MINE & HIS, A. ZAVARELLI e NATASHA KNIGHT. Recensione dilogia


 
Titolo: MINE - HIS
Autore: Natasha Knight e A. Zavarelli
Genere: mafia romance
Serie: MINE & HIS 1 e 2
Edizioni: Quixote Translations
Data di pubblicazione: 11 agosto e 22 settembre 2021

MINE

Non avrebbe mai dovuto entrare nel mio club.
Ma lo ha fatto.
Non avrei mai dovuto guardarla.
Ma l’ho fatto.
Il mondo criminale non è un posto per una ragazza come lei.
Una notte con Katerina non è abbastanza, ma gli uomini come me non possono permettersi di essere deboli.
Quindi le dico di proseguire con la sua vita.
Lo fa, ma non prima di aver visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere.
Quando si nasconde, il mio compito è scovarla. Ho un lavoro da portare a termine e lei deve scomparire per sempre.
Quattro anni dopo, Kat non è più sola, e il bambino che le è accanto mi assomiglia.

HIS

Mi sono nascosta per quattro anni, in fuga dall’uomo con cui sono stata a letto una volta sola.
Ho visto qualcosa che non avrei dovuto vedere.
Ho preso qualcosa che non avrei dovuto prendere.
Mi ha trovata.
Ma non è solo della mia sicurezza che mi devo preoccupare. Ho un bambino. Il suo bambino. Il bambino segreto di un mafioso russo.
Mi ha detto, senza mezzi termini, che sono sua. Che saremo una famiglia.
Ma suo zio mi vuole ancora morta e so che l’uomo che ci ha dato la caccia fino a trovarci è l’unico che ci può tenere al sicuro.

Dopo mesi trascorsi col blocco del lettore (e cioè senza mai aver avuto voglia di aprire il kindle), tra le mille uscite e nuove trame, sono rimasta intrigata dalla dilogia scritta a quattro mani da Natasha Knight e A. Zavarelli, dal titolo MINE & HIS.

Qualche tempo fa, la Zavarelli mi aveva incantata con la serie “LA MALAVITA DI BOSTON”, in particolare con la storia straordinaria, a tratti indimenticabile, de “Il Fantasma”. Immaginate dunque la mia sorpresa quando ho scoperto che questa dilogia è lo spin off di quel libro.
Mi sono immersa nella lettura certa che mi avrebbe regalato le stesse emozioni e che, finalmente, mi sarei liberata in modo definitivo dall’impasse.
In effetti, l’augurato “sblocco” c’è stato, ma non come sperato, dato che ho trovato la storia poco coinvolgente.

Il primo capitolo della serie, “MINE”, è stato un ottimo inizio, ben strutturato, accattivante e impegnativo, ma il secondo, “HIS”, l’ho ritenuto affrettato, poco dinamico ed eccessivamente strappalacrime - concedetemi il termine.
Le scene cruente non sono mancate in entrambi i libri, ma non ho rivissuto, né riprovato, le sensazioni forti delle precedenti letture della Zavarelli.
Potrebbe aver influito il fatto di averlo scritto a quattro mani?
Forse, o forse no.
Sicuramente si percepiscono delle diversità, che contraddistinguono la collaborazione tra le scrittrici.
Due tipi di scrittura, due stili narrativi. La Zavarelli è più dinamica, più "aggressiva", mentre la Knight è più soft e meno audace.
Potrebbe essere solo una mia impressione, ovviamente, ma chi le conosce entrambe potrà confermare o smentire la mia tesi.

Passiamo alla storia.
Katerina è giovane, solare, con tutta la vita davanti.
La sera del suo diciannovesimo compleanno, con dei documenti falsi in tasca, si avventura insieme alla sua migliore amica in uno dei locali più discussi e frequentato della città di Philadelphia, Il Delirium. Proprio lì Kat stabilirà la linea di demarcazione del suo futuro.
Beve qualche bicchiere di troppo, brilla appare facile preda per due balordi che tuttavia non hanno fatto i conti con Lev Antonov, padrone del Delirium e uno degli uomini più pericolosi della mafia russa. Per Katerina, invece, è il cavaliere dal cavallo bianco che arriva in suo aiuto.

Lev, vive per vendicarsi.
È alle dipendenze di suo zio Vasily (un Vor della mafia russa, arrivista e sanguinario) e da quando sua madre è stata uccisa a sangue freddo non ha potuto fare altro che crescere in un mondo che non gli appartiene, ma che è stato costretto a far diventare suo.
Uccide a sangue freddo senza battere ciglio e esegue ogni ordine che gli viene impartito, tipo fare da babysitter ad Andrei, suo cugino e figlio di Vasily, un irresponsabile che non si fa scrupoli a uccidere una donna dopo averla usata o a sparare in fronte al passante che lo ha guardato storto.
Troppe volte Lev si è ritrovato a dover riparare ai danni che Andrei provoca, tuttavia si costringe a ingoiare orgoglio e rabbia pur di raggiungere il suo scopo, cioè scovare il vero assassino di sua madre.
Per quattordici anni ho fatto questa me*da. Lavorare per Vasily, eseguire ogni ordine che mi ha ficcato in gola. E cosa ca**o devo ancora dimostrare? Niente.
Un ca**o di niente.
Ho mentito a me stesso sognando di poterne uscire. Che avrei potuto fare le cose in modo diverso. Ma quella finestra diventa ogni giorno più piccola. E ora mi sta soffocando a morte.
Quando Katerina entra nel suo locale calamita la sua attenzione.
Capelli rosso fuoco, sguardo profondo, la giovinezza che la avvolge come un profumo.
Aiutarla a togliersi dai guai è istintivo ma, allo stesso tempo, una debolezza che non può permettersi.
Anche riportarla a casa, senza toccarla, è naturale come naturale è non liberarsi della sua presenza.
La sua mente è offuscata dalla rossa cascata dei suoi capelli, dall’innocenza del suo spirito.
È stato stupido cercarla di nuovo.
È stato irresponsabile volerla nella sua vita.
Ed è stato ancora più inconcepibile credere che una notte insieme potesse bastare.
Nonostante questo, deve liberarsi di lei.
Deve lasciarla andare.
E lo farebbe se non il destino non tramasse contro di loro. Kat ha in mano una carta vincente, documenti sensibili che Vasily deve riavere.
Per questo motivo deve morire e Lev sarà il suo sicario.

Trascorrono quattro anni, rivederla è una pugnalata al cuore e, ancora di più, scoprire che Kat è una madre. La somiglianza di quel bambino con lui, poi, sconcertante.


Entrambi i protagonisti sono vittime di un passato devastante.
Kat è rimasta orfana da bambina, tale condizione darà inizio al suo calvario fatto di affidamenti e porte chiuse.
Ha dovuto crescere in fretta, rimboccarsi le maniche per non morire di stenti.
Lev, invece, è stato cresciuto dallo zio come una macchina: obbedire, uccidere prima di essere uccisi.

Se MINE ci porta nella vera dimensione della mafia, con omicidi e scene cariche di tensione e adrenalina, con HIS ci areniamo nel mondo del “romance”, dove Kat e Lev fanno di tutto per proteggere la loro famiglia e il loro sentimento diventa sempre più forte e univoco.

Lev, nel primo capitolo, è il tipico maschio alpha, nel secondo si trasforma nell’uomo della porta accanto.
Con ciò intendo dire che a un certo punto il suo personaggio prende una piega inaspettata (e quanto mai repentina).
Kat, al contrario, resta sempre fedele a se stessa, è una donna forte, che difende a spada tratta i suoi ideali e che è disposta a qualsiasi cosa pur di tenere al sicuro suo figlio.

Troppo rapido il loro riavvicinamento.
Sono trascorsi quattro anni, ma Kat non ha paura di cosa Lev potrebbe farle una volta trovata, bastano poche battute e l’odio viscerale si trasforma in amore incondizionato.
"Non dubitare mai di essere mia", dice con voce rauca, come se fossero tutte le parole che riesce a gestire.
"Sarai sempre mia".
A mio avviso, prima di arrivare a questo, sarebbe stato utile approfondire, magari con un breve excursus narrativo, quanto avvenuto prima o durante il loro riavvicinamento.

Detto questo rispetto la scelta delle autrici, poiché gli intrecci e le vicissitudini sono molteplici. Alcuni personaggi secondari, ad esempio, saranno molto importanti ai fini della trama, e anche il caro vecchio FANTASMA Alexei, cugino di Lev.

I colpi di scena non mancheranno e più si farà fitta la trama, più Kat e Lev scopriranno di essere legati dallo stesso passato.
In definitiva, nonostante le diversità di scrittura delle autrici e qualche piccola incongruenza narrativa, la dilogia è sicuramente da leggere.
Piccolo appunto per gli amanti del genere: non aspettatevi i fuochi d’artificio.



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IN CAMBIO DI UNA RECENSIONE ONESTA

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