BUONANOTTE A CHI NON C'È, ANGELA WHITE. Recensione


TITOLO: Buonanotte a chi non c'è
AUTRICE: Angela White
EDITORE: Amazon Publishing 
SERIE: Angeli caduti #1
GENERE: Contemporary Romance 
DATA PUBBLICAZIONE: 21 novembre 2017
PREZZO: € 3,99 ebook - € 9,99 Cartaceo 
PAGINE: 294

Due ali d’angelo tatuate sulla schiena e un inseparabile violino. Nicholas e le sue passioni contrastanti troveranno pace tra le braccia di Alice?
Nicholas Payne è uno dei più grandi violinisti di sempre quando, all’apice del successo, qualcosa nella sua vita va storto. Le sue grandi ali d’angelo, tatuate sulla schiena, sembrano non riuscire a sostenerlo nel suo volo. A ventisei anni, Nicholas decide quindi di cambiare vita, suonando Rumpelstiltskin, il suo Stradivari, per le strade di Londra.
Ed è nella capitale inglese che Alice lo ritrova, attratta da un’incantevole melodia alla fermata della metro. È proprio lui: il ragazzo che anni prima aveva conosciuto a New York, in occasione delle seconde nozze dei rispettivi genitori e del quale si era innamorata in maniera tanto maldestra quanto indimenticabile.
Alice, che ora è diventata una chineur, un’esperta collezionista di oggetti di valore, sa riconoscere le virtù nascoste nelle persone, soprattutto in quel giovane bellissimo e dannato per il quale il suo cuore batte ancora.
Chissà se la sua tenacia basterà a risollevare l’angelo caduto, affinché torni a volare in alto sulle note del suo Rumpelstiltskin...


Ho avuto il grande onore di scrivere questa recensione a poco più di 5 mesi dalla pubblicazione del libro e a pochi giorni dalla pubblicazione del secondo della serie; dico grande onore perché i lavori di Angela White in realtà sono per me dei capolavori e questo lo è forse in assoluto. La trama del libro, i personaggi così caratterizzati da sembrare vivi, lo stile meravigliosamente elegante dell’autrice e la sua capacità di farmi chiudere lo stomaco dall’emozione, raggiungono il massimo in “Buonanotte a chi non c’è”. Ma veniamo alla recensione: Alice ha 24 anni, è una chineur, una cercatrice di antichità e meraviglie: deve saper riconoscere qualcosa di valore anche sotto strati di sporcizia e polvere. Si trova a Londra per una breve vacanza-lavoro e in una stazione della metropolitana riconosce nell’artista di strada che suona meravigliosamente il suo violino, Nicholas, il figlio del marito in seconde nozze di sua madre. 


L’averlo rivisto riporta alla memoria di Alice il suo passato, quando a 14 anni, in seguito alla separazione dei genitori, si è vista strappare dalla vita serena e felice nella sua piccola Verona, per essere catapultata nella frenetica New York, in un appartamento bellissimo, ma che lei non sentirà mai come casa sua. Giulia, la madre stupenda, elegante e sempre sicura di sé, ha raggiunto il suo nuovo fidanzato, William Payne senior; passati i mesi estivi, Alice capisce che il trasferimento è definitivo. Lei si sente il brutto anatroccolo, spaesata in un paese di cui non conosce nemmeno la lingua, timorosa e fuori posto, con una grande nostalgia per la sua casa in Italia, per il padre e i nonni, nonché per la sua amica di sempre, Zoe. In casa vive anche il figlio minore di William, Nicholas, violinista fin dalla più tenera età e musicista di grande talento. 
A 5 anni … voleva un violino. Solo quello e l’archetto. 
L’incontro con Nicholas è folgorante, come lo definisce la stessa Alice: subito scatta in lei qualcosa alla vista del sedicenne, scintilla che diventa incendio quando lo sente suonare il suo violino, Rumpelstiltskin. Sembra però che questa sensazione sia vissuta solo da lei, perché Nicholas in realtà la evita e la ignora fin da subito. All’inizio sola la musica che ascolta la sera mentre Nicholas si esercita per ore, e il suo girovagare per New York alla ricerca di “cianfrusaglie”, come le definisce la madre, danno qualche gioia ad Alice. 
La bellezza sa donare un grande conforto, soprattutto quando in te non la vedi. 
In un secondo tempo conoscerà un’altra persona sola come lei, Samantha, ragazza speciale che la accompagnerà nei suoi anni newyorkesi. Dopo l’incontro fortuito con Nicholas a Londra, sarà proprio Samantha a raccontare ad Alice che il bellissimo violinista, lasciatosi con la fidanzata, si era ritirato dalle scene per 6 mesi, per poi tenere un ultimo strabiliante concerto alla Carnegie Hall e quindi sparire definitivamente. Alice, abituata a guardare in profondità e a scoprire i tesori nascosti, capisce che qualcosa turba profondamente Nicholas, lo incoraggia a parlare e a confidarsi, ma il violinista è sfuggente e ad Alice rivela solo di sentirsi felice accanto a lei. Preoccupata per lui, lo invita a seguirla a Verona e lo ospita a casa sua. Nicholas accetta. Nicholas ora è cambiato nei confronti di Alice: la cerca, la abbraccia e la bacia appassionatamente, dicendole quello che lei vuole sentire pur non rispondendo alle sue domande. E Alice si innamora nuovamente di lui… 
Adesso, a così tanti anni da quella sera, Nicholas mi sta baciando. Più precisamente mi sta divorando, come se le mie labbra gli appartenessero e il mio respiro e il mio sapore fossero suoi. 
Non voglio rovinarvi la gioia di scoprire come procederà la loro storia, vi lascio la gioia di scoprirlo da sole. Alice è un bellissimo personaggio: ha sofferto tanto e ora sembra aver raggiunto una certa serenità, che però viene duramente scossa non appena rivede Nicholas; lei che da ragazza si è fatta piccola per non disturbare, si è adattata in silenzio ad una vita che non voleva, si è innamorata del suo quasi fratellastro e si è ritirata nella bellezza dell’arte, ora vuole aiutare Nicholas, riportarlo nel posto che sa che merita: l’olimpo dei violinisti. Nicholas è dolcissimo, dolcissimo e tormentato, da sempre innamorato di Alice, l’unica donna che pensa di non poter avere. Vive un grande senso di colpa e lo angoscia aver perso un caro amico, non esserci stato quando l’altro aveva bisogno di lui. Ritrova la felicità solo accanto ad Alice, che lenisce i suoi tormenti e lo incoraggia a tornare su quel palcoscenico che egli tanto ama, per regalare nuove emozioni a chi lo ascolta. 


La narrazione è in prima persona, a parte i capitoli in cui l’autrice dà voce ai pensieri di Nicholas e si alterna tra il presente e corposi flashback: questo non disturba affatto la comprensione, anzi, riesce a mantenere elevata la tensione narrativa, spiegando qualcosa di cui si aveva avuto anticipazione. Poi ci sono le descrizioni: ah le descrizioni! Angela White è maestra nel raccontare i dettagli, ma non solo quelli paesaggistici (che comunque sono tanto accurati da sembrare di essere sul posto); è meravigliosa la parte emotiva, perché davvero si vivono le emozioni, le paure, le angosce, ma anche le gioie dei protagonisti. Il tutto con una leggerezza di stile e un’eleganza quasi aulica. Quando ad esempio Alice racconta la sua sofferenza per la separazione dei genitori, il cuore piange per questo suo dolore straziante. Nel libro vengono citati grandi personaggi del passato: Vettriano, Pastenak, Bronzino solo per citarne alcuni; lo stesso violino Stradivari di Nicholas porta il nome di un folletto di una favola raccontata dai fratelli Grimm. Un libro per me diventa indimenticabile quando anche dopo averne letto l’ultima pagina, ti lascia dentro qualcosa: confesso che dopo la lettura di “Buonanotte a chi non c’è” non sono più stata in grado di vedere un violino o un musicista mentre lo suonava senza ripensare a Nicholas e al suo Rumpelstiltskin. E durante il mio recente viaggio a Londra, negli artisti che allietano i passanti frettolosi nelle stazioni della metropolitana, cercavo proprio lui, pur consapevole che, purtroppo, è solo un personaggio di fantasia… Quindi grazie ad Angela White per le stupende emozioni, le lacrime i sospiri che mi ha regalato durante la lettura di questo libro.



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