TITOLO: Io sono buio
AUTORE: Kiersten White
EDITORE: Fabbri
SERIE: The Conquerors Saga #1
GENERE: fantasy
DATA PUBBLICAZIONE: 24 novembre 2016
PAGINE: 474
PREZZO: € 6,99 ebook - € 15,20 cartaceo
Una principessa non dovrebbe essere brutale. Ma Lada, figlia di Vlad Dracul, è diversa da ogni altra: affamata di potere fin da piccola, preferisce la lotta e i coltelli alle bambole. L’esatto contrario del fratello Radu, dolce, bellissimo e delicato come un bocciolo di rosa.
Quando i due vengono lasciati in ostaggio dal padre, ancora bambini, al sultano dell’Impero Ottomano – prigionieri di un sovrano crudele e sottomessi a una cultura completamente diversa dalla propria – Lada inizia a progettare la sua spietata vendetta. Mentre la ragazza si prepara a combattere, il figlio del sultano Mehmed si mette tra lei e il fratello, spingendoli a diventare rivali. E in questo triangolo avvelenato forze potenti tendono gli animi: desideri di riscatto, gelosie tremende e un’ambizione sfrenata. Avvolta in un vortice di passioni turbinose, Lada si troverà di fronte alla scelta più difficile: portare a termine il suo piano o arrendersi all’unico nemico che forse non è in grado di sconfiggere, l’amore.
Cari amici, non lasciatevi ingannare dal nome Dracul.
Questo è in realtà un bellissimo romanzo gotico, ma che poco ha a che fare con vampiri e altre creature.
Non c'è nulla di magico o fantastico tra queste pagine, ma se vi piace il genere, vi saprà catturare dalla prima all'ultima pagina, e non vedrete l'ora di averne ancora.
Vlad Dracul è il governatore militare della Transilvania, voivoda di Valacchia e padre di Mircea (figlio della defunta prima moglie), di Lada e Radu (figli della seconda moglie, la principessa di Moldavia Vasilissa) e di Vlad (figlio illegittimo nato da un'amante).
In questa sequenza sono le discendenze legittime al trono, che troverete descritte anche alla fine del libro. Vi chiederete i motivi di tutto questo albero genealogico, presto spiegati alla luce di una lotta di potere tra discendenti.
L'attuale principe di Valacchia, infatti, non è Vlad, ma suo fratello Alexandru, primo in discendenza della sua casata.
La lotta al potere porta Vlad, ad odiare quel fratello che lo precede per diritto di nascita, e oltre a questo l' arrivo di una figlia femmina, tra la sua progenie, non fa che peggiorare la situazione.
Stiamo parlando di un mondo medioevale, dove le mogli sono usate al solo scopo di creare alleanze tra i paesi e generare progenie utile a perpetrare la dinastia. In questa prospettiva Lada e Radu, diventano ben presto figli "scomodi" per Vlad, tanto da disprezzarli.
Alla nascita di Lada, adirittura, il padre si maledice per aver generato una femmina, e non la degnerà mai del minimo sguardo, quasi disgustato da una figlia che non gli è utile. Ma anche con la nascita di Radu le cose non migliorarono.
Quel maschio su cui aveva riversato tante speranze, si rivela più fragile di un fiore appena colto.
Timido e debole, non ha natura combattiva e più cresce, più viene deriso e picchiato da chiunque e non ritenuto degno del nome che porta.
Lada, al contrario, cresce con una forza e una cattiveria da far tremare lo stesso fratello.
Lei non era la classica bambina desiderosa di pizzi e merletti, non giocava con le bambole e non piangeva, MAI.
Nel suo sguardo c'era odio, sospetto e disprezzo e al di sopra di ogni cosa, venerava il padre.
Era il suo condottiero, l'uomo da imitare e di cui essere fiera, ammirandone la forza e la tenacia in battaglia.
Ma quello stesso uomo non sopporta neppure la presenza della figlia, trovandola un essere inutile e fastidioso.
Lada non è avvezza ai buoni sentimenti, ma all'odio.
Lei odia tutti e tutti odiano lei. A questo si aggiunge la mancanza di avvenenza e fin dalla più tenera età, quella bambina viene additata come la femmina più brutta di tutta la Valacchia.
Lada picchia e lotta come, e più di un maschio, impara presto a difendersi e a difendere il fratello Radu da ogni angheria, pur non amandolo per la sua tempra debole e piagnucolosa.
Passano gli anni, e con la morte di Alexandru, Vlad diviene principe indiscusso di Valacchia, ma le alleanze che il fratello aveva costruito negli anni, vengono meno a causa di alcune battaglie perse. Vlad è costretto allora a chiedere l' aiuto del sultano Ottomano Murad, per creare una nuova alleanza forte e indissolubile e pur di non rinunciare al potere e alla gloria, lascia i figli, Lada e Radu, in mano al sultano, usandoli come merce di scambio.
Lada, dopo il bruciante tradimento del padre, cresce con la vendetta nel cuore. Il suo unico obiettivo è vendicarsi anche per conto del fratello, di quel padre che li ha abbandonati, di quel regno che li ha resi prigionieri, e di quel nuovo Dio che sono costretti ad adorare.
La Valacchia era la sua terra, sua madre, e un giorno sarebbe tornata da lei a testa alta per rivendicarla.
Radu invece continua ad essere un ragazzo fragile, dai sentimenti forti, e vive l'abbandono rifugiandosi sotto l'ala protettiva di quel Dio che Lada odia.
Nella religione islamica, Radu, trova un piccolo angolo di pace e quando prega si ritrovava a fluttuare con la mente e con lo spirito come mai aveva fatto nella vita.
I ragazzini, che all'epoca del baratto hanno solo 10 anni, si ritrovarono rinchiusi in una prigione dorata, istruiti alla cultura della paura.
Vengono obbligati a presenziare ad ogni punizione ed uccisione pubblica, con il solo scopo di rimanerne terrorizzati e spezzare ogni tentativo di fuga. Mentre, però, Radu viene travolto dal terrore, Lada non batte ciglio davanti a ciò che vede, anzi ne trae forza e cattiveria.
Durante il loro soggiorno a Edirne (città ottomana e casa del sultano Murad), incontrano un altro ragazzino, in lacrime, con le mani piene di tagli e lividi, segno che, come spesso accadeva a loro, era stato picchiato per qualche errore commesso.
Dopo aver curato le ferite del ragazzo, Lada e Radu, scoprono la sua vera identità: lui è Mehmed, figlio di Murad, nato da una concubina facente parte del numeroso harem del sultano. I ragazzi crescono insieme e mentre Lada affina l'arte della guerra, Radu pende dalle labbra di quel principe bellissimo e saccente.
Quello che il tempo non avrebbe mai potuto prevedere, era la nascita dei sentimenti che avrebbero legato i ragazzi.
La profonda amicizia, col tempo diventa molto di più .... per tutti loro.
I loro cuori battono all'unisono ma in modo differente per ognuno.
Mehmed, noncurante della scarsa avvenenza di Leda, ne ammira la forza e la caparbietà innamorandosene perdutamente.
Lada,che non sa cosa vuol dire amare, sente per la prima volta il cuore pesarle nel petto e nonostante tutto non ammette mai i sentimenti che prova per Mehmed. Lo ama questo è certo, darebbe la vita per lui tanto da rimandare il suo piano di vendetta.
Ma quel sentimento forte non coinvolge solo Lada e Mehmed.
Radu, che in cuor suo ha sempre provato forti emozioni in presenza di Mehmed, realizza solo molto tempo dopo che quei sentimenti altro non sono che amore puro.
Un amore talmente profondo e viscerale che era palese agli occhi di tutte le persone che lo conoscevano bene, ma non a quelli di Mehmed.
Sapere che quel sentimento non sarebbe mai stato corrisposto gli dilania il cuore ogni giorno, facendogli prendere la difficile decisione di non separarsi mai da lui, anche se il suo destino è quello di stargli al fianco come amico.
Molte e altri avvenimenti si susseguiranno nella vita dei nostri eroi e vi invito caldamente a leggere questa storia ricca e complessa nella sua trama.
Ragazze... che dire?
La storia mi ha affascinata e trasportata in un mondo incredibile.
Molte tematiche sono trattate in questo libro e anche se raccontate in un'epoca lontana, sono molto attuali: la guerra per il potere, la bellezza esteriore, la religione, l'omosessualità.
Lada è una donna dichiaratamente brutta, ma la sua mancata avvenenza non la schiaccia, ma alimenta la sua forza interiore attraverso la crudeltà.
Radu, che invece è bello, dimostra una fragilità unica, che è pari alla sua bontà d'animo.
Lotta a modo suo per ciò in cui crede e nonostante il suo cuore sia spezzato dalla consapevolezza che i suoi sentimenti sono "sbagliati" per gli altri, non cerca di essere diverso da quello che è.
Anche la tematica religiosa è molto presente. Cristianesimo e Islamismo sono ancora oggi oggetto di forti problematiche, che alla fine nessun Dio crea, ma che l'uomo usa per sfruttare a proprio vantaggio e ne abusa per giustificare la lotta al potere, un circolo vizioso che non finisce mai.
Ho amato la natura e la profondità di questa storia.
L'autrice, con uno stile avvincente e intenso ti sa prendere con la forza delle sue parole.
Ti fa vedere con i suoi occhi quello che lei stessa vede e sente, ti fa esplorare il mondo interiore dei personaggi che descrive, calandoti nei loro panni, quasi con timore reverenziale.
Inutile dire che aspetto con impazienza il seguito di questo libro per potermi sentire di nuovo trasportata in quelle terre a volte desolate, a volte piene d'oro.
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