DI TUTTE LE VIRTÙ, VIRGINIA DELLAMORE. Recensione


TITOLO: Di tutte le virtù
AUTORE: Virginia Dellamore
EDITORE: More Stories
PAGINE: 243 
DATA DI PUBBLICAZIONE: 22 aprile 2019 
GENERE: storic romance 
PREZZO: € 2,99 ebook


Prudence Darcy non fa onore al proprio nome: è ribelle, caparbia, impulsiva e desiderosa di vivere intensamente. La madre fa di tutto per tenere a freno le sue stravaganze e ha imposto a lei e alla figlia maggiore, la dolce e bellissima Hope, di conquistare due facoltosi partiti e di fare due matrimoni eccellenti. Ma Prudence è anticonformista anche in questo: ben lontana dal temere la povertà e il disprezzo sociale, non desidera sposarsi per interesse e, anzi, non desidera sposarsi proprio. Il matrimonio, ne è certa, la priverebbe della libertà di cui ha bisogno più della stessa aria.

È con spirito spericolato, dunque, che Prudence si appresta ad affrontare la sua prima Stagione a Londra. Vuole divertirsi il più possibile, vedere luoghi nuovi e conoscere gente interessante, prima di tornare alla quiete del suo piccolo villaggio nel Derbyshire. Durante una festa in maschera ai Vauxhall Gardens, la sua fame di avventura pare trovare pane per i propri denti. Lì, infatti, incontra un uomo affascinante che la incuriosisce molto. Subito avverte una profonda affinità fra di loro: entrambi giovani, entrambi squattrinati, entrambi bisognosi di evadere da una vita di regole e rinunce. Se Prudence credesse al colpo di fulmine e non fosse scettica riguardo all’amore in generale, penserebbe quasi di aver perso la testa per il misterioso sconosciuto dagli occhi blu di cui conosce il nome, Lawrence, e poco altro. Ma Lawrence non è chi le ha detto di essere. Non si chiama neppure Lawrence, e non intende rivelare a nessuno la sua vera identità: quella di Lord Terence Auckland, un duca tutt’altro che povero, con molti ragionevoli motivi per voler mantenere l’anonimato.



Sullo sfondo di una Londra Regency allegra e gaudente, durante una primavera contraddistinta da imprevisti ora divertenti ora pericolosi, la storia di un legame inaspettato e inaspettatamente forte fra due anime più simili di quanto avrebbero mai immaginato.
Potrà, però, un’amicizia nata da una bugia trasformarsi in amore?
Prima di iniziare a parlarvi di questo romanzo, mi piace dirvi che ho letto tutti i libri di Virginia Dellamore e li ho trovati meravigliosi, tanto che aspettavo da tempo una sua nuova uscita e quindi sono molto felice di poter recensire questo suo ultimo lavoro.

Fin da subito ho amato i nomi delle due sorelle Darcy, sono così… romantici e d’altri tempi: la nostra protagonista si chiama Prudence Faith Temperance, ha vent’anni, è molto alta ed ha un pessimo carattere, che sembra negare in tutto e per tutto le virtù insite nel suo nome: è infatti passionale e sicuramente non prudente; è una donna che mal si adatta allo stereotipo femminile dei suoi tempi. Prudence ama scrivere, non segue le regole del ton, si arrampica sugli alberi, dice tutto quello che le passa per la testa e vuole vivere intensamente. L’ho adorata fin dalla prima riga! La sorella, Hope Charity Love, è tutto l’opposto: bellissima, ma molto insicura, facile ai mancamenti e al batticuore, sembra un angelo per la bellezza e la soavità del suo carattere; è sempre pronta a sostenere ed aiutare la sorella, anche se non ne condivide lo spirito avventuroso; inoltre Hope è destinata al matrimonio con il ricchissimo e misterioso duca di Auckland, almeno nei sogni della tirannica madre.

Ed arriviamo a lui, Sir Terence Algernon Henry Charles Grantham, duca di Auckland: è molto bello, molto ricco e molto affezionato al cugino, Sir Lawrence (che è un libertino con un sogno nel cassetto: una famiglia numerosa con una donna sposata per amore). I due sono l’antitesi l’uno dell’altro: alto, biondo, serio e posato il duca; bruno, logorroico, amichevole con tutti il cugino. 

Terence, in quanto erede del casato, ha sicuramente molte responsabilità e la guida ferrea dell’arcigna nonna, unita al suo carattere serioso, lo costringono a scelte sempre molto razionali. Confesso che inizialmente questo personaggio non mi è piaciuto granché: sembra perennemente ingessato e ha un pizzico di boria e saccenteria che non lo rendono propriamente simpatico. La sua vita asettica è priva di emozioni. E’ pur vero che in profondità si agita un alito di rivolta, che lo porta a chiedersi per la prima volta cosa sarebbe la sua vita se non avesse quel titolo altisonante con tutti gli obblighi che ne conseguono. Ma il giogo della granitica nonna è troppo stretto e lei è talmente furba, che lo comanda a bacchetta, lasciandogli però l’impressione di essere lui a prendere le decisioni. Ma tre insignificanti eventi danno il la alla trasformazione di Terence…
Ho letto con il sorriso sulle labbra i dialoghi, spassosi, tra Terence e sir Lawrence: il cugino possiede un’allegria e una spensieratezza che fanno da contrappunto all’austera educazione di Terence, anche se ormai costui sembra deciso a prendere in mano le redini della sua vita, sottraendole alla nonna.
Prudence è un vulcano: la sua incontenibile voglia di sperimentare e vivere più appassionatamente possibile la mette in situazioni talvolta imbarazzanti, ma per gli altri, non per lei, che trova barbose le regole del ton.
Quando Prue e Terence si incontrano, in modo assolutamente fuori dagli schemi per la loro posizione, scoprono di avere in comune più cose di quante avrebbero mai pensato; inoltre il duca è davvero colpito dalla vivacità, dalla freschezza e dalla spontaneità della giovane donna. Le loro strade si incrociano più e più volte, ma il loro rapporto nasce all’insegna di un grande equivoco e si creano in tal modo situazioni incredibilmente curiose. 
“Non lo avrebbe mai dimenticato, a maggior ragione perché non sapeva chi fosse e che faccia avesse, e cosa potesse indurre un uomo a comportarsi come una sfortunata cenerentola che fugga allo scoccare di un’ora fatidica per tornare a una vita necessaria, ma spiacevole.”
Prue sa che quell’uomo la attrae, non solo per la sua bellezza, ma anche per quell’aria triste e pensierosa che mostra ogni volta; capisce subito che è un gentiluomo e sente di doverlo aiutare, a modo suo. Ne nascono momenti piuttosto divertenti, dai quali sempre più chiaramente emerge l’affinità che li accomuna. Riescono a stabilire un rapporto vero e sincero, se non consideriamo il fraintendimento sul quale è fondato. Terence teme il momento della verità, perché sa che le cose cambieranno drasticamente, anche con Prue; sta imparando ad apprezzare sempre di più la sincera spontaneità della ragazza, la sua generosità e il suo altruismo, che la spinge ad aiutare il prossimo senza esitazione alcuna, mettendo talvolta in pericolo se stessa.

Prue si fida ciecamente di Terence, pur non conoscendolo da molto tempo; ne percepisce la profonda onestà e correttezza e ben presto si accorge di amarlo; questa scoperta arriva proprio quando Terence le scrive una lettera annunciando prossimi cambiamenti nel loro rapporto e da qui in poi le cose precipitano… 
“... Terence avvertì il cuore che accelerava. Avrebbe voluto baciarla. Le sue labbra un po’ imbronciate, addentate nello sforzo di comprendere cosa fare, lo indussero a formulare pensieri sconvenienti. Le sfiorò le braccia e le mani, e le spiegò il movimento da accompagnare con il corpo. Si augurò che lei non lo udisse, quel dannato battito, anche se gli pareva tanto dirompente da riempire il bosco come un colpo di cannone.”
Se mi chiedeste di definire con una sola parola questo romanzo, mi verrebbe in mente “trasformazione”: tutti i personaggi che animano questa splendida storia cambiano radicalmente e raggiungono un equilibrio che l’autrice ha saputo descrivere nel suo solito modo impeccabile.
Terence all’inizio è un giovane imberbe, ingessato e immaturo, anche dal un punto di vista emotivo, fortemente condizionato e con zero autorità, pur essendo uno dei più importanti Pari del Regno; prigioniero in una gabbia dorata e… triste. Ma grazie all’incontro con Prue, sente sempre più forte il desiderio di libertà, di una vita vera e lontana dalle rigide etichette imposte dall’essere un duca: in questo senso è molto bello e veritiero quello che confessa a Prue, quando costei è arrampicata su un albero, nel bel mezzo della festa più importante della Stagione londinese. Saprà davvero prendersi le sue responsabilità, assumere il comando della sua vita, aiutare Prue in un momento delicato e pericoloso e raggiungere una maturità completa di uomo e di aristocratico.
Prudence… anche per lei le cose cambiano: la conoscenza di Terence e soprattutto la scoperta di amarlo, insieme alla terribile avventura di cui è protagonista, la rendono più mite, riflessiva e addirittura ad un certo punto la sorella arriva a dirle di non riconoscerla più in questi panni di donna debole e piagnucolante. Ma si riprende presto!
Hope di pari passo acquisisce forza, grinta e sicurezza: anche a lei l’amore dona uno spessore maggiore e una saggezza che non è più solo timore, ma presa di posizione e coraggio e che la porta a ribellarsi alla madre despota.
Lawrence è fin dall’inizio un simpatico e irriverente mascalzone, che però trova un suo nuovo equilibrio e sa essere sempre un punto di riferimento e di appoggio per quel cugino che ama e consiglia saggiamente.
Perfino la duchessa madre sembra cambiare, anche se di poco; è questa una vittoria enorme per Prue, che rimane sicuramente il mio personaggio preferito…

La narrazione, nello stile elegante e d’altri tempi che ben si sposa con l’epoca descritta, è in terza persona. Ancora una volta Virginia Dellamore ha saputo creare una storia avvincente e meravigliosa, con due protagonisti che amerete sicuramente e che vi faranno divertire e per i quali io ho tifato fin da subito…


PRODOTTO FORNITO DALLA CASA EDITRICE

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