TITOLO: Baci di luna, lacrime d'oceano
AUTORE: Bendetta Cipriano
GENERE: contemporary romance
SERIE: La luna nell'oceano #2
EDITORE: self publishing
PAGINE: --
PREZZO: 2,99€
DATA DI USCITA: 12 dicembre 2020
Nel suo nome è incisa la notte, nei miei occhi l’oceano.
Quello stesso oceano che ha spezzato i suoi sogni, riducendo il suo cuore in polvere.
Un oceano che ho sostituito col cemento, con il rumore assordante di una città che non mi appartiene. Che bracca il mio cuore, che costringe quel muscolo a piangere in silenzio.
Sono lacrime d’oceano, le mie.
Perché io sono fatto di acqua, del sole al tramonto visto dalla spiaggia, di onde in burrasca, di sabbia che si attacca al cuore, all’anima, alle ossa.
Sono fatto di parole gridate al vento, di pensieri che si sciolgono nella schiuma bianca dell’oceano.
Ma ho scelto di andare via.
Ho scelto di partire, di correre per le strade di una città sconosciuta.
Di smettere di ritrovarmi tra le onde.
L’ho fatto per lei.
L’ho fatto per noi.
Perché lei è la mia piccola luna, l’unica che, più impavida e coraggiosa di un oceano, nonostante tutto, mi riporta sempre a casa.
Se non avete avuto il piacere di conoscere Maverick e Lua, protagonisti di “La luna nell’oceano”, evitate di proseguire con la lettura di questa recensione, poiché in questo volume la loro storia prosegue.
Allora, da dove cominciare? Potrei farlo partendo subito da dove la storia di Maverick e Lua si è fermata, ma credo sia giusto fare qualche passo indietro.
Abbiamo conosciuto questa coppia, una delle poche coppie letterarie che ha saputo entrarmi dentro in una maniera più unica che rara, quando entrambi, oltre ad essere dei perfetti sconosciuti, facevano i conti con un dolore troppo grande da sopportare e con un passato pieno di fantasmi. Senza che Lua potesse immaginarlo, anche Maverick, il nostro sexy surfista, condivideva, assieme a lei, il lutto per un bambino di otto anni, un piccolo cercatore di conchiglie, venuto a mancare troppo presto, annegato fra le acque di quell’oceano che Maverick ama tanto: Diego, il figlio di Lua. Abbiamo assistito all’inizio della loro conoscenza, sfociata ben presto in amore sconfinato, al dolore di Lua per la morte del suo bambino e alla sua rabbia nei confronti di quell’oceano di cui anche Diego era perdutamente innamorato. Grazie all’amore che le ha dimostrato Maverick giorno per giorno, Lua è riuscita a lenire, a rendere più sopportabile quel dolore che le stava lentamente portando via la vita; ma non a esorcizzarlo, perché un dolore di quella grandezza è destinato ad essere un fedele e onnipresente compagno della tua esistenza. Dunque, li abbiamo lasciati pronti a iniziare la loro vita assieme e da uno degli epiloghi abbiamo potuto constatare, con immensa gioia, che dal loro grande amore è nata una bambina: Safira. Se siete convinti, cari readers, che il secondo volume cominci proprio da lì, vi sbagliate, proprio come mi sono sbagliata io, immaginando tutto ciò.
“Baci di luna. Lacrime d’oceano” inizia tre anni dopo la conclusione del primo volume, quando ancora Lua e Maverick non sono genitori di quella splendida bambina.
Sappiamo benissimo che l’acqua è l’elemento di Maverick. Tra le sue onde si sente a casa. In quell’oceano si ritrova, anche quando si perde. Ma, ora che si è trasferito a New York per iniziare una nuova vita con la sua piccola luna, non lo vedrete esattamente al culmine della spensieratezza. Un dannato senso di nostalgia si è impossessato di lui, perché nel momento in cui ha abbandonato Santa Cruz si è precluso la possibilità di surfare, per amore di Lua. Ma sappiamo bene che togliere l’oceano a un uomo come lui, che l’oceano lo porta nel cuore e nell’anima, sarebbe come sottrargli parte di se stesso.
“Da quando sono arrivato a New York, ho dovuto rinunciare a quella sensazione di immediata pace interiore che mi donava il cielo a un passo dall’oceano. Mi manca Santa Cruz. Mi manca da morire.”
Ed è proprio questo che succede: Maverick lascia a Santa Cruz parte del suo essere, autoconvincendosi che il cemento e l’asfalto della Grande Mela gli basteranno per essere felice. Ma se così è, perché i suoi pensieri tornano prepotentemente alle onde di Santa Cruz? La musica, suonare la chitarra, è l’unico anestetico a cui si aggrappa quando la mancanza si fa troppo pesante da sopportare. Perché per Maverick l’oceano è libertà. Una libertà fatta di attimi, di spensieratezza e di brividi. Fino a quando potrà resistere e reprimere il suo vero io prima che la lontananza dalle sue onde lo soffochi e lo spinga a compiere un passo falso?
“Ho fatto la mia scelta. Ho scelto di seguire l’amore. Ho scelto il cemento, l’asfalto e un muro di palazzi, ho messo da parte il mio oceano. E anche se il mio cuore è spezzato, va bene così. Perché Lua è più importante di tutto. Mi basterà surfare quando di tanto in tanto ritornerò a Santa Cruz. Mi deve bastare”
Lua si è dovuta trasferire per gestire il ristorante dei suoi genitori ma, a differenza del suo surfista, non rimpiange nulla di Santa Cruz, eccetto la sua adorata nonna Rida. Vivere in città l’aiuta a mettere un cerotto sulla sua ferita, perché per lo meno nulla a New York le ricorda costantemente Diego e il modo in cui lo ha perso per sempre. Ciononostante, continua a lottare con la sua assenza, con un vuoto talmente profondo da non poter essere riempito. Perché quel tipo di vuoto è destinato ad allargarsi come una voragine e a non colmarsi mai.
Anche in questo volume, se il suo cuore potesse parlare, racconterebbe la lotta tra rabbia e dolore che lo attanaglia. La vedrete chiudersi a riccio in un luogo in cui nessuno può accedere. Un luogo da cui, incredibilmente, è tagliato fuori anche Maverick. Questo causerà i primi disguidi in seno alla coppia, creando delle piccole fratture nella loro relazione. Li vedrete muoversi in una danza incerta, mentre i loro cuori rotti continueranno a perdere battiti. Andranno in guerra, si spezzeranno, rimarranno feriti e sanguineranno, credendo di non farcela. Maverick e Lua, per la prima volta, preferiranno tenersi dentro cose non dette e questa, carissimi readers, è la decisione peggiore che una coppia possa prendere.
“Sei un disastro quando ti chiudi in te stessa, quando mi tieni all’oscuro di paure e dolori, ma vedi, piccola mia, mi basta guardarti per intuire che stai provando a nascondermi qualcosa. Quindi a questo punto, che ne diresti di smetterla? -, mi alzo in piedi e punto il mio sguardo su di lei. -Che ne diresti di smettere di evitare i problemi e di provare invece ad affrontarli?”
Maverick e Lua insieme possono sembrare perfetti, ma non lo sono. Non dimentichiamoci che la perfezione non esiste. Il cuore di Lua è rotto e quello di Maverick è spezzato. Entrambi lotteranno con i loro fantasmi, con i loro dolori. Non potranno mai essere perfetti perché la vita li ha spezzati in due.
Se vi sto dicendo che il proseguire della loro storia è stato scritto solo per separarli? Certo che no! Non sarebbe da Benedetta e, per chi conosce fino in fondo i cuori di Maverick e Lua, un’ipotesi del genere non è minimamente contemplabile.
In questo volume scoprirete che il loro è un amore fatto di tempeste, di venti avversi e notti senza luna. Ma nonostante tutto, più forte di ogni cosa. Perché quell’amore, più impavido delle onde, non si arrende. Combatte ogni dolore e vince sgretolando ogni paura. Insieme si ritrovano, si ricompongono. Si fondono e diventano imbattibili. Due cuori rotti, ma potenti, coraggiosi.
“Perchè la vita ti costringe a essere imperfetto, a lottare contro i mostri, a sfoderare le migliori armi contro il dolore, a surfare quelle grandi onde, anche quando non sei pronto e preferiresti startene ancora un po’ con le gambe in ammollo, sulla tua tavola da surf, mentre nel bel mezzo dell’oceano ti godi il tramonto”
L’uscita di questo volume mi ha finalmente dato l’occasione di poter conoscere Maverick e Lua, da tempo nel mio kindle. Quindi mi sono dovuta tuffare prima sul volume precedente per poter poi recensire questo. Ora che la loro storia è giunta al termine, non posso non dire che Maverick e Lua mi mancheranno da morire. Sapete perché? Perché ho vissuto pienamente ognuna delle emozioni dolceamare che hanno provato loro, anche se a volte ho pensato di non farcela a proseguire la lettura dal tanto dolore. Giuro che ho sentito davvero male, tanto male che mi ha costretto a posare il kindle e riprendere fiato per qualche minuto. Non nego che il pensiero di mollare mi ha sfiorato, non volevo più leggere perché era una sofferenza continuare, ma mi sono detta: “Se ce l’ha fatta Benedetta a portare a termine la stesura, perché non posso continuare io?”. Non sarebbe stato giusto non poter dare una possibilità a quella storia che, seppur dolorosa, merita di essere vissuta dalla prima all’ultima parola, con le sue risa e i suoi pianti. Volevo a tutti i costi conoscere Lua e Maverick, anche se questo avesse significato soffrire terribilmente.
In quegli occhi azzurri come l’oceano sconfinato che Maverick tanto ama, ho scorto la saggezza di chi ha vissuto, ha perso, ha lottato e ha pianto. Ho sentito addosso il suo sconforto nell’istante in cui decideva di mettere a tacere parte del suo essere, annullando se stesso per amore. Ho sentito anche quell’amore che ha aiutato Lua ad andare avanti e che ha trovato e travolto anche me, lenendo il gelo della sofferenza che stavo provando, come un manto che ti copre e ti scalda, riparandoti dal gelo. Ho percepito la forza e la fragilità di Lua, una piccola grande donna su cui il destino ha deciso di accanirsi. Ho sentito il suo dolore sin dentro le ossa e forse ho versato tante lacrime quanto lei, facendo mia la sua perdita, ma anche la sua gioia. Ripensando a determinati momenti e riflessioni, sento la pelle d’oca ancora adesso, mentre scrivo queste righe. Ho sorriso immaginando entrambi nei loro momenti divertenti: vogliamo parlare di Dante, Savannah e della telenovela in portoghese? Ho gioito e pianto di commozione per il raggio di sole venuto a illuminare le loro tenebre. Questo volume ha il sapore di un nuovo inizio. Un inizio famelico e dolce che racchiude tante di quelle emozioni che non è possibile catalogarle tutte insieme. Non si è semplicemente lettori o spettatori di questa storia; si è totalmente partecipi e parte integrante di essa.
Il cuore è molto più di un muscolo, readers, ma se conoscete e amate la penna di Benedetta, probabilmente questo lo sapete già. Questa autrice scrive come se le parole fossero connesse al suo cuore, senza scudi, senza barriere o distanza.
La scrittura di Benedetta è un oceano in tempesta che travolge ogni volta, portandoti con sé, annegandoti dolcemente in alcune circostanze e prepotentemente in altre. Riuscirebbe a emozionare anche la persona meno emotiva di questo pianeta con il suo stile poetico, più unico che raro, che spicca per sensibilità e delicatezza. Sa arrivare alla parte più intima di chi la legge. È profonda e intensa nel descrivere nei minimi dettagli le emozioni, i ricordi e le riflessioni dei suoi personaggi; passionale nei momenti intimi; romantica e dolce nei momenti di massima fragilità emotiva.
Grazie, Benedetta. Grazie e ancora grazie per questa favola dolceamara.
E voi, readers, lasciate che Maverick e Lua vi raccontino i loro silenzi e vi rubino battiti ed emozioni. Venite a conoscere come prosegue la loro storia. Forse mi sono dilungata più di quanto avevo previsto, ma una storia di questa portata non si può commentare con poche, semplici parole.
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