CONNECT, JULIAN GOUGH. Recensione



TITOLO: Connect
AUTORE: Julian Gough
DATA DI USCITA: 24 ottobre 2018 (digitale) 
EDITORE: Fanucci - time crime
GENERE: Thriller 
PREZZO: € 4,99 ebook



Colt è un adolescente timido e introverso, dotato di un’intelligenza fuori dal comune. Figlio unico di genitori divorziati, trascurato dalla madre Naomi, brillante biologa, e dal padre Ryan, collaboratore di una misteriosa agenzia governativa, trascorre molto del suo tempo immerso nella realtà virtuale. Come buona parte delle persone affette da autismo, conduce una vita semplice, scandita da abitudini sempre uguali, finché un giorno le cose iniziano a complicarsi. In un impeto di entusiasmo, decide di inviare di nascosto l’innovativo studio a cui sua madre sta lavorando a una conferenza biotech a New York. Da quel momento, le paure più angosciose di Naomi diventano realtà innescando una serie di eventi catastrofici. Preceduto dall’agenzia governativa per cui lavora, Ryan piomba nelle loro vite: pretende di avere le ricerche di Naomi e anche suo figlio. La vita stessa di Colt è ora in pericolo e tocca a sua madre decidere fin dove sarebbe disposta a spingersi pur di proteggerlo… Ucciderebbe un uomo? Distruggerebbe il suo mondo? Annienterebbe tutto ciò in cui crede?

Da una delle voci più originali della narrativa irlandese, un elettrizzante tecno-thriller che esplora quali connessioni – sia umane che di altra natura – possano crearsi e crescere nell’era digitale. Connect è una storia di madre e figlio, certo, ma è anche qualcosa che ci riguarda da vicino, che indaga le nostre connessioni quotidiane e scandisce inesorabilmente il nostro futuro.
Ci troviamo qualche decade in avanti rispetto ai giorni nostri: è un futuro in cui i mirabili progressi tecnologici e digitali non riescono a portare pace e serenità nel mondo, perennemente oppresso da una paranoide paura dei nemici e dei terroristi.
Colt è un ragazzo con un disturbo dello spettro autistico, con un enorme talento per la programmazione software e altrettanto grandi problemi a rapportarsi con le persone. Vive ai margini del deserto del Nevada, vicino Las Vegas, con la madre Naomi, biologa e ricercatrice, dedita allo studio della rigenerazione e della riparazione dei tessuti viventi.
I suoi genitori sono divorziati, il padre Ryan non ha lasciato né in lui né nella madre un buon ricordo, e non è affatto presente nella loro vita, preso com’è dai suoi incarichi nell’intelligence degli Stati Uniti.
Colt ha inventato un universo virtuale, un mondo parallelo, un enorme videogioco che rispecchia la realtà; si rifugia nella programmazione per la maggior parte del tempo, mentre gli unici rapporti umani che riesce a tollerare sono quelli con la madre, e soltanto se le interazioni non si fanno molto intime o complesse. Per lui sono un mistero insondabile le menti delle altre persone, i propri sentimenti, il piano simbolico del linguaggio, tutto ciò che accade nel mondo reale, quello che lui chiama con disprezzo “mondomerda”.
“Niente mappe, niente gps.
Oh, merda. Perso nel merdosissimo mondomerda.
Il silenzio elettronico è quasi opprimente. Lacune di informazioni. Come essere sotto una campana di vetro grande quanto una montagna. Con tutta l’aria pompata fuori.”
Ma Colt ha consapevolezza di questo suo handicap, e vuole a tutti i costi superarlo. Vuole acquisire le capacità di comprendere e sintonizzarsi con gli altri, entrare nel loro mondo emotivo e prendere contatto con il proprio, senza per questo essere esposto a un panico ingestibile. 
Per questo ha un piano. Conosce a cosa sta lavorando la madre, sa che nessuno ha mai sperimentato sui primati le intuizioni di lei sulla rigenerazione tessutale, e che probabilmente non avrà mai l’autorizzazione per farlo.
La allontana dalla città con una mossa abile, inviando a un congresso di biotecnologia la sua ricerca, a insaputa della donna. Quando lei deve assentarsi dalla città per presenziare alla relazione scientifica, grazie alla sua abilità di hackerare qualsiasi dispositivo si introduce nel laboratorio e si inietta un preparato che, lui spera, potrà potenziare il suo sistema neuronale colmando ogni carenza cognitiva. 
Questa mossa incosciente lo uccide quasi, ma Naomi inventa un brillante antidoto per bloccare l’espansione incontrollata delle cellule encefaliche e mantenere invece la loro capacità di incrementare le connessioni reciproche e le capacità intellettive del ragazzo, praticamente all’infinito. La procedura è molto rischiosa, il ragazzo tuttavia sopravvive.
“Il respiro di Colt.
Accanto al suo petto, sente il cuore del figlio, un battito debolissimo, e poi più nulla.
Un altro battito.
Lo osserva, mentre assiste alla sua trasformazione. I ghiacciai si sciolgono.
Le montagne si ritirano.
Dovrà affrontarle, un giorno.
Ma non è questo il giorno. “
Ha appena fatto di suo figlio un superuomo. Un supereroe. Un’arma micidiale, su cui presto metteranno gli occhi i militari. 
Infatti Ryan, il padre, vuole convincerlo a lavorare per la sicurezza nazionale e lo rapisce da casa; da qui in poi si apre la parte più avvincente del romanzo, la lotta tra il bene e il male, tra potenze distruttive e forze generatrici, tra il caos e la pace. Una lotta sempre in bilico tra realtà virtuale e mondo reale, con colpi di scena, suspense e sentimenti. 
Connect è un romanzo complesso, corposo e di non semplicissimo approccio. Moltissime citazioni (filosofi, scrittori, cantanti) intervallano la narrazione, che si alterna su vari piani temporali e di realtà, spesso con punti di vista rapidamente oscillanti. Inoltre molti riferimenti tecnici e un linguaggio specialistico, in alcuni passaggi, possono spiazzare un lettore non avvezzo alla sci-fi tecnologica. 
Ciò nonostante, tratteggia dei personaggi indimenticabili, con caratterizzazioni splendide, nitide, verosimili, e si muove all’interno di un intreccio di dilemmi etici di grande attualità. 
La seconda parte della storia è la più scorrevole: il ritmo è maggiormente serrato, gli eventi si susseguono con velocità e ci troviamo col cuore in gola per i protagonisti, minacciati da pericoli che si moltiplicano di pagina in pagina, e ribaltano l’esito del conflitto più e più volte. 
Ho gradito di meno la parte finale, scorgendovi degli escamotage mistici che non si addicono molto al mio gusto. Ma nel complesso è un’opera di grande respiro, molto curata e articolata, che non deluderà gli appassionati del genere. 


PRODOTTO FORNITO DALLA CASA EDITRICE
FANUCCI

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