LE ALI, REBECCA QUASI. Recensione


TITOLO: Le ali
AUTORE: Rebecca Quasi
EDITORE: dri editore
PUBBLICAZIONE: 22 aprile 2019 
PAGINE: 267 
GENERE: contemporary romance 
PREZZO: € 2,99 ebook



“Dopo aver deposto la bambina nella culla e averla coperta, Bianca raccolse i propri abiti e andò a vestirsi in bagno. Adriano sorrise di quel pudore. Girare nuda sì, vestirsi davanti a lui, no..”

Una figlia appena nata, una promessa alla quale non può sottrarsi e un futuro tanto incerto quanto doloroso, sono ciò che Adriano Abregal, ingegnere di Formula Uno, si trova a dover affrontare. Il fatto che al suo fianco ci debba per forza essere Bianca Bastiani, una ballerina dallo stile di vita turbolento, non è certo incoraggiante. E per far funzionare la cosa i due “soci” studiano un patto blindato e preciso come un pit stop, una terra di nessuno asettica e impersonale dove all'apparenza sentimenti e passione non dovrebbero avere diritto di cittadinanza.

Dopo averci deliziato coi suoi regency Dita come Farfalle e La Governante, entrambi molto apprezzati sia da critica che pubblico, Rebecca torna al suo antico amore, all’ambiente che le è più caro. Il romance contemporaneo. Non vogliamo svelarvi nulla ma siamo sicuri che anche questa volta farà breccia nei vostri cuori con i suoi personaggi indimenticabili e i loro arguti dialoghi.Buona lettura! 
***** ROMANZO AUTOCONCLUSIVO *****
Qualche mese fa mi sono quasi per caso imbattuta nel libro di un’autrice a me fino a quel momento sconosciuta, Rebecca Quasi; era uno storico, genere che amo molto leggere, alternandolo ai romance contemporanei. Volete sapere come è andata a finire? Mi si è aperto un mondo: ho recuperato tutti i suoi libri (storici e non) e da allora aspetto sempre una sua nuova pubblicazione, curiosa di vedere se mi ammalierà come hanno fatto le altre. Capirete quindi che ho letto voracemente questo suo ultimo lavoro, perché la storia di Adriano e Bianca mi ha attratta fin dall’inizio.

Bianca Bastiani è una ballerina di fama internazionale, fisico asciutto e minuto, muscoli d’acciaio, viso cosparso di efelidi, occhi del colore del cioccolato e ricci scuri che la fanno assomigliare a un elfo. I molti anni di allenamenti estremi e la dura vita imposta dalla danza classica ne hanno temprato anche il carattere, rendendola una persona determinata, diretta e talvolta dura e spiccia. Ma è con Adriano Abregal che dà il peggio di sé: a lui riserva battute al vetriolo, sguardi taglienti e sarcasmo a volontà. 
Adriano Abregal: bellissimo ingegnere di Formula Uno, allegro e scanzonato, innamorato della vita, ma dalla vita tradito in modo doloroso e tragico. Non sopporta Bianca, la considera eccessivamente disinibita ed esageratamente stronza.
Eppure Bianca ed Adriano si trovano costretti dalle circostanze a stringere un patto, legati a una promessa fatta a una persona amata da entrambi, e a condividere la crescita di Teodora. Non è facile, non vanno per nulla d’accordo e sono entrambi distrutti dal dolore; sono due personalità forti e inoltre Bianca nasconde un segreto che Adriano non deve scoprire.


L’organizzazione del quotidiano non è semplice, dovendo cercare di rispettarsi l’un l’altro e contemporaneamente crescere la piccola, non trascurando i loro impegni lavorativi; ma la solitudine in cui vivono e lo strazio che li accomuna li avvicinano pian piano, alla ricerca di quel conforto e quella consolazione di cui hanno entrambi estremo bisogno.
“Poi c’erano le notti, una dopo ogni giorno, con cadenza regolare. Di notte, al buio, quando i contorni della realtà sparivano, quando la loro musica dormiva nella culla, le mani si cercavano, i corpi si abbracciavano. Non c’erano parole, né spiegazioni, solo nostalgia da ascoltare, conforto da dare e prendere, calore, pelle e infine il sonno.”
In questo modo il tempo passa, si trasferiscono in campagna e le loro vite si sfiorano e si intrecciano solo quando parlano di Teo. Ma è possibile vivere ogni giorno con una persona di cui non si conosce nulla? È Adriano a chiederselo, e lo infastidisce non sapere niente di Bianca, al punto da arrivare a chiedersi chi sia realmente la donna con cui sta crescendo Teo; tra l’altro gli manca poter parlare con lei, quando è lontana per lavoro, e si accorge all’improvviso di quanto sia bella e sensuale l’esile ballerina che vive con lui. È come se inaspettatamente Bianca si svelasse ai suoi occhi, che ora ne scorgono lo splendore; Bianca, che a lui si è sempre mostrata infagottata in abiti troppo grandi e quasi sciatti, è meravigliosa, anche con la piccola Teodora. E con quale dolcezza e tenerezza l’autrice descrive il modo in cui Adriano accoglie il suo ritorno dalla tournée in Francia!
“Per lui capire Bianca era un vezzo, un esercizio intellettuale, una curiosità, ma se avessero avuto una vera relazione, sarebbe stato un bel casino. Certo che non venirne a capo, individuare uno strato dopo l’altro, versioni differenti della stessa donna, era… be’, sì, era un tormento.”
Ed è un tormento anche per Bianca, che pure nei suoi confronti è ermetica e rasenta la freddezza, ma è inevitabile che i due si avvicinino e sicuramente la dolcezza di Teo è un collante di grande forza.
“Si sentiva esplorata con lo sguardo e con i polpastrelli che spostavano lacrime e baffi di eyeliner. Si sentiva sotto esame, osservata e vista come per la prima volta. E non riusciva a reagire in nessun modo. Gli permise anche di raccogliere le lacrime con le labbra e a quelle labbra concesse di sostare sulle proprie guance un tempo non convenzionale. Restò immobile il più a lungo possibile. Se avesse resistito, se fosse stata impassibile come un pezzo di marmo, lui avrebbe smesso. Ma lui non smise, scese sotto l’orecchio destro, sul collo, con le labbra e con le mani, le accarezzò la nuca e poi seguì il contorno esposto delle clavicole. “Sei bella” sembrava quasi che lo scoprisse in quel momento.”
Le cose sfuggono loro di mano e quel rapporto, che per quasi tre anni è stato votato al solo benessere di Teo, bruscamente cambia, lasciando sconcertato per primo Adriano.

Non voglio dirvi di più, perché questo è un libro che va letto, assaporato, metabolizzato; personalmente mi ha travolta, lasciandomi ancora una volta scombussolata come solo i grandi capolavori sono in grado di fare; le emozioni che quest’autrice mi smuove sono immense, vanno a toccare le corde più intime del mio animo. Anche in questo romanzo tocca temi profondi e lo fa con una maestria e una delicatezza che hanno pochi uguali. Rebecca Quasi costruisce personaggi che sono giganti, intensamente caratterizzati e vivi. Ho amato particolarmente Bianca, donna forte, fortissima: da un momento all’altro la sua vita viene stravolta, ma sa rimboccarsi le maniche, lavorare con dedizione e costanza per assicurare a Teo il calore e l’amore che ogni neonato dovrebbe ricevere; mai un lamento, mai un’esitazione, forgiata in questo dalla dura disciplina e dal sacrificio imposti dalla danza. Ma è donna di grandi sentimenti, solo apparentemente fredda, in realtà schietta e fidata; una donna che ha sofferto, ha subito lo scherno e gli attacchi di chi ha solo immaginato di conoscerla, ma ha sempre guardato avanti senza lasciarsi distrarre. Ha serbato nel suo cuore un segreto terribile, ha recitato una parte non sua, ha soffocato la sua vera natura, ma lo ha fatto solo ed esclusivamente per amore. Quante di noi sarebbero disposte a un tale sacrificio?

Fin dalle prime pagine si delinea ancora una volta lo stile di Rebecca Quasi: dialoghi asciutti, ironici e talvolta pungenti, nei quali non manca mai l’ironia se non anche il divertimento. È uno stile che spinge il lettore a voler proseguire, ancora e ancora, fino alla parola fine, per poi rammaricarsi di essere già arrivati in fondo al libro.

Un’ultima cosa: il titolo mi ha incuriosita fin da quando l’autrice lo ha svelato, anche perché lì per lì non avevo capito se alludesse alla sincera dedizione a una persona o all’organo di volo degli uccelli. Posso ora dire che in effetti si riferisce a entrambe le situazioni e che, quando la stessa Bianca ne fornisce spiegazione, mi si è stretto il cuore, pensando alla grande sofferenza che questa donna esile, ma forte, ha patito per amore.


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