Molto lontano da qui, Vera Demes. Recensione.

 

Titolo: Molto lontano da qui
Autore: Vera Demes
Genere: Contemporaneo
Editore: Self-publishing
Pagine: 456
Data di uscita: 24 dicembre 2020



"Un mondo nuovo. Diverso. Un mondo di colori. Lontano. Tra le sue braccia".

Flora Bresso è una bugiarda. Mente da quando era bambina, mente per scappare da una madre oppressiva e da un passato che non sente suo.
Quando finalmente riesce a realizzare il proprio sogno e a farsi assumere in una blasonata compagnia aerea, però, il suo castello di menzogne inizia a vacillare. Ancora di più dopo che Giulio Da Col, un pilota di linea attraente e carismatico, entra in modo imprevisto nella sua vita.
Bugie, decine di bugie.
Flora non sa fare che questo. Mente con tutti, anche con Lucia, l’unica amica che ha e che, come lei, è diventata assistente di volo per sfuggire a una vita che non ama, illusa di aver trovato la felicità negli occhi di un uomo che non la rispetta.
Flora rifiuta il presente e Giulio è lì, capace di avvolgerla nel proprio abbraccio.
Lui è forte, ostinato, sa quello che vuole e come ottenerlo. Non ha mai fallito, non si è mai arreso ma c’è qualcosa che non può prevedere.
La mancanza di amore, l’impossibilità di dimostrarlo, la violenza subita, la voglia di fuga e la speranza di cancellare gli errori del passato distruggono ciò che era stato faticosamente costruito.
Flora e Lucia precipitano in un abisso senza ritorno.
Si può fuggire dai sogni, dall’amore, dalla verità. Ma non per sempre. E spesso ciò che crediamo lontano invece è molto vicino, così vicino da poterlo toccare. Basta solo crederci.

NOTA PER I LETTORI: questo romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 2013 e poi ritirato dalla vendita.
Nel 2020, dopo sette anni, viene riproposto rieditato, aggiornato e ampliato in tutte le sue parti. Buona lettura!

Vi svelo un segreto: quando Vera Demes annuncia l’uscita di un suo nuovo lavoro, mi sento divisa in due: da una parte la gioia e l’impazienza di leggere un’autrice che stimo molto e che non mi ha mai delusa; dall’altra la paura di soffrire e la certezza che non sarà una lettura facile e indolore. E così è stato anche questa volta (d’altronde l’aveva detto anche lei)! 
Questo è un romanzo che non ha due protagonisti e alcuni secondari, perché i personaggi di cui l’autrice ci narra la storia sono almeno tre, mentre attorno a loro si muovono tutta una serie di figure che imparerete ad apprezzare o a odiare. 
Flora ha ventitré anni, un grande sogno e una vita complicata a impedirle di raggiungerlo; vive con la madre, una donna ansiosa e angosciante, perennemente preoccupata e piena di paure. Non nutre fiducia nel prossimo, non dimostra mai affetto a Flora, che considera un’espiazione di una colpa di gioventù. Conduce una vita soffocante, per fuggire alla quale la figlia si è creata mondi paralleli; infatti Flora, fin dalla più giovane età, mente, mente spesso e a tutti. Non vuole raccontare la verità, la sua esistenza misera e infelice agli altri. Come la madre, seppur inconsapevolmente, non si fida del prossimo e non è capace di amare, perché nessuno glielo ha mai insegnato. Ora però il suo sogno si sta per realizzare: di nascosto dalla madre, è diventata assistente di volo per una grande compagnia, la WFA, ed è durante il corso di preparazione che incontra Lucia. 

Lucia è una bellissima bionda, procace, ingenua ed estroversa; proviene da una famiglia contadina e mal sopporta le sue origini, la provincialità della sua vita. Anche lei ha un sogno: volare, lasciare alle spalle l’umile esistenza fin lì condotta, incontrare un principe azzurro e innamorarsene perdutamente. Ha superato la selezione per diventare assistente di volo, nonostante la contrarietà della sua famiglia, e le sue aspettative sono alle stelle. Quando poi incontra Leo, pilota bello e prestante, la sua felicità è al massimo: il bel pilota le dimostra fin da subito un interesse particolare, le lascia intuire di desiderarla, nascondendole però la sua vita e limitandosi a brevi e sempre più violenti rapporti sessuali, conditi da una brutalità e da una cattiveria che l’ingenua Lucia accetta, scambiandole per amore e gelosia. 
“Parlava della sua vita con disinvoltura, senza esitazioni, con la sfrontatezza di chi sapeva di essere attraente, ammirato e capace di raggiungere qualsiasi obiettivo si fosse prefissato.” 
Giulio è un valido e avvenente pilota, sicuro di sé, collega di Leo, per il quale non nutre stima; ha una relazione tesa con Lucrezia: la donna, bellissima e algida, ha un progetto di vita che include Giulio. Vuole sposarsi, anzi sposare il bel pilota e quando ha un obiettivo, nulla la ferma. Giulio da parte sua è certo di non volersi impegnare così definitivamente, anche perché Lucrezia non è certo l’amore della sua vita. Tra i due i rapporti si fanno sempre più difficili, soprattutto dopo che lui ha conosciuto Flora: quella bellissima giovane dall’eleganza di una gazzella e dalla sensualità innata lo ha stregato e, nonostante la sua sfuggente personalità, è deciso a convincerla a fidarsi di lui e a concedergli una possibilità. 
Nonostante le evidenti diversità fisiche e caratteriali, Lucia e Flora diventano amiche e si sostengono a vicenda. 
Hanno in comune la volontà di scappare dalla loro misera e grigia vita di provincia, dal piattume di una condizione famigliare soffocante e claustrofobica. Sono due amiche che non si confidano, ma che sono accomunate dal fatto di stare ora vivendo il loro sogno, che però ben presto presenta il conto da pagare... 
“Lei era rimasta lì, incagliata nella sua testa. Era rimasta insieme ai suoi silenzi, al suo sguardo enigmatico, a quel suo modo di essere lontana da tutto, in un mondo segreto che si era squarciato a tratti, per pochi istanti, regalandogli immagini vivide, sensazioni mai provate, un’emozione spiazzante che ancora permaneva in lui. Non riusciva a non pensarci. A lei. Nonostante tutto.” 
Mentre la relazione di Lucia con Leo è basata sulla lussuria sfrenata e l’egoismo sempre più pressante dell’uomo da una parte e la grande ingenuità e freschezza della giovane dall'altra, quella di Flora con Giulio mette fin da subito in evidenza l’attenzione del pilota per le emozioni di lei, lo struggimento e la dolcezza dei loro gesti, il senso di comunione provato quando sono insieme. 
Leggere questo libro è come andare sulle montagne russe: le emozioni vanno a mille, ti rovesciano e poi bruscamente ti rimettono in piedi, ti strizzano e poi ti accarezzano l’anima. 
Quanto ho detestato Leo! La sua relazione con Lucia mi ha destato rabbia, repulsione, indignazione e incredulità. Lucrezia mi ha parecchio infastidita: la sua fredda aspirazione e la sua odiosa insistenza mi sono parse fuoriluogo e ho letto con trepidazione le sue macchinazioni per accalappiare Giulio. La mamma di Flora mi ha messo addosso angoscia e frustrazione: una vita sprecata e una rovinata a causa della misera tristezza di cui si è sempre ammantata; ho temuto che Flora non riuscisse a liberarsi dal suo giogo, dalla sua soffocante presenza che ne ha condizionato la vita. Quanto dispiacere ho provato per Flora! È una giovane bellissima, elegante e intelligente, che vive una doppia vita: la sua incapacità di affrancarsi dalla negatività materna mi ha messo malinconia, mentre mi ha destato tanta tenerezza il suo cercare Giulio nei momenti più bui e desolati, salvo poi fuggire sempre via, nonostante la preoccupata premura del pilota. 
“Fare l’amore. Non avrebbe mai smesso. Ed era la prima volta che si sentiva così. La baciò affondando la lingua all’unisono con il suo corpo. La sentì urlare di piacere. L’amò con passione. La testa disconnessa da tutto. Come un sortilegio. Occhi neri e labbra di ciliegia. Flora lo aveva stregato.” 
Queste mie parole non bastano a rendere sensazioni che solo la lettura del libro riesce a far provare, perché in tutto questo moltissimo fa lo stile di quest’autrice, maestra nel descrivere i sentimenti e gli stati d’animo dei suoi personaggi. Vera Demes dà voce a chi non ha speranza, a chi lotta quotidianamente contro le ripetute ferite inferte dalla vita, a chi vive in sordina, nascosto alla vista dei più; dà voce ai disperati, ai malinconici, alle persone più deboli. E lo fa in modo magnifico, con parole che sono poesia, con un dolce narrare che diventa intenso e struggente, ma anche potente e doloroso. 
È vero che spesso la rinascita parte dal dolore più profondo, dalla disperazione più terribile, e che bisogna toccare il fondo prima di risalire. Lo sanno bene Flora e Lucia; e allora forse è necessario andare molto lontano da qui, da quello che siamo, per poter superare paure, angosce, tristezza e malinconia e riscoprirsi forti, determinate, ripulite dagli errori e decise a riprendere in mano la propria vita, scoprendo infine quell’amore sconosciuto, forse mai voluto e forse a lungo desiderato. 
Un viaggio, un percorso di rinascita e autoguarigione, un altro gioiello di Vera Demes da non lasciarsi scappare, un altro suo libro indimenticabile.




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