TITOLO: Ti voglio per me
AUTRICE: Angela White
EDITORE: self publishing
GENERE: Contemporary Romance
DATA PUBBLICAZIONE: 4 giugno 2019
PREZZO: € 1,99 ebook
PAGINE: 195
E la Bella arrivò al castello della Bestia...
Alla morte del padre e priva di risorse economiche, la giovane Annabelle raggiunge il Vermont per diventare la curatrice di una biblioteca privata. Tra le montagne innevate trova ad attenderla un castello da fiaba e una gelida accoglienza. Annabelle si dedica al lavoro con entusiasmo, ma un mistero avvolge il proprietario del maniero. Chi è Declan Lions? Come mai non ci sono sue fotografie né ritratti a Lions Manor? Per quale ragione si è ritirato dal mondo, circondato da una solitudine che solo la sua sconfinata ricchezza può garantirgli? Lui non vuole incontrarla, tuttavia Annabelle sente vicino a sé la sua intensa presenza…
“Annabelle Mayfair ha turbato la mia pace come un sasso gettato in uno stagno infrange la quiete della superficie. La odio perché… È così bella. Bellissima. Dorme serena come una bambina, immersa nel sonno profondo degli egoisti. Mi avvicino di più al letto. Le cose che potrei farle… Il piacere che le farei conoscere. Chissà se avrebbe paura? Dubito abbia già scoperto quale potente afrodisiaco sia la paura. Voglio sentirle pronunciare il mio nome. Sì, voglio il mio nome su quelle labbra piene e morbide. Le cose che potrebbe fare con quella bocca…”
“Ti voglio per me” è una sensualissima e contemporanea rielaborazione dell’amata favola “La Bella e la Bestia”.
“Non esiste amicizia più sincera di quella tra persone che amano gli stessi libri.”
Quando Angela White ha annunciato l’uscita di un romanzo un po’ diverso da quelli a cui ci ha abituate, ne sono subito stata incuriosita: mi piace chi si mette in gioco con nuove esperienze e non si accontenta dei risultati raggiunti; mi piace anche molto lo stile narrativo di quest’autrice, che ho avuto modo di apprezzare sia nel romance che negli storici. Quando poi ho saputo che la trama ricorda la favola di “La Bella e la Bestia”, ho esultato, perché è forse in assoluto la mia preferita tra tutte quelle di disneyana memoria.
Ora, per sapere se sono rimasta delusa o entusiasta di questo libro, dovete continuare a leggere…
Il romanzo si apre in media res e quindi dobbiamo tornare indietro di un mese per conoscere gli avvenimenti che hanno portato a questo momento dolce e intenso.
Alla morte del padre, che ha curato nei tre anni di malattia, Annabelle decide di non sottostare un secondo di più alle prepotenze della matrigna e soprattutto della sorellastra; senza un soldo, titolo di studio e nessuno a cui rivolgersi, parte per il Vermont, dove il suo mentore, maggiore MacTrevor, le assicura che Declan Lions sta cercando un’archivista per mettere ordine nella sua sconfinata biblioteca.
Ad accoglierla trova un’arcigna governante, Elizabeth Tower, e un giovane uomo, Ted, factotum di Lions Manor. Con sé porta solamente il libro che le ha regalato il maggiore, all’interno del quale trova una foto di due bei giovani soldati, e la lettera di raccomandazioni che il suo amico ha scritto per lei.
“L’immagine di lei, ferma nell’atrio, è indelebile nel mio cervello. Nitida e perfetta. Annabelle Mayfair era avvolta dalla luce. Sembrava irradiarla lei stessa. Quando ha guardato nelle ombre, verso di me, avrei voluto afferrarla e trascinarla nel buio. Vedere se avrebbe continuato a risplendere. Forse la sua luce avrebbe illuminato anche me. E allora sarebbe fuggita. Nella notte, sotto la neve, urlando terrorizzata. Perché le brave bambine sanno che bisogna avere paura del buio. Nel buio ci sono i mostri. Nel buio di questo castello, ci sono io.”
Leggendo questo libro mi sono seriamente interrogata sulla disperazione e sul coraggio di vivere di certe persone: persone che hanno perso tutto, che si sentono angosciate, che non provano speranza, che sono tanto arrabbiate o disperate, ma anche rassegnate e che sono schiacciate dal senso di colpa per qualcosa che hanno fatto o di cui si sentono responsabili. Per queste persone talvolta il buio e la solitudine sono di conforto; il nascondersi al mondo è considerato un regalo all’umanità, convinte di non meritare nessuna solidarietà.
Tristezza, rimpianto e solitudine sono sentimenti condivisi da Annabelle e Declan, anche se quelli dell’uomo sono intrisi di maggior cupezza. Ecco perché, pur non avendolo mai visto, ma avendone colto nell’aria l’essenza, la connessione di Annabelle con l’uomo è profonda; ed entrambi trovano un rifugio nella musica, suonata quella di Declan, ascoltata quella di Annabelle.
Non mi stanco di dire che le descrizioni di Angela White hanno un che di magico: ti trasportano sul posto, ne respiri profumi ed odori, ne senti i suoni e ne vedi, nitidi, i colori. Di più, riesci a vivere le emozioni dei protagonisti, ti senti parte della storia, vivi le loro gioie e le loro angosce. Una capacità questa che non hanno tutti gli autori, perché, se non vengono coinvolte le emozioni, una descrizione può essere perfetta e particolareggiata, ma suona vuota.
Inizialmente Annabelle è una scocciatura per Declan: lo costringe a cambiare le sue abitudini, lo spinge a provare un desiderio profondo e insieme un odio per la sua innocenza e per il suo entusiasmo. La ragazza è curiosa di incontrare il misterioso proprietario del castello, che però la evita, pur seguendone da vicino ogni mossa. Fortunatamente trova un buon amico in Ted, l’unico disposto tra l’altro a raccontarle qualcosa del passato del capitano Declan Lions; gli altri dipendenti, in particolare la governante, sono invece molto protettivi nei confronti del padrone di casa.
Arriva finalmente il momento di incontrare di persona Declan e la trepidazione di Annabelle, la sua ansia e la curiosa attenzione con cui ammira gli ambienti che non ha mai visitato, sono state anche le mie… L’incontro mi ha provocato il magone, per quanto sono state intense e crudeli le parole di Declan; tuttavia il ghiaccio è rotto e un’attrazione fortissima, quasi animalesca, scoppia tra di loro, sebbene il capitano si trattenga, pur desiderando Annabelle come mai nulla prima. Ha deciso infatti di tenersi lontano da lei, di non contaminarla con la sua disperazione e la sua rabbia. Il desiderio è tuttavia troppo forte e l’innocenza della donna conquista Declan, che la inizia ai piaceri del sesso.
“Lei distende le mani sulla sua schiena, in una carezza le posa sui suoi glutei, trattenendolo dentro si sé. “Non lasciarmi. Ti prego, non lasciarmi adesso. Ti sento. Sei qui con me.” Declan la bacia e ricomincia a muoversi. Annabelle sorride contro le sue labbra. Solleva le palpebre e lo guarda negli occhi. Lo sente sempre di più. Completamente in lei. Ma nel profondo più profondo, lui è già nel suo cuore.”
Declan assume però un doppio comportamento, che lascia perplessa Annabelle: durante il giorno è distante, non la cerca e non si fa vedere, mentre la notte diventa un amante appassionato e dolcissimo, completamente stregato da Belle, come affettuosamente la chiama. Ma cosa rappresenta Annabelle per lui, veramente? Cosa sono loro due? La giovane archivista comincia a chiederselo, mentre il pungolo della gelosia si fa sentire, quando scopre che poco prima del suo arrivo c’è stata “un’ospite” che veniva trattata come una principessa…
La passione di Declan è evidente nei suoi gesti e nelle sue parole, e i sentimenti di Annabelle sono ormai così profondi, da non vedere nemmeno le orribili cicatrici che segnano il viso di Declan; per lei l’uomo è bellissimo e la reazione di lui quando glielo dice è commovente… e bollente! Queste cicatrici però sono solo il riflesso di quelle che si porta dentro e che lo hanno segnato altrettanto indelebilmente.
Il livello di sensualità di questo libro è molto alto, le scene di sesso sono descritte con maestria nel dettaglio, ma non si scade mai nel volgare: i sentimenti dei due protagonisti, il loro vissuto e la loro bellezza interiore spostano lo sguardo del lettore più in profondità e quindi anche il sesso diventa qualcosa di mistico e inevitabile. Quando è Annabelle a prendere l’iniziativa, la tensione è alle stelle: la sensualità della descrizione è pari alla voglia che si ha di un lieto fine per queste due anime tormentate, consapevoli però che la strada è ancora lunga. Sì, perché Annabelle scopre ben presto che quello che le ha confidato la governante, su quanto sia difficile amare, ma ancora di più lasciarsi amare (perché in questo caso bisogna amare la vita, dice la saggia signora Tower), è la pura verità: Declan è molto possessivo e prende decisioni che riguardano Belle senza consultarla. Inoltre il suo progetto di vita sconvolge non poco la giovane, che inizia a capire l’invito sotteso nelle parole della governante: solo una persona molto forte e paziente può stare vicino a un uomo come Declan, per il quale gli strascichi del passato condizionano il presente e ipotecano il futuro.
Declan ha il potere di irretirla, la soggioga con le sue parole e la sua bocca in posti innominabili compie meraviglie, tanto che per un po’ Annabelle dimentica tutto il resto. Ma possono il senso di possesso e la sottomissione sessuale vincere sull’amore? E Annabelle può acconsentire alla strana richiesta di Declan?
“Annabelle si abbandona contro il suo torace, reclina il capo all’indietro sulla sua spalla e gira la testa a guardarlo. I loro occhi si incontrano. Le loro labbra si trovano. Si baciano, si scambiano respiro e anima mentre tutto sparisce, si dissolve. Stesi sul letto, l’uno tra le braccia dell’altra, restano in silenzio per lunghi, preziosi momenti.”
A questi interrogativi si aggiunge una visita inaspettata per Annabelle, che crea nuove tensioni in lei e provoca un’impensata risposta in Declan.
Di questo libro ho amato tutto! Ho apprezzato molto il Pov di Declan, mi piace davvero tanto il punto di vista maschile…
Se proprio dovessi trovare un piccolo neo, indicherei il finale, forse un po’ affrettato; ma non posso certo lamentarmi, perché ancora una volta Angela White mi ha stregata con un romanzo appassionante e delicato, come solo lei sa scrivere.
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