L'ORA DELLA VENDETTA, JOSIE LITTON. Recensione


TITOLO: L'ora della vendetta
SERIE: Catturata #2
AUTORE: Josie Litton
DATA D’USCITA: 21 maggio 2020
EDITORE: Grey Eagle Publications
GENERE: dark romance
PAGINE: 428


Mi chiamo Adam Falzon. Sono nato in una famiglia all’antica, erede di un impero spietato e di una storia cruenta. Quando avevo quindici anni, ho vendicato il brutale assassinio dei miei genitori, e mi sono guadagnato il mio trono. Sono un uomo da temere, e mi piace che sia così.

Ho rapito la Principessa d’America, Grace Delaney, per usarla come leva nel tentativo di controllare la sua potente famiglia. Non avrebbe dovuto essere altro che una pedina, ma la mia bella prigioniera non è affatto come mi aspettavo. È impetuosa, coraggiosa e appassionata, e si rifiuta di piegarsi al mio volere. Eppure, sono determinato a domarla, in un modo o nell’altro. È l’unica maniera.

Ma quando una pericolosa faida diventa letale, i miei segreti minacciano di dividerci. Grace avrebbe dovuto essere soltanto il mezzo per raggiungere un fine, ma adesso è l’unica che può salvarmi. In cambio, farò tutto il necessario per tenermela.
Ben ritrovati, cari readers!
Solo un mese fa scrivevo la recensione del primo capitolo di questa dilogia e ora eccomi qui a parlarvi del gran finale.

Attenzione: se non avete letto “La torre di Malta” non continuate la lettura di questa recensione. Rischio spoiler.

Allora, che dire? Da dove iniziare?
“La torre di Malta” si è concluso lasciando molta angoscia e aspettativa in noi lettori: dopo tutto quello che aveva condiviso con Adam, Grace ha nuovamente tentato la fuga dalla sua prigione dorata, suscitando nel suo aguzzino un profondo senso di delusione e tradimento.
A questo punto il romanzo si conclude con una Grace rinchiusa in una stanza fredda e buia, legata a una sedia, nuda e bendata. Che sorte l’attende non ci è dato saperlo e per questo la nostra fantasia ha galoppato e immaginato diversi scenari.
“L’ora della vendetta” è iniziato spiazzandomi totalmente perché, al contrario di ciò che credevo sarebbe successo, ossia che Grace sarebbe stata punita e umiliata per ciò che aveva osato fare, invece è stata liberata. Avete capito bene: È STATA LIBERATA.
Dopo il suo ritorno alla vita, a New York, si è ritirata in se stessa, come un animale ferito che vuole solo accovacciarsi da qualche parte e rimanere da sola. Questo succede perché nulla avrebbe potuto prepararla all’intensità brutale e primordiale del suo bisogno di Adam; né al senso di perdita e di vuoto straziante che la vedrete provare dopo la sua liberazione.
“La cacofonia dei clacson dei taxi, l’aroma di curry proveniente da un chiosco ambulante, la planata di un jet attraverso il cielo blu brillante, niente di tutto ciò mi toccava”
Vi state chiedendo se vi troverete di fronte alla classica sindrome di Stoccolma? La risposta è si: Grace si rifiuta di condannare il suo aguzzino ed esprime sentimenti di intensa attrazione e desiderio per lui.
Adam l’ha rigettata in un mondo al quale non appartiene più, senza una parola di spiegazione e come può ora Grace sperare di lasciarsi alle spalle tutto ciò che è successo tra loro due? Ora è di nuovo a casa, libera dalla sua prigionia, ma perché dovrebbe voler dimenticare, quando proprio durante quella prigionia le è stato aperto un mondo di piacere e desiderio tutto nuovo, di cui brama ancora far parte?
L’unica certezza che le resta è che con Adam e soltanto con lui potrebbe tornare a essere veramente completa.
Ma la vita va avanti e, volente o nolente, Grace deve riprendere a vivere, o a cercare di farlo. Il suo progetto a Haven House, quello di aiutare i senzatetto afflitti da malattie mentali, sarà un buono stimolo di ripresa, ma anche la promessa che aveva fatto di dare giustizia a Patrick le darà lo sprone necessario. Ricordate cos’è successo a suo cugino? Grace è venuta a conoscenza che la sua stessa famiglia lo ha assassinato perché aveva scovato prove della pazzia in agguato al centro della famiglia Delaney, una rete velenosa che ha tessuto generazioni di malvagità. Ora sta a lei scoprire di quali informazioni si tratta e fermare il ciclo di dominio, morte e sangue che gira attorno alla sua famiglia.

Vi starete chiedendo perché Adam abbia liberato Grace. La risposta è semplice: ha ottenuto quello che voleva dalla sua famiglia e scordatevi che vi dica di che cosa si tratta. Vi lascio solo supporre che, qualsiasi cosa sia, è molto più di quanto i Delaney volessero dare; persino in cambio della libertà di Grace.
Avrete capito in che stato emotivo troverete Grace, ma di Adam che dire? Come se la starà passando? Vedrete un Adam tormentato dal desiderio vorace e brutale di lei che si scontra con il travolgente bisogno di proteggerla dai pericoli che incombono su di lei e con il devastante senso di colpa per il male a cui l’ha sottoposta.
Il ricordo di Grace è un coltello che si rigira nella ferita che si è procurato lasciandola andare e, per quanto sia un uomo dalla ferrea volontà e autorità, per la prima volta sarà dominato da un’altra persona, una persona che doveva essere solo un mezzo per raggiungere un fine: Grace. Quindi, per quanto sconcertante possa essere, Adam verrà messo di fronte a una realtà che non potrà più essere negata: Grace ha sconvolto il suo mondo, al punto che lui non lo riconosce più.
“Mi ero detto che lasciarla andare era la cosa giusta da fare. Meritavo il dolore straziante di perderla. Sarebbe tornata nel suo mondo, si sarebbe rifatta una vita e avrebbe avuto un futuro di cui io non potevo far parte. Ma ora dovevo affrontare il fatto che, per quanto nobili fossero state le mie intenzioni nel liberarla, lei stava ancora soffrendo”
Nonostante ciò, sarà restio ad accettare e ammettere, anche a se stesso, quei sentimenti totalmente nuovi, ma c’è ne uno in particolare che, se ricordate bene, lo manda fuori di testa e lo spinge a provare emozioni oscure e minacciose: la paura. Paura di perdere Grace. L’ha liberata per proteggerla, ma Adam si renderà presto conto che solo con lui, in quell’alta torre, Grace sarebbe stata protetta dal sentore di morte che aleggia sulla sua testa. In fondo, il male che le ha fatto lui non è minimamente paragonabile a quello che, nell’ombra, si trama di fare a Grace.
Entrambi fronteggeranno incertezze e timori; entrambi abbasseranno la guardia per cercare di entrare l’uno nell’altra. Ma il loro rapporto non sarà affatto facile poiché dovranno combattere contro dubbi e paure e contro il crescente senso di prevalere l’uno sull’altro. Adam non potrà proteggerla per sempre dalle minacce che incombono e Grace, prima o poi, dovrà affrontare i pericoli che la minacciano.
Adam è talmente abituato all’obbedienza e lei è l’esatto opposto: come potranno conciliarsi due forze così opposte senza scatenare uno tsunami di emozioni e reazioni?



Proprio non me la sento di dare lo stesso voto, ossia 4 stelle, che ho dato al volume precedente. E non lo faccio per un semplice motivo: il dark dov’è? Definirlo tale è, a parer mio, un’esagerazione.
Romantic suspense sarebbe la definizione corretta poiché, tirando le somme, il romanzo gira tutto attorno al rapporto selvaggio e complicato che vivono Grace e Adam e all’incognita che si cela sulle prove schiaccianti che potrebbero rovinare la famiglia Delaney. Questa, tra l’altro, è un’incognita che vi porterete per tutta la durata della lettura, poiché la sua risoluzione avverrà soltanto negli ultimi capitoli. Nel frattempo Adam e Grace, con la loro sfrenata intimità e qualche momento d’azione, vi terranno compagnia.
L’unica cosa che ha davvero destato la mia implacabile e ineluttabile curiosità è stato il motivo per cui Adam abbia liberato Grace; quale sia stato il “pagamento” richiesto per la sua liberazione. 
I personaggi, la loro essenza, sono stati invece una bella sorpresa e scoperta. Non saranno gli stessi Adam e Grace che abbiamo conosciuto precedentemente, no; ognuno avrà la sua metamorfosi e che sia in positivo o negativo, questo spetterà alla sensibilità del lettore deciderlo.
Se nel primo romanzo Grace era una donna dalla forza in parte celata, qui la vedrete liberare quell’energia con una maestosità incredibile, momento di depressione iniziale a parte. L'attrazione per Adam sarà ancora lì, semmai più intensa, e di sicuro vi risulterà molto più carnale e disinibita, lei che ha sempre vissuto castamente.
“Vagamente, mi sovvenne che ero diventata una creatura piena di appetiti. Dopo così tanti anni a contenermi, mi dilettai a quel pensiero”
Adam lo abbiamo conosciuto come un guerriero abituato a prendersi tutto ciò che desidera, sotto l’aspetto di uomo civile e urbano; un uomo bello dal passato contorto e piegato sotto il peso della tragedia. Qui lo conoscerete sotto le vesti di un uomo spaesato da sentimenti che non ha mai conosciuto e che non sa come affrontare, reso confuso e contraddittorio da questi, appunto. Ancora più umano di quanto avessi palesato nella scorsa recensione. Ma per la gioia di noi lettrici che amiamo tutti i lati della natura complessa di Adam, ho il piacere di dirvi che il guerriero rimane; non diventerà certo un rammollito da fiori e cioccolatini. Vi saprà stordire e scioccare con la sua essenza; vi saprà sedurre con la sua violenta passione.
Entrambi saranno spinti al limite. Sessualmente, emotivamente. In ogni modo possibile. Shock e paura; timore e rabbia; desiderio e senso di colpa. Questa è la loro storia.
“Nella passione e nel sangue, nell’estasi e nel terrore, negli sguardi condivisi, nei fugaci sorrisi e nelle lacrime”
L’editing non è curatissimo, ma nemmeno trascurato. Nel romanzo i dialoghi non sono poi molto frequenti, a differenza di riflessioni e concetti che, a volte, diventano ripetitivi. Le scene sessuali (che non sono poche) sono ben descritte e non risultano volgari, ma, anzi, l’unica sola e grande forza che prevale su tutto il resto è il desiderio: caldo, sfrenato e molto carnale.
Se avete letto il primo volume, venite a scoprire come si chiude il cerchio. Pur non tenendo fede al genere, non lo sconsiglio perché è sempre bene portare a termine ciò che si inizia. A me, personalmente, non ha regalato emozioni particolari, se non per brevi attimi. Non mi ha suscitato, pienamente, quella febbrile curiosità di continuare a leggere, quella voglia incontrollabile che assale un lettore alle prese con un’opera che lo stravolge. E credo che il problema risieda nella storia, nell’evolversi delle vicende e non nei personaggi; quelli sono caratterizzati meravigliosamente. Credo che non sia stato sfruttato a pieno il potenziale della trama che poteva dare molto, ma molto di più. Tolto il sesso e l’eros, non rimane poi altro. Solo fumo e poco arrosto!

LA SERIE COMPRENDE I SEGUENTI TITOLI:

L'ORA DELLA VENDETTA


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