LETTERE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO, TRAVIS ELBOROUGH. Recensione

Titolo: Lettere che hanno cambiato il mondo
Autore: Travis Elborough
Editore: Newton Compton Editori
Genere: narrativa
Data Uscita: 31 ottobre 2019
pagine: 320
Prezzo: € 4,99 ebook

Da Nelson Mandela a Martin Luther King,
da Bertrand Russell a George Orwell

In un’epoca in cui tendiamo spesso a dare per scontate le libertà di cui godiamo ogni giorno, questa raccolta di lettere rappresenta l’occasione per riflettere sull’importanza di prendere posizione sui temi che ci stanno a cuore. Attraverso la potenza delle parole scritte, infatti, ci si rende conto di quanto un singolo individuo possa fare la differenza per cambiare davvero il mondo. E anche se spesso affrontiamo con cinismo e disillusione le sfide del nostro tempo, dobbiamo resistere alla tentazione di credere di non contare nulla. Basta leggere le parole di George Orwell sui totalitarismi, di Martin Luther King, di Nelson Mandela e di Antonio Gramsci dal carcere, di Albert Camus sulle ragioni per opporsi alle guerre, di Bertrand Russell sull’importanza della pace e di Emmeline Pankhurst su quella del voto alle donne per guardare all’oggi con gli occhi di chi crede che sia un dovere lottare per un mondo migliore.

Una raccolta di straordinari testi scritti da chi ha lottato per cambiare il mondo
Il libro si presenta come una raccolta di 62 lettere disposte in ordine cronologico, dal 1808 al 2018. I temi trattati sono ad alto spettro e rispecchiano tutte le più disparate questioni socio-politiche che in quegli anni ci si è trovati ad affrontare. Molte delle lettere più vecchie trattano temi che ormai diamo quasi per scontati nella nostra società, ma che sono in realtà piuttosto recenti considerando che si parla di circa 220 anni fa. Proprio per questo però, risulta particolarmente interessante osservare in modo così diretto come queste idee si siano sviluppate e soprattutto siano state diffuse.

“In qualunque campagna non violenta bisogna fare quattro passi fondamentali: 1) raccogliere i fatti per determinare dove si trovano le ingiustizie; 2) negoziare; 3) autopurificarsi e 4) intraprendere un’azione diretta. Qui a Birmingham, abbiamo fatto tutt’e quattro i passi. (“lettera dal carcere di Birmingham” di Martin Luther King Jr, 1963)”
Si tratta di lettere di personaggi importanti per la storia mondiale, alcune aperte, ovvero pensate per essere pubblicate su giornali con lo scopo di aprire discussioni legate agli argomenti trattati, altre invece derivanti dalla corrispondenza privata. Di quest’ultimo gruppo fanno soprattutto parte le lettere relative ai primi anni del femminismo inglese, ma anche risposte private a questioni affrontate pubblicamente sui giornali.

“Nessun’idea in Inghilterra è così universalmente accettata quanto quella secondo cui la tassazione e la rappresentanza dovrebbero andare di pari passo. E le persone saranno in genere molto più bendisposte ad ammettere che è ingiusto che le donne non sposate e vedove, pur possedendo delle proprietà, siano escluse dai privilegi a cui i loro beni darebbero loro diritto, piuttosto che accettare l’idea ben più sorprendente secondo cui il sesso non è un motivo valido di distinzione per quanto riguarda i diritti politici (corrispondenza tra Barbara Bodichon e Helen Taylor sul suffragio femminile, 1866)”
Le lettere in alcuni casi sono state tagliate per abbreviarne la lunghezza, tuttavia, come una nota dell’autore stesso chiarisce all’inizio del libro, si è cercato di lasciarle invariate il più possibile così da non compromettere lo stile dei singoli autori. Ovviamente in una traduzione questo tipo di sottigliezze può andare perso, ma la lettura rimane scorrevole e i messaggi che essa veicola ben saldi.

“Ogni generazione deve combattere le stesse battaglie per la pace, la giustizia e la democrazia, e non esiste alcuna vittoria o sconfitta definitive. La vostra generazione avrà le sue lotte personali da affrontare. […]. Il secondo gruppo di persone che ha lasciato profonde impronte nelle sabbie del tempo è costruito da quelli che si sono organizzati in movimenti e hanno fatto campagne – a volte con successo, altre no – ma che comunque ci hanno provato. (lettera di Tony Benn ai suoi nipoti su come cambiare il mondo, 2009)”
Particolarmente interessante è l’introduzione che l’autore fa prima di ogni lettera, utile per inquadrare la situazione esatta in cui la lettera si inserisce. Questa infatti spesso può non essere nota al lettore, trattandosi in molti casi di riferimenti ad eventi estremamente specifici. La scelta di raccogliere le lettere in ordine cronologico è sicuramente la più semplice e immediata in questo tipo di libro, sarebbe stato interessante però avere una suddivisione per macroargomento, venendo questi spesso riproposti più volte. I temi trattati per quanto estremamente vari sono sempre attuali e significativi, sia per le prime lettere raccolte, ma soprattutto per le ultime, che fanno riferimento a una società di cui facciamo parte e che di conseguenza conosciamo di prima mano. Anche grazie alle interessanti introduzioni, la raccolta garantisce di fornire, piacevolmente, informazioni su come molti di quelli che consideriamo oggi basilari diritti umani, siano stati ottenuti negli anni. Soprattutto per quanto riguarda le lettere più recenti dove ancora le vittorie sociali che auspicano non sono state completamente ottenute.





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