre di una sua allieva… È un intrico di contraddizioni che suscita grande tenerezza in Michele.
Non potete sapere con quale abilità l’autrice è riuscita a descrivere il passaggio, lento, ma inesorabile, dal rapporto strettamente fisico concordato all’inizio, all’innamoramento tra i due: la dolcezza, la loro stessa autoironia al riguardo, la pazienza di Michele nell’assecondare le fissazioni di Nera… Il tutto è narrato in un modo che arriva al cuore del lettore. Questi due personaggi sembrano essere fatti l’uno per l’altra, ma nuove insidie si profilano all’orizzonte e minano le sicurezze di Nera.
“Invece di calmarsi la cosa prendeva una piega sempre più estrema. E licenziosa. Michele sospettava dipendesse dal fatto che avevano mandato a monte il sesso liscio a favore di un’introspezione che aveva preso loro la mano; si stavano innamorando, c’era poco da girarci intorno, e il sentimento esaltava la fisicità. Le entrò dentro con sicurezza, ah, luogo magnifico, caldo e stretto. E tutt’intorno la sua donna, complessa e sottile, strana e bellissima.”
La famiglia di Nera è disfunzionale: madre ipocrita e perbenista solo a parole; padre arrogante e superbo; sorella un po’ zoccola; togliete il “po’”: non sapete quanto ho detestato Aurelia! Non vi voglio rovinare il piacere di scoprirla leggendo il libro, ma sono certa che concorderete con me che con tali consanguinei non ci si stupisce poi tanto delle incongruenze di Nera; se poi ci aggiungete un (quasi) ex-marito come Stefano, c’è da chiedersi come possa essere così equilibrata…
La pazienza di Michele non ha eguali: è un uomo sicuro di sé, affascinante, ironico, ma la qualità che più ho ammirato in lui è proprio la pazienza, il saper aspettare, il non mettere fretta. È pure saggio, perché capisce che non fare pressioni su una Nera combattuta tra “volere” e “potere” è la carta vincente per non compromettere questo loro rapporto nuovo, bellissimo, ma fragile. Questo non vuol dire che a volte non sia necessario dare una piccola spinta al destino… e il piano che architetta quando la situazione precipita, è degno di un grande stratega.
È incredibile come certe autrici riescano ogni volta a sorprendermi con storie che mi entrano nell’anima. Rebecca Quasi è sicuramente una di queste: ogni volta che leggo un suo lavoro, rimango colpita per la bravura e l’ingegnosità che riesce a infondere nei suoi libri; i personaggi da lei creati anche questa volta sono di una soavità stupefacente: non parlo solo dei protagonisti, che pure sono favolosi, ma anche dei secondari. Eugenia, Angelica, persino Aurelia e Stefano sembrano bucare le pagine e incontrare il lettore a faccia a faccia, provocandogli emozioni vere e profonde.
La storia tra Nera e Michele dà l’occasione per affrontare un difficile e purtroppo diffuso tema sociale dei nostri giorni: il bullismo. Eugenia ne è vittima e nonostante la scuola, il padre e anche Angelica facciano di tutto per cambiare la situazione, nonostante il suo percorso per acquisire sicurezza in sé, forza e determinazione nell’affrontare i compagni dia ottimi risultati, le speranze di integrazione sono praticamente nulle e portano Michele a una scelta che avrà anche conseguenze sulla sua stessa vita.
Eppure Eugenia può dirsi fortunata: grazie all’appoggio di un padre che scopre cammin facendo, al sostegno di una Barbie determinata a rivoltarle la vita come un calzino (per evitarle i brutti momenti che lei stessa ha vissuto), e all’amicizia di persone come Nera e Azim, riesce a trovare in sé la forza per affrontare a testa alta anche i momenti più umilianti, che comunque la feriscono a fondo. Ma chi non ha queste fortune? Chi si trova solo e abbandonato, o non ha i mezzi giusti per contrastare la prepotenza dei bulli? È difficile dare risposte, ma il lavoro da fare è ancora tanto e dev’essere capillare.
In ogni caso, il cambiamento in Eugenia è netto e profondo; ne guadagna la sua autostima, ma anche il suo rapporto con il padre: si piacciono tanto ormai e il loro legame si approfondisce e arricchisce di nuove sfumature. L’epilogo è tutto dedicato proprio alla giovane, al suo riscatto e alla sua ritrovata voglia di vivere, come una qualunque adolescente dei nostri giorni. E da mamma di tre adolescenti, l’ho molto apprezzato...
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