TITOLO: Non fare rumore
AUTORE: T.R. Ragan
EDITORE: Queen Edizioni
GENERE: Thriller psicologico
PAGINE: 300
FORMATO: Ebook - copertina flessibile
PREZZO: Ebook € 5,90 - cartaceo 12,90
DATA DI PUBBLICAZIONE: 6 Giugno 2022
*Romanzo autoconclusivo
NB: Libro disponibile in libreria e su tutti gli store online
Tormentata dai ricordi traumatici della sua infanzia, la giornalista investigativa Sawyer Brooks fatica ancora a controllare la sua rabbia, la sua paranoia e la sua vita. Adesso, dopo aver finalmente ottenuto una promozione sul lavoro, è costretta a tornare a casa e ad affrontare il suo passato. River Rock è il luogo in cui è stata abbandonata dalle due sorelle maggiori, e dove ha dovuto subire da sola gli indicibili maltrattamenti della sua famiglia. Ma è anche il luogo in cui scomparve la sua migliore amica e furono assassinate due adolescenti. Tre casi ancora aperti, ma che la cittadina ha cercato di dimenticare...insieme a molti altri segreti.
Quando un’altra ragazza viene uccisa con la stessa brutalità, Sawyer è decisa a mettere fine ai crimini. Risucchiata negli orrori della storia della sua famiglia, Sawyer deve riavvicinarsi alle due sorelle, entrambe afflitte da altrettanti ricordi traumatici. Ma cosa sarà più pericoloso per lei? Quello che già conosce del suo passato o quello che deve ancora scoprire?
Sii coraggiosa. Sii forte. Quando la vita si fa dura, tu devi esserlo di più.
Protagonista di questo thriller è la ventinovenne Sawyer Brooks, un tipo che non ficca il naso nella vita altrui, ma osservare, prestare attenzione alle persone e ricordare i dettagli sono per lei, giornalista di cronaca nera, doti innate. In altre parole, conoscere molto di chi e cosa la circonda fa parte del suo lavoro.
Durante il viaggio per River Rock, Sawyer fu sul punto di tornare indietro due volte. Ritornare nella città in cui era cresciuta la riempiva di dolore e tristezza. Non succede mai niente di buono a River Rock.
River Rock è una cittadina che puzza di morte e abbandono, zeppa di storie da brividi di quelle che si raccontano intorno a un falò. Proprio qui, durante l’infanzia, Sawyer ha patito orrori indicibili che l’hanno privata del bene e della luce, nonostante ciò, decide di tornarvi per indagare su alcuni omicidi irrisolti. Anche se questo significa ritrovarsi nella tana del Bianconiglio.
Tutti a River Rock sembrano intenzionati a celare sotto il tappeto il sudiciume di cui è pregna la città; tutti tranne Sawyer, specie quando un’altra ragazza viene assassinata nello stesso modus operandi delle altre vittime. Sawyer è consapevole che quello in cui si trova non è il Paese delle Meraviglie, bensì un mondo oscuro e immorale dove i segreti sono nascosti in ogni angolo.
Gli omicidi, è bene precisarlo, sono solo un pretesto, la vera trama narrativa del libro è costituita dal ritorno alle origini della protagonista, dalla perversione della famiglia in cui è cresciuta e dal il terribile passato con cui si trova costantemente a fare i conti e che non le ha lasciato altro che ossa rotte, un cuore che vive nelle tenebre e una spiccata avversione a essere toccata.
Alcuni segreti sono troppo grandi per essere tenuti dentro.
“Non fare rumore” è un thriller denso di mistero, carico di pathos psicologico, tratta temi delicati che appesantiscono il cuore del lettore, anche se, nella prima parte, questi sono lo spunto che rendono accattivante la storia, benché molto dura da leggere.
Purtroppo, non sono utili a renderlo efficace. Vi basti sapere che non ho trovato nessun colpo di scena a effetto che fosse degno di nota.
Nella prima metà, viene presentato il vissuto e il carattere della protagonista per dar modo al lettore di introdursi nella sua vita e conoscere i suoi tormenti. Cenni anche per River Rock e per una moltitudine di personaggi utile solo a indurre il lettore a formulare le ipotesi più strampalate.
Confesso che per me, alcune situazioni create dall’autrice non hanno avuto senso.
Il ritmo della prima parte è spedito, carico di brio e aspettativa, ma anche intriso di dolore e appesantito dalle sofferenze. Nella seconda parte arriva la tanto agognata suspense e i misteri si infittiscono maggiormente, ma neppure una risposta viene data alla quantità di domande formulate durante il percorso, tanto meno vengono elargiti chiarimenti a ciò che è apparso confuso e nebuloso.
La trama è molto buona benché, a mio modesto parere, l’autrice non ha saputo renderle giustizia. Ha voluto raccontare la storia di una giornalista e Sawyer, il più delle volte, appare come una detective.
Dettaglio che stona fortemente con il contesto fino a renderlo irreale.
Le vicende narrate sono spesso sconnesse e talvolta irrazionali, per non parlare della descrizione meticolosa di ogni singolo luogo o cosa che risulta eccessiva.
Se la prima parte del romanzo è carica di aspettativa e di brio, la seconda non vale quasi la pena leggerla: basta pochissimo per mettere insieme le tessere che l’autrice ci regala gratuitamente e comporre il puzzle: al 55% della lettura avevo già capito tutto e detto addio all’effetto sorpresa.
Per non parlare dell’epilogo in cui avevo riposto un pochino di speranza: frettoloso e per nulla soddisfacente.
È la prima volta che mi imbatto nella penna di questa scrittrice e non posso dire di esserne rimasta affascinata.
Gli elementi che dovrebbero comporre un bel thriller per me sono un mistero, della suspense, adrenalina, emozioni al cardiopalma, eccitazione e coinvolgimento tale da far mollare la presa solo a lettura conclusa. Soprattutto, un epilogo che faccia cascare la mascella in terra per lo stupore. Tutto questo, sempre a mio modesto parere, nel romanzo non c’è.
Se dovessi descrivere “Non fare rumore” usando poche parole lo definirei: “Storia drammatica di una ragazza spezzata il cui passato da incubo torna a tormentarla”.
I momenti in cui ho provato la sensazione di avere qualcosa in gola sono stati quando ho letto di tutte le atrocità che Sawyer ha dovuto subire. In quel frangente è stata davvero dura non lasciarsi sopraffare dalle emozioni. Avrei voluto dirle: “Non sei più una bambina. Sei tu ad avere il controllo, adesso. Puoi farcela.”
Sawyer è un personaggio che si porta dietro un bagaglio colmo di emozioni traumatiche e negative e se queste venissero liberate potrebbero renderla pericolosa. Per lo meno è così che viene descritta, ma anche in questa circostanza ho notato delle incongruenze.
Se non avete di meglio da leggere, o volete cimentarvi nel genere per la prima volta, credo che questo romanzo vada bene, a patto che non siate impressionabili. In quel caso ve lo sconsiglio: la parte psicologica, seppure non descritta in maniera dettagliata potrebbe urtare la vostra sensibilità.
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