RABBIA E ROVINA, JENNIFER L. ARMENTROUT. Recensione in anteprima


 TITOLO: Rabbia e rovina
AUTORE: Jennifer L. Armentrout
EDITORE: Harper Collins
SERIE: Harbinger Series Vol. 2
GENERE: paranormal romance
DATA D'USCITA: 8 aprile 2021
PREZZO: € 6,99 ebook

Trinity e Zayne, il Guardiano gargoyle incaricato di proteggerla, stanno combattendo insieme ai demoni per salvare il mondo dall’apocalisse che minaccia di abbattersi sull’umanità, ma concentrarsi sulla missione non è affatto semplice, perché ciò che provano l’uno per l’altra, anche se la natura del loro legame lo proibisce, si sta inesorabilmente trasformando in amore. Così, cercando di tenere a bada il desiderio che cova sotto la cenere, ogni notte i due ragazzi pattugliano le strade cercando tracce del Messaggero, la misteriosa entità che nessuno ha mai visto e che sta uccidendo Guardiani e demoni senza distinzione… e soprattutto senza alcuna logica. Quando Trinity e Zayne si rendono conto che da soli non possono farcela, chiedono rinforzi a un alleato a dir poco particolare: Roth e la sua coorte. Poi, mentre il numero dei morti continua a salire, viene alla luce un sinistro complotto che coinvolge la scuola locale e una persona molto cara a Zayne, e Trin si rende conto di essere stata ingannata e manipolata per un qualche oscuro fine. Allora la rabbia esplode, i sentimenti sfuggono al controllo… e questo potrebbe essere la rovina per tutti loro.

Arriva il secondo capitolo della saga The Harbinger di Jennifer Armentrout, a sua volta spin-off di The dark materials, della stessa autrice.

La trama riprende dove si era interrotta precedentemente, con Zayne nuovo difensore di Trinity e i due impegnati nel tentativo di individuare e fermare l’harbinger che uccide indiscriminatamente demoni e guardiani. Nonostante il libro conti un buon numero di pagine, la trama vera e propria è relegata agli ultimi capitoli, mentre per più di metà libro gli unici eventi significativi sono i battibecchi tra i due protagonisti e lo sviluppo del loro rapporto. 


Tra i due, infatti, sembra esserci un’attrazione innegabile, anche se la suspense da “lo faranno, non lo faranno?” si basa completamente su equivoci, frasi non lasciate finire e conclusioni affrettate, con quella punta di “amore proibito” che non guasta mai.
  

“You going to let me go now?” I demanded.
“I don’t know. Are you going to go play in traffic again?”
“Oh, yeah. It’s a favorite pastime of mine, so no promises”
[…]
“I have explaining to do? Me?”
“Are you not the person who randomly popped up here and then ran off into the street?”
“You make it sound like I did all that on purpose, which I did not, and I also did not run off.” Even though I’d wanted to. “I walked off”

"Adesso mi lascerai andare?" chiesi.
"Non lo so. Andrai di nuovo a giocare nel traffico? "
"Oh sì. È uno dei miei passatempi preferiti, quindi niente promesse"
[...]
“Devo darti delle spiegazioni? Io?"
"Non sei forse tu la persona che è casualmente comparsa qui e poi è scappata in strada?"
"lo fai sembrare come se lo avessi fatto apposta, cosa che non ho fatto, e non sono scappata." Anche se avrei voluto. "Me ne sono andata"

Si ha anche il ritorno dei personaggi della saga principale, già comparsi nel capitolo precedente, i quali però intervengono per lo più per allungare il brodo e, in alcuni casi, un po’ come “deus ex machina”, per dare spiegazioni, senza avere un ruolo più significativo che quello di personaggi di contorno. Quando però l’azione inizia a svilupparsi davvero, vi sono diversi colpi di scena finali che lasciano la curiosità su ciò che potrà accadere in seguito.

I personaggi di Trinity e Zayne si confermano con le loro forze e debolezze, anche se un po’ più maturi di prima. Trinity si trova ad affrontare il dolore della perdita di colui che pensava essere il suo migliore amico e vecchio difensore, e che invece l’ha tradita alleandosi col nemico.
“Sensation burst in the center of my chest, and it reminded me oddly of how pepper smelled. It felt like frustration and I thought it might be coming from Zayne. […]. Deep down, did he look at us as if we were stuck with one another, even though he hadn’t hesitated when he’d been offered the bond? Wasn’t that what happened with Misha?

Una sensazione esplose al centro del mio petto e mi ricordò stranamente l'odore del pepe. Sembrava frustrazione e ho pensato che potesse provenire da Zayne. […]. Nel profondo pensava a noi come incastrati l'uno con l'altro, anche se non aveva esitato quando gli era stato offerto il legame? Non era quello che era successo con Misha?”

Questo grave lutto viene trattato più volte con molta delicatezza, sottolineando la forte umanità nel carattere della protagonista, soprattutto a confronto con quello di Zayne, più abituato al concetto della morte e quindi più distaccato, anche quando sono i suoi cari a esserne colpiti. Personaggio degno di nota per la sua identità e le sue motivazioni è proprio l’Harbinger, che si presenta sicuramente controverso e inaspettato; sarà solo il prossimo capitolo a darci informazioni in più su di lui e su come sarà possibile fermarlo.

Lo stile del libro, come sempre, conferma la grande esperienza dell’autrice in questo genere di romanzi. La prosa è chiara e scorrevole, pur mantenendo le lunghe e inutili descrizioni sull’abbigliamento della protagonista che tanto devono essere care alla Armentrout.

In conclusione, la storia è un interessante prosieguo dell’opera precedente anche se, a mio avviso, si tratta più di un ponte tra quello che è successo nel primo romanzo e ciò che accadrà nel terzo, più che un reale contributo allo sviluppo delle vicende. Sicuramente per questo motivo risulta leggermente meno interessante dell’episodio precedente; ma se il terzo garantirà l’azione e i colpi di scena che dal finale sembrano promessi, sarà sicuramente valsa la pena di leggere anche questo intermedio.




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