EMMELINE, Estelle Hunt. Review Party.






Titolo: Emmeline 
Autore: Estelle Hunt 
Editore: Hope Edizioni 
Genere: Romance Storico 
Data di uscita: 24 aprile 2020 
Cover: Angelice

Quando Emmeline Brant partecipa alla sua prima stagione ha solo diciotto anni e tante speranze per il futuro. Tuttavia, neppure nei suoi sogni più segreti avrebbe mai immaginato di suscitare l’amore di Julian Severn, il Marchese di Newbury. L’uomo che da sempre possiede il suo cuore.
Un crudele ricatto costringe Julian a piegarsi alle consuetudini imposte dal suo rango. Tra aristocratici freddi e calcolatori, donne amorali, bugie e tradimenti il loro futuro sembra segnato per sempre.
Devastata dal dolore, Emmeline parte per New York, dove si immerge nel mondo dorato dell’alta società, sperando così di curare il proprio cuore infranto. Grazie alla presenza di donne straordinarie e alla possibilità di un nuovo amore, la felicità sembra di nuovo a portata di mano. Eppure, il destino non ha finito di giocare con Emmeline e Julian. Richiamata in Inghilterra, Emmeline scoprirà che dietro gli eventi passati si nascondono tremende verità e che l’amore, quando è autentico, non muore mai.







Quando esce un nuovo romanzo di Estelle Hunt, nel blog si scatena la lotta per accaparrarselo, ma difficilmente si vince… Questa volta ce l’ho fatta! E con uno storico per giunta, genere che a me è sempre piaciuto! Devo dire che sono stata davvero fortunata, continuate a leggere se volete sapere perché. Ah, visto che ci siete, munitevi di un antiacido…

Emmeline Brant è ancora bambina quando per la prima volta, nella campagna dell’Hampshire dove vive, vede il giovane Julian Severn, Marchese di Newbury e futuro Duca di Farnborough: se ne innamora a prima vista e, quando ormai diciottenne lo incontra a Londra, capisce che quel sentimento non è scomparso. Julian è incuriosito e attratto dalla bellezza procace e dolce di Emmeline e comincia a corteggiarla, suscitando la gelosia e le ire della cugina di Emmeline, quella Charlotte che, viziata, crudele e arrogante, tanta parte avrà nel determinare la sorte dei due giovani.
“Julian non sorrideva più. Risalì con le mani lungo la schiena sottile fino alla nuca, procurando a entrambi ondate di brividi nei corpi accaldati. Lei gli posò le mani sul petto robusto, facendole scivolare intorno al suo collo. Si avvicinarono nello stesso momento. Julian le circondò il viso con le mani e, in preda alla confusione, Emmeline spalancò gli occhi, trattenendo il respiro. Le bocche si avvicinarono, poi le labbra si sfiorarono in un bacio lento. Non appena Emmeline si fu abituata a quel contatto, Julian la leccò piano, si aprì un varco e iniziò a esplorarla.”
In pochi mesi l’amore e l’attrazione tra Emmeline e Julian esplodono e i due non riescono a sottrarsi a questo sentimento profondo e appassionato; tuttavia un destino crudele, abilmente manipolato dal padre del marchese e dalla perfida Charlotte, li separa, gettandoli nello sconforto e nella disperazione.
Le descrizioni che compaiono in questo libro sono molto dettagliate e rendono la lettura un piacere difficile da raccontare: che si parli della campagna dell’Hampshire, o dei terribili bassifondi di Londra, o delle emozioni dei personaggi, la bravura dell’autrice si esplica anche in queste esposizioni. Lo scontro tra Julian e il padre mi ha tenuta con il fiato sospeso, grazie alla tensione che la Hunt è riuscita a tessere; e il dolore di Emmeline e Julian, costretti a piegarsi di fronte alle bieche cospirazioni, mi hanno chiuso la gola. Ma è nel racconto dello strazio provato dai due, separati eppur così intimamente connessi, che l’angoscia che li ha travolti arriva a toccare anche chi legge: Emmeline trascorre settimane chiusa in camera, ha perso l’appetito e la gaiezza che la contraddistinguono; crede di aver pianto tutte le lacrime, ma ogni volta che pensa al suo amore perduto ricomincia a piangere... la sua famiglia è così preoccupata, che la madre decide di mandare lei e l’affezionatissima sorella Anais a New York, dove vive la nonna materna. Neppure la novità di una città frizzante e aperta come New York la desta dalla sua apatia e deve trascorrere parecchio tempo prima che qualcosa cambi.
“Il privilegio di poter conoscere la vera essenza dell’amore aveva preteso un prezzo altissimo. Ora Julian sapeva cosa significasse essere parte di un’altra persona, sentire con la sua carne, vedere con i suoi occhi, assaporare con la sua bocca. Conosceva Emmeline come se stesso, riusciva a prevederne i pensieri, anticipava le sue parole. Come due anime gemelle erano stati consapevoli della loro straordinaria somiglianza, così come della loro unicità.”
Neppure Julian riesce a rassegnarsi alla perdita del suo amore: reagisce con rabbia, si dà al bere e lo sconforto gli è compagno, ma è costretto a seguire le rigide regole che contraddistinguono la vita nobiliare del tempo e la sua vita procede nella direzione che altri hanno voluto.
Il tempo scorre, passano gli anni, ma Emmeline e Julian, pur sopravvivendo a una vita che non avrebbero scelto, non riescono a dimenticarsi l’una dell’altro.
Ed è proprio questo amore tenace e profondo che ammalia il lettore: la loro sofferenza tocca il cuore e ancora una volta la capacità di indagare la psicologia dei personaggi emerge prepotente dalla penna di Estelle Hunt: credetemi che per questo libro non basta la camomilla, munitevi di qualcosa di più forte, perché sono tanti i momenti in cui picchieresti qualcuno, in cui il nervosismo e l’angoscia ti prendono e vorresti che questi poveri disgraziati trovassero un attimo di pace! Pensate che sono arrivata QUASI ad accogliere con un sospiro di sollievo l’entrata in scena di Charles Hamilton, che si innamora di Emmeline, con pazienza le dimostra la sua amicizia e la aspetta fino a quando lei non cede a questo incrollabile corteggiamento!
È una spirale discendente di dolore, quella che travolge il lettore, che è tuttavia confortato e ammirato di fronte all’amore eterno di Emmeline e Julian. Ancora una volta, quando uno spiraglio di speranza sembra aprirsi, forze oscure complottano per tenerli lontani e la crudeltà dimostrata da alcuni personaggi non pare avere fine; non sapete con quale gioia e soddisfazione ho accolto la loro finale disfatta! La legge del contrappasso li ha colpiti e affondati, ma non voglio guastarvi il piacere di scoprire in che modo…

Quanto a lungo si può vivere amando un fantasma? Quanto a lungo i ricordi possono sostituire un corpo caldo e un cuore innamorato? Emmeline e Julian paiono rassegnarsi, e con sofferenza sembra che si siano rassegnati alla perdita del loro amore.
Ma un fatto tragico riporta Emmeline in patria e a quel punto il mio cuore ha ripreso a sperare.
“Fu in quel preciso momento che Emmeline sentì i passi attutiti di un cavallo che si fermava dietro di lei. Non fu necessario voltarsi per conoscere l’identità del cavaliere. Grazie alla chiaroveggenza che appartiene alle donne dai tempi di Eva, lei sapeva. Lo sentì smontare da cavallo e restare immobile. Doveva solo girare la testa e ne avrebbe avuto conferma. Dopo un attimo interminabile, prese coraggio e si voltò, pur con una punta di riluttanza, come se fosse indecisa su come affrontare il suo destino. Julian era lì, a pochi passi da lei.”
Non potete capire l’emozione che ho provato leggendo queste parole, il senso di aspettativa che ha accompagnato questo brano. L’incontro tra Emmeline e Julian, dopo quattro lunghissimi anni di separazione, mi ha straziata: il loro dolore è stato il mio, la loro angoscia mi ha coinvolta e il loro impossibile amore mi ha fatto piangere. Ma è ancora lunga e in salita la strada da percorrere: le convenzioni sociali, la presenza di Charles al fianco della giovane donna e i segreti del passato li dividono e sembrano ostacoli insormontabili, anche se quell’amore appassionato, che li aveva uniti quattro anni prima, è ancora lì, in tutta la sua incrollabile presenza.
Ho letteralmente divorato le pagine dell’ultima parte di questo romanzo, desiderosa di porre fine a quell’angosciosa trepidazione che ha accompagnato la lettura di buona parte del libro.



La storia di Emmeline e Julian copre un arco temporale di circa quattro anni e ci dà modo di sbirciare, attraverso le belle descrizioni dell’autrice, la vita dei nobili inglesi di fine diciannovesimo secolo, quando la nobiltà, pur con una certa ritrosia, è stata costretta a misurarsi con una nuova forma di ricchezza, che nulla aveva a che fare con i possedimenti terrieri. Di pari passo, in America troviamo i primi movimenti di emancipazione femminile: l’embrione delle lotte che seguiranno (e che purtroppo non sono ancora finite) per i diritti delle donne, per l’indipendenza economica, per il riconoscimento di forme d’amore che per la prima volta cercano il coraggio di affacciarsi alla porta di una società che a parole si proclama nuova e liberale, ma che nei fatti è ancora tradizionalista e conservatrice.
Da questo punto di vista ho apprezzato moltissimo la sorella di Emmeline: la caparbia Anais trova a New York quella libertà di vita che in patria non ha mai conosciuto e le sue inclinazioni, la sua battaglia per i diritti delle donne, il suo amore così diverso da quello convenzionale del tempo, la portano a scelte coraggiose, ma che ancora dimostrano quanto sia lontana l’indipendenza e l’autonomia tanto agognate.
Odierete la bellissima Charlotte, ve lo garantisco, ma troverete anche personaggi a cui vi affezionerete: la nonna Alice, la zia Euphronia, lo stesso Charles e non dimenticherei Emma Rose e Maxwell…
Un meraviglioso romanzo sul dolore che può arrecare l’amore, sulla sofferenza della separazione, sulla vita che vale comunque sempre la pena vivere, sull’affetto dei famigliari, sulla speranza che non va mai perduta.



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