Titolo: Schizzi
Autrice: Maria Giovanna Augugliaro
Genere: realistico psicologico
Editore: Prova d'Autore
Pagine: 123
Prezzo: Euro 10,00
L’immagine fantasiosa, a tratti mistica delle favole, dell’Anagramma della vita, cede il passo in questa nuova raccolta alla visione scarna e cruda della realtà nei suoi aspetti più aspri. Dieci racconti brevi ma non facili per segnare il passaggio dal genere favolistico al genere psicologico. Dieci stanze anguste nelle quali l’autrice conduce il lettore, prendendolo per mano e suggerendo, poco per volta, un’ insolita chiave di lettura della realtà che ferisce. Inevitabilmente. L’esperienza dell’amicizia fino alla morte, il dolore che lacera il cuore con le sue domande brucianti e irrisolte. Lungi dal fornire risposte facili e soluzioni “politicamente corrette” ai drammi dell’esistenza l’autrice accompagna il lettore a un passo dal dramma, faccia a faccia con la solitudine e l’abbandono, dentro la durezza di tanti amori, anche familiari, ultimamente laceranti. Rimane, tuttavia, come nella prima raccolta, il ricorso all’allegoria di fatti e circostanze. L’allegoria che suggerisce in modo discreto la possibilità di un approccio non disperato alla vita, comunque vadano le cose. Perché ultimamente tutto è lasciato alla libertà dell’uomo.
Lasciare che il lettore affronti, come di fronte allo specchio, alcune questioni nodali che caratterizzano il nostro tempo, significa aprire uno spazio di dialogo con lui. Il dialogo delle parole espresse. Il dialogo interiore che sempre aiuta nella ricerca della chiave dell’enigma. L’enigma della vita.
Lasciare che il lettore affronti, come di fronte allo specchio, alcune questioni nodali che caratterizzano il nostro tempo, significa aprire uno spazio di dialogo con lui. Il dialogo delle parole espresse. Il dialogo interiore che sempre aiuta nella ricerca della chiave dell’enigma. L’enigma della vita.
Da molto tempo non leggevo una raccolta di racconti; forse è un genere che in questo momento non va per la maggiore, per cui è difficile trovarne di convincenti, nel panorama contemporaneo; può essere invece che, con l’avanzare dell’età, mi sia più facile adagiarmi su ritmi narrativi di maggiore respiro, trame che si dipanano in giorni di lettura, anziché in minuti.
Il racconto è una forma narrativa ingrata: un virtuosismo per chi lo scrive, un impegno per il lettore. Approcciarsi a un racconto comporta attenzione, concentrazione, dedizione. Non una di quelle poche parole può andare perduta, ciascuna è stata soppesata e scelta dall’autore per essere indispensabile e incastonata come una gemma preziosa. Un racconto, una volta iniziata la lettura, chiede e pretende di essere terminato, non tollera interruzioni o pause. In questo mondo liquido in cui viviamo, ci fa ormai fatica concentrarci, estrapolare il non detto, ricostruire quanto abbozzato. Quando si inizia il successivo della raccolta, poi, occorre resettare tutto, si comincia daccapo, via tutti i nomi, i luoghi, i personaggi, e dentro i prossimi, ai quali occorre fare in fretta ad affezionarsi, perché breve sarà il tempo concesso alla loro frequentazione. Forse per questo, paradossalmente, un romanzo, una narrazione più lunga, che scorra e ci trasporti come un fiume, pigro e navigabile, ci fa sentire più a nostro agio; scendiamo dal battello, vi risaliamo e troviamo tutti come lo abbiamo lasciati. Nel racconto no. Mentre noi siamo via, il racconto pare muoversi, mutare, e lo ritroviamo straniero al ritorno.
Eppure, c’è stato qualcosa in questa raccolta che mi ha chiamato e incuriosito. Forse lo stile asciutto dell’autrice, forse il titolo, che non promette storie ma istantanee, forse il focus sulle relazioni tra uomo e donna, predominante in quest’opera.
Il racconto è una forma narrativa ingrata: un virtuosismo per chi lo scrive, un impegno per il lettore. Approcciarsi a un racconto comporta attenzione, concentrazione, dedizione. Non una di quelle poche parole può andare perduta, ciascuna è stata soppesata e scelta dall’autore per essere indispensabile e incastonata come una gemma preziosa. Un racconto, una volta iniziata la lettura, chiede e pretende di essere terminato, non tollera interruzioni o pause. In questo mondo liquido in cui viviamo, ci fa ormai fatica concentrarci, estrapolare il non detto, ricostruire quanto abbozzato. Quando si inizia il successivo della raccolta, poi, occorre resettare tutto, si comincia daccapo, via tutti i nomi, i luoghi, i personaggi, e dentro i prossimi, ai quali occorre fare in fretta ad affezionarsi, perché breve sarà il tempo concesso alla loro frequentazione. Forse per questo, paradossalmente, un romanzo, una narrazione più lunga, che scorra e ci trasporti come un fiume, pigro e navigabile, ci fa sentire più a nostro agio; scendiamo dal battello, vi risaliamo e troviamo tutti come lo abbiamo lasciati. Nel racconto no. Mentre noi siamo via, il racconto pare muoversi, mutare, e lo ritroviamo straniero al ritorno.
Eppure, c’è stato qualcosa in questa raccolta che mi ha chiamato e incuriosito. Forse lo stile asciutto dell’autrice, forse il titolo, che non promette storie ma istantanee, forse il focus sulle relazioni tra uomo e donna, predominante in quest’opera.
“Era un uomo molto interessante, di quelli che attirano l’attenzione di una donna: l’abbiglia- mento curato, il linguaggio fine, le guance asciutte sempre ben rasate. E capelli folti da ragazzo.
Per il resto inutile frugare: non c’era altro da scoprire oltre quello che appariva. Nessuna altezza, nessuna profondità. Solo una sconfinata superficie.”
Nell’accostarci a questo breve volume dunque non attendiamoci descrizioni particolareggiate, lunghi monologhi interiori, spiegazioni o lente pennellate. Tutto è fulmineo, essenziale, diretto. Se mai lo show-don’t-tell ha abitato da qualche parte, è stato qui.
Bastano pochi dettagli per calarci in una casa, in un ambiente; pochi tratti di personalità di un personaggio per farcelo comprendere a fondo; pochissime parole dette o non pronunciate per consentirci di ricostruire l’universale affresco dell’animo umano.
Bastano pochi dettagli per calarci in una casa, in un ambiente; pochi tratti di personalità di un personaggio per farcelo comprendere a fondo; pochissime parole dette o non pronunciate per consentirci di ricostruire l’universale affresco dell’animo umano.
“Discutere con Pietro era come fare un bagno nell’acido: non ne usciva mai indenne. Si sentiva disintegrata. Pezzo per pezzo. Una sensazione di progressivo annullamento di sé. Le pareva quasi di non essere reale.”
Un addio, un momento di disperazione, l’ultima ora di un morente, una giornata qualsiasi in ospedale, una schermaglia tra ex amanti. Tutto è reso con precise e impietose sciabolate nella creta del linguaggio. L’autrice estrae rare carte dal mazzo, alcune ce le mostra nitide, altre volutamente ambigue; il resto della storia inizierà da sola a comporsi nella nostra immaginazione.
Si respira aria di vissuto, di ricordi, di amori ormai sedimentati nella formalina; l’autrice gioca a rimpiattino con i lettori, sfidandoli a capire dove inizia la finzione e dove la sua esperienza invece ha guidato i passi dei personaggi, assecondando una rivalsa tardiva ma impietosa. Ma potrebbe essere invece tutta un’illusione, e i fotogrammi cha ci scorrono davanti soltanto frutto della sua fantasia; personalmente ne dubito, sono troppo vivi, troppo verosimili perché la realtà non li abbia essa stessa forgiati e benedetti.
Non è una lettura di intrattenimento, in ogni caso, ma di riflessione, di ricomposizione dei quadri che l’autrice sbozza in rapidi tratti e poi abbandona nel momento culminante, lasciando al lettore il compito e il piacere di completare quelle vite in cui tutti possiamo trovare risonanza.
Il narcisismo che vince sull’amore, la pace che supera la paura della morte, la speranza che assume il volto di una figlia bambina, di un pentimento tardivo o di una confidenza inattesa: tutto questo e molto altro trattano o lasciano intravedere questi dieci racconti brevi. Ne consiglio la lettura centellinata, uno per volta, come un vino da meditazione, per assaporarne le frasi calibrate, per dar tempo alla mente di recepirne il senso o ricamarne attorno uno proprio.
Si respira aria di vissuto, di ricordi, di amori ormai sedimentati nella formalina; l’autrice gioca a rimpiattino con i lettori, sfidandoli a capire dove inizia la finzione e dove la sua esperienza invece ha guidato i passi dei personaggi, assecondando una rivalsa tardiva ma impietosa. Ma potrebbe essere invece tutta un’illusione, e i fotogrammi cha ci scorrono davanti soltanto frutto della sua fantasia; personalmente ne dubito, sono troppo vivi, troppo verosimili perché la realtà non li abbia essa stessa forgiati e benedetti.
Non è una lettura di intrattenimento, in ogni caso, ma di riflessione, di ricomposizione dei quadri che l’autrice sbozza in rapidi tratti e poi abbandona nel momento culminante, lasciando al lettore il compito e il piacere di completare quelle vite in cui tutti possiamo trovare risonanza.
Il narcisismo che vince sull’amore, la pace che supera la paura della morte, la speranza che assume il volto di una figlia bambina, di un pentimento tardivo o di una confidenza inattesa: tutto questo e molto altro trattano o lasciano intravedere questi dieci racconti brevi. Ne consiglio la lettura centellinata, uno per volta, come un vino da meditazione, per assaporarne le frasi calibrate, per dar tempo alla mente di recepirne il senso o ricamarne attorno uno proprio.
«Alcune domande sono destinate a rimanere senza risposta», disse Susanna ad alta voce guardando con tenerezza la sua creatura e in fondo sapeva bene che stava parlando a se stessa.
Maria Giovanna Augugliaro è nata nel 1964. Laureata presso la facoltà di giurisprudenza di Catania, nel 91 diventa avvocato.
Nel 2006 in qualità di esperta del mercato del lavoro diventa direttore degli Sportelli Multifunzionali dell’ODA per le province di Catania ed Enna e si occupa di cultura d’impresa e organizzazione di processi orientativi partecipando con imprenditori, associazioni di categoria e referenti istituzionali a moltissimi convegni e seminari.
Sposata e madre di tre figli comincia a scrivere racconti nell’età matura.
Riconoscimenti
2015
“Una finestra nel cielo” diario autobiografico finalista al concorso internazionale Belli.
“Una finestra nel cielo” quarto posto nel concorso nazionale organizzato dalla testata giornalistica Tempo vissuto.
“Un quadro d’autore” racconto, encomio alla creatività nell’ambito della settima edizione del concorso letterario Idea Donna organizzato dalla L.A.G.I.P in onore del Premio Nobel Rita Levi Montalcini.
“Addio” poesia, pubblicazione in antologia Accademia Belli.
2016
“La tartaruga Carlotta” favola, finalista al XVI concorso nazionale letterario Nobildonna Maria Santoro.
“L’anagramma della vita” raccolta di racconti, selezionata dalle edizioni historica nell’ambito del concorso stampa libri (I edizione).
“Glu Glu” favola, finalista I edizione de “L’aviatore delle fiabe”, organizzato dalla Montegrappa Edizioni. Pubblicazione in antologia.
“L’ANAGRAMMA DELLA VITA – Racconti di un Venerdì”. Raccolta di racconti fiabeschi pubblicata da Prova d’autore, prefazione Sergio Cristaldi, Prof. Ordinario di letteratura italiana all’università di Catania, facoltà di lettere. Viene presentata in tutta Italia e proposta per la lettura in molte scuole dell’hinterland catanese. Ottiene diverse recensioni su quotidiani locali. In particolare su Il quotidiano la Sicilia, Insieme Ragusa, Lamezia Live.
Un’ampia intervista viene pubblicata su Sicilia in rosa che contiene interviste a donne che si sono distinte nel panorama catanese. Segnalato su AIC Associazione Italiana Centri Culturali.
Dal 2017 collabora con la rivista di letteratura “Lunario nuovo” che pubblica alcuni suoi racconti e poesie:
1) Una conchiglia sommersa;
2) Un dono pericoloso;
3) Polli, sempre polli, fortissimamente polli;
4) La tempesta di sangue.
5) U suli e a lastima
6) A vita è troppu ranni
Finalista alla II edizione de “L’aviatore delle fiabe” con “Richie e l’usignolo”, una favola ironica sul tema della comunicazione pubblicata in antologia. Montegrappa edizioni.
2018 – Premi e pubblicazioni
1) La pioggia di sangue, primo posto premio internazionale Navarro 2018, sezione inediti. Pubblicato su LUNARIONUOVO, rivista letteraria diretta da Mario Grasso.
2) Il lavoro di una vita, selezionato concorso Oceano di carta 2018. Pubblicato in AA.VV. Non bastano le intuizioni, Senso inverso Edizioni.
Segnalazione con diploma d’onore. Memorial Miriam Sermoneta 2019. Pubblicato in antologia.
3) Uno sguardo grande, finalista. Premio nazionale Emozioni. Pubblicazione in antologia, associazione culturale eterna.
4) Crème brulèe – Finalista candidato al concorso Belli 2018.
5) “Schizzi”, raccolta di racconti, genere realistico-psicologico. Edito da Prova d’autore. Prefazione Francesco Bruni, Prof. Emerito letteratura italiana Università Cà Fosfari Venezia, Socio ordinario Accademia della Crusca. Segnalazione al concorso Michelangelo Buonarroti 2018 sezione editi. Finalista Premio internazionale Navarro 2019. Candidato alla premiazione concorso Akkuaria in attesa di classificazione.
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