FALLING DOWN - L'EDUCATORE, ANNA CHILLON. Recensione


 
Titolo: Falling down - l'educatore
Autore: Anna Chillon
Editore: self publishing
Genere: contemporary romance dalle tinte dark
Data di uscita: 30 ottobre 2021
autoconclusivo

A volte ti sembra di cadere,
invece stai solo imparando a volare.

Un ultimo atto di coraggio, una piccola spinta, e sarei precipitata dal venticinquesimo piano di un grattacielo di Chicago, mettendo fine a tutti i miei problemi. Sarebbe andata così, se lassù non avessi incontrato lui.

Evans, l’uomo più cinico in cui potessi incappare, pensò di fare di me il suo esperimento.
Colpevole, senza speranze... Chi ero io per rifiutare?
Seguirlo fu facile, il difficile venne dopo.
Ciò che pretese mi sconvolse: lui non era chi sembrava. Fin dall’inizio mi scontrai con la sua volontà d’acciaio e i suoi modi anticonvenzionali.
Ma resistetti.
Sarebbe davvero riuscito a dare un nuovo senso alla mia vita?
Oppure, alla fine, gli avrei chiesto di ricondurmi in cima a quel grattacielo?
Tre mesi di pianti, risa, segreti da svelare, frantumi da seppellire, insieme ai batticuore più folli che avessi mai provato.
Poi avrei avuto il mio verdetto.

ATTENZIONE: presenza di scene violente, se ne consiglia la lettura a un pubblico adulto.
Tre mesi per tentare di cambiare.
Tre mesi per provare a sopravvivere.
Tre mesi per rinascere.
Per molti giorni avevo rimuginato nutrendo il mio corpo di dolore, ogni pensiero negativo mi stimolava a farne di peggiori, affamata del male che mi provocavo, fino a farmi dolere la testa.
Credevo di non poterne fare a meno...
Eileen è a un bivio che non trova soluzione, accecata dal rimorso e dal dolore crede che mettere fine alla sua vita sia l'unica soluzione.
E così si ritrova al venticinquesimo piano di un grattacielo con un piede fuori dalla finestra, in attesa di trovare il coraggio che le permetta di porre fine a tutto, ma proprio quando sente che è arrivato il momento di lasciarsi andare, un uomo appare dal nulla e le fa una proposta: andare via con lui per tre mesi e tentare di ricostruire una nuova Eileen. Se non funzionerà potrà tornarsene al punto in cui si trova adesso, e cioè su un grattacielo con l’intenzione di mettere fine alla sua inutile esistenza.
Che cos'ha da perdere?
Per come la vede lei è già morta.
Ciò che non si aspetta, però, è di essere vessata da quell’uomo, in apparenza senza cuore, dotato di una determinazione di ferro.
Evans, è questo il suo nome, la trasforma di fatto nel suo piccolo esperimento, trattandola come la feccia più orripilante della terra.
Nonostante ciò, la volontà di Eileen non è facile da spezzare ed Evans ben presto scopre che potrebbe davvero preferire di morire piuttosto che sottomettersi al cambiamento che lui le impone.


Evans oggi è un uomo ricco e affermato, ma in passato ha conosciuto sia la fame sia la disperazione.
Quando vede Eileen appesa alla finestra di uno dei suoi grattacieli non è sicuro di riuscire a convincerla a seguirlo, ma appena incrocia il suo sguardo scorge la stessa disperazione che molto tempo prima ha dilaniato la sua anima.
Evans non è un uomo amorevole, al contrario è distaccato, granitico, e odia chi si piange addosso senza reagire.
Ha improntato la sua esistenza nel costruirsi un futuro, ma è riuscito nel suo intento grazie a qualcuno che gli ha fatto da mentore oltre che da padre.
Quel “qualcuno” è l’unico rimorso con cui deve fare i conti e che forse, seguendo semplicemente l’istinto, avrebbe potuto salvare.
È ciò che ora sta facendo con Eileen: seguire l’istinto.
Non pretende da lei nulla più di quanto le viene chiesto e di certo non ha messo una catena alla porta per impedirle di andar via.
La scelta di restare è sua, anche perché varcare il cancello significherebbe non poter tornare più indietro.
La decisione di uccidere l'anima di Eileen, per come lei la conosce, deve essere una sua opzione, solo in questo modo potrà ricominciare a vivere, oppure tornerà su quel grattacielo e finirà quello che ha cominciato.
Evans non la fermerà una seconda volta.
Avrei potuto andarmene, mi sarebbe bastato varcare la porta e poi il cancello, il mio corpo era libero, ma non potevo dire lo stesso della mia mente.
Lei era intrappolata in quella villa, una gabbia solo in apparenza dorata.
Ciò che Evans non ha messo in conto è che Eileen riesce a insinuarsi sotto la sua pelle come nessuno prima. La forza d'animo, l’ostinazione ad autodistruggersi e la lotta interiore che la caratterizzano fanno sì che lui rivaluti completamente il suo giudizio iniziale, riconoscendole addirittura la sua stessa caparbietà.
Ma questo non basta a non fargli tenere fede alla parola data.
Sottomette Eileen alle sue regole, facendole comprendere circostanze e fatti della vita che solo chi ha toccato il fondo può insegnare. Il suo intento è rieducarla a vivere piuttosto che a sopravvivere.

Questa storia, apparentemente semplice, in poche pagine si trasforma nell'essenza stessa della vita.
Sono io.
Quello che ti ha afferrato per mano prima che ti gettassi nel vuoto.
Quello che ti ghermisce tra le braccia per ridarti il respiro.
Il negromante che ti incatena per tirarti su dalla fossa.
La Chillon è riuscita, nuovamente, a smuovere una marea di emozioni dentro di me, e lo ha fatto usando parole crude e immagini sconvolgenti, inappropriate e violente, a descrizione del “sistema” messo a punto da Evans per Eileen, un’eroina nonostante tutto, che lotta senza sosta per comprendere se sia meglio morire di sopravvivere al dolore.
È la “Vita” quella che si sente scorrere in ogni parola dell'autrice, una richiesta d’aiuto, un inno alla rinascita per qualsiasi anima ferita, anche se manifestata in modo irruente, trasmette, in ogni passaggio, la stessa forza e vitalità dell’ossigeno che immettiamo nei nostri polmoni.

Chi di noi non ha mai avuto un periodo buio nella vita?
Dove lo sconforto e il dolore hanno prevaricato ogni cellula del nostro corpo?
Magari non abbiamo avuto un Evans che ci ha costretto a risorgere in maniera così brutale, ma è anche vero che senza l'aiuto di una persona capace di farci affrontare le nostre paure non ne saremmo usciti in maniera semplice.

Questo è un libro da leggere a piccole dosi e io ho fatto così, l'ho assaporato in tutta la sua crudezza, potenza e interezza.
I protagonisti sono due personaggi dalle volontà di ferro, tanto diversi eppure simili nel prendere a calci la sofferenza.
Mi dispiace non essere entrata nel dettaglio di quella che è la trama, ma credo di aver ampiamente descritto il fulcro di una storia appassionante, ferina, destabilizzante... vera.
È giusto che ognuno lo legga traendo le proprie impressioni e valutazioni.
Per me è stata una lettura INDIMENTICABILE.
“Impara a chiedere... A farlo con tutte le tue forze, perché solo chiedendo alla vita, la vita ti risponderà”.


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